Dalla prefazione di Patrick Williamson

Questi versi formano uno spazio dentro cui i confini vengono superati. Ci dicono che non solo dovremmo ascoltare l’ambiente che ci circonda ma ascoltarci l’un l’altro e noi stessi, e non passivamente o per inerzia ma con intenzione. La poesia è sempre stata una tradizione orale: qui diventa orale e audio-poesia. Molti testi dell’autrice sono stati rappresentati tramite avant-garde music, e ciò ci esorta a un ascolto e una riflessione più profondi ‘sul nostro modo di vivere post-umano, e a ripensare la nostra relazione fisica ed emozionale con la natura’ (Simona Wright). In tal modo i testi divengono reali e condivisi con i lettori. Riusciamo a cogliere l’essenza di un mondo che potremmo costruire, ma che resta inafferrabile. Nelle parole di Ilaria, solo sviluppando idee e visioni partecipative, collettive e articolate di lungo respiro possiamo pensare di evitare il disastro ecologico.

 

da About sounds about us (Samuele Editore 2019)

 

STONES

We visited the city of stones
its Palaeolithic language.

Forgotten heritage
of the community
the birth, the pack.

Is it true that we are bound
in sharing economies.

Sometimes when light
assaults the eye in the darkness
resentment comes back.

Who will comfort Earth.

 

SASSI

Abbiamo visitato i Sassi
il loro linguaggio paleolitico.
Avevo dimenticato il legato
della comunità
la nascita, il branco.

Siamo forse fasciati
in economie di condivisione.

A volte, quando la luce
violenta gli occhi nell’oscurità
torna il risentimento.

Chi conforterà la Terra.

 

MIGRANTS

They built a city, a safe place.
A few elements between pavements and trees.
raw nature. The new urban limit
where they call for the living.
They meet languages at the crossroads
and silent, they keep staring.
Don’t be scared migrants.
Enter and unmute us.

 

MIGRANTI
Hanno costruito una città, un posto sicuro.
Pochi elementi tra marciapiedi e alberi.
Una natura nuda. Il nuovo limite urbano
dove raccolgono i vivi.
Incontrano linguaggi all’incrocio
e osservano muti.
Non temete migranti,
Entrate e toglieteci il silenzio.

 

DESIRE
There are hours in which
I can clearly see and touch
the contour of my desire.
Hunting undaunted and precise
like a hound through the fog.

For distance comes
by gliding over us.
I give you
the repetition of my steps
the rhythm of longing.

Do you feel it?

 

DESIDERIO
Ci sono ore in cui
posso ascoltare e toccare chiaramente
la linea del mio desiderio.
Cacciare impavido e preciso
come un segugio nella nebbia.

Perché la distanza giunge
scivolandoci addosso.
È tua
la ripetizione dei miei passi
il ritmo del bisogno.

Lo senti?

 

Ilaria Boffa è nata il 6 gennaio 1972 e vive a Padova. Laureata in Economia, scrive in doppia lingua (inglese e italiano). Ha pubblicato con la Samuele Editore la raccolta di poesie About Sounds About Us/Di Suoni e di Noi nel 2019 e Periferie/The Bliss of Hush and Wires nel 2016. Nel 2015 esce il primo libro Spaces. Boffa è uno degli otto poeti inseriti nella pubblicazione americana ‘Writing in a Different Language’ Vol XL 2018 della North East American Association. Alcuni suoi testi sono apparsi sulla rivista Atelieronline 2017, nell’antologia ViaggidiVersi a cura di Elio Pecora nel 2013 e sul blog di poesia Rainews a cura di Luigia Sorrentino.
Dal 2018 produce lavori che uniscono poesia e field recording in collaborazione con musicisti italiani e stranieri.
Due sue poesie appaiono come bonus track nell’album “Il Vangelo di Moloch” del duo Moloch (Gianni Venturi&Lucien Moreau 2018) e l’EP “Two Cities” (di Gburek&Boffa 2018) è stato trasmesso a maggio 2019 da Radiophrenia Glasgow, evento artistico radiofonico internazionale.

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