“Una raccolta di folgoranti istantanee sul variopinto e volubile mondo femminile. Perché la donna, a qualsiasi età, è in costante mutamento emotivo e ha tante cose da raccontare: dai sentimenti travolgenti e contrastanti alle passioni irrefrenabili e consolatorie, dai desideri di realizzazione personale e professionale ai pensieri che si aggrovigliano nella mente e cercano una via d’uscita (che non sempre trovano…). E Francesca Genti – poetessa dalla penna pungente, curiosa e divertente – adora osservare le donne che incontra ogni giorno e trasformarle in poesie. Un percorso originale, dolce e amaro, e umorale come le sue protagoniste, da leggere saltando da una pagina all’altra in cerca di piccole verità che fanno sorridere e riflettere.” (Dalla presentazione in copertina)

 

“Questo libro testimonia un lavoro lungo vent’anni e raccoglie testi dai miei precedenti libri e testi inediti. I libri da cui sono tratte alcune poesie sono Bimba Urbana, Il vero amore non ha le nocciole, Poesie d’amore per ragazze kamikaze, L’arancione mi ha salvato dalla malinconia. La poesia Preghiere del posto del mondo è stata pubblicate nell’antologia Ma il mondo, non era di tutti? (Marcos y Marcos, 2016). La poesia Il mio bambino è stato pubblicata con le illustrazioni di Manuela Dago per Sartoria Utopia nel 2016 e nell’antologia Poeti in classe (Italic Pequod, 2017). La poesia Lettera di referenze è stata estrapolata da un dialogo via Facebook tra me e l’amico Giuseppe Rizza, che ringrazio.” (Dalla nota dell’autrice)

da Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza (HarperCollins, 2018)

dalla sezione Oggi è il giorno delle bolle di sapone
BIMBA URBANA
hai visto più cartoni che tramonti
carezzato più peluche che fili d’erba.
a merenda il latte e il cioccolato
uscivano fuori da un cartone colorato.
un giorno la tua gatta preferita
ha subìto una ferita nella pancia.
non ha mai fatto micini
non potrà essere felice.
qualcuno forse ti ha rimproverato
di non essere a contatto con la vita
con la terra la natura il sole
miserabile infanzia ti hanno detto
perché – naturale – un fumetto vale meno del letame
e lo yogurt ha un sapore industriale.
è da quel momento che è stato difficile confessare
che ti bastava la barbie il ken un foglio pulito
per stare allegra, toccare il cielo con un dito.

SENTITI
sentiti ogni mattina
come lamù del cartone animato:
vivace col diritto di volare
dai capelli blu dal reggiseno leopardato.
mentre ti masturbi in una vasca
pensa a pensieri floreali
immaginati situazioni esagerate
combatti il “retaggio culturale”.
maciulla gentilmente di parole
chi ti vuole obbligare gentilmente
a pochi pensieri uscite accompagnate
nastri di tulle gite organizzate
al senso di colpa alla preghiera serale
all’abitudine al peccato originale.

Dalla sezione Il corpo della donna è fantascienza 
STAI PARLANDO CON UNA
che oggi ha modellato cento funghi con il das.
che ha passato un pomeriggio intero a scrivere una
poesia con la pastina al farro
su una tela dipinta di azzurro chiaro.
che una volta era così felice di avere passato
indenne un capodanno
che si è messa a ballare per la stanza
è scivolata e si è rotta un piede
e la sua felicità – anche al pronto soccorso –
non è scemata minimamente.
che tiene una lavagna sotto il letto
dove scrive tutte le bugie che dice
a chi le dice e la data
e ogni mattina si ripassa lo schema generale.
che cerca di salvare i cuccioli di scarafaggio.
che mantiene sempre il patto narrativo
e così non può guardare i film dell’orrore
e neanche andare al luna park nel castello
della paura.
che si è colorata un paio di paperine con lo spray
argento
poi le ha indossate ed è uscita
e la sera a casa aveva i piedi completamente
luccicanti
due stelle brillanti nella via lattea
e la notte non ha dormito
per paura di morire intossicata dalla vernice.
che (molto tempo fa) ha ucciso alcuni pulcini
stringendoli troppo forte
e ha fatto saltare la dentiera a sua nonna materna
con un bacio con rincorsa.
che se le racconti qualcosa di vagamente ripugnante
o se sente un odore troppo forte
è capace di vomitare all’istante.
che – grappa&vinci grappa&vinci grappa&vinci –
da sempre le piace ubriacarsi
e farsi invitare a cena
da chiunque
a ogni latitudine
in qualsiasi tipo di ristorante.
che la cosa di cui ha più bisogno
è l’abbraccio
la comprensione
il sì del mondo.
quindi, per favore:
sciacquati la bocca prima di parlare.
e fammi volare. se ci riesci.

Dalla sezione Eccola di nuovo che insegue la sua musa
QUELLO CHE TI FOTTE NELLA VITA
quello che ricerchi nei rapporti:
l’anelito all’amore viscerale,
l’amore senza macchia e senza torti,
puro e innocente come un animale.
quello che ti ha sempre fatto male.
la scala senza fine e in salita,
il corpo a corpo che ti mette ko,
la cicatrice e anche la ferita.
qui, nella pancia della poesia,
nella simbiosi con la madrelingua
lo puoi rifare senza più pudore
questo modello simbiotico di amore.
questa specie di farfalla primitiva,
felice, arcadica, speciale.
creata nuovamente dentro il suono,
il pianto e il riso delle tue parole.
creata nuovamente nell’incanto.

Dalla sezione Le fate tornavano a sbucciare la patate
CIMITERO DEI CRACKER
la mela è morta, si è buttata giù dal tavolo.
la banana è deperita in circostanze misteriose:
rinvenuta nei dirupi del divano,
presenta lividi e zone tumefatte.
lo yomo è in avanzato stato di decomposizione.
tutti i gessetti si sono sbriciolati
crollate sono le torri di duplo.
il pongo e il play doh, accoppiati contro natura,
generano mostri
le bolle di sapone hanno inondato il pavimento
producendo un ambiente propizio
al proliferare della palude di scaglie di cracker
esplosi dopo la improvvisa caduta del meteorite
“super tele”.
su tutto il cimitero brilla il tuo dentino rotto
che porti in dono insieme all’allegria
con la grazia del dio dei dinosauri piccoli.

Dalla sezione Sei l’ennesimo graffio tra il cielo e le case
MIO DOLCE PICCOLO FENNEC
che poi sei la mia vita
che ti vedo così: furba e bellissima
magra nel deserto delle cose
mentre compro frutta e verdura
e mi siedo al tavolo e rifletto
e vedo tutto azzurro
come se fossimo in grecia d’estate
e invece siamo al bar da francesco
a milano vicino al penny
e alle strade intitolate ai poeti crepuscolari.
mio piccolo dolce fennec
che sei la mia vita: ossuta e bella
e vivi in una buca in fondo al corpo
e scatti verso l’essenziale
mentre sto in un corridoio
o nell’altra sala con la finestra grande.
mio piccolo dolce fennec,
oggi su di te rifletto al bar
e voglio dirti questo che ti ammiro molto
perché te la sei cavata nei deserti
188 189
con animali più grossi e più feroci
e che mi di te tantissimo mi fido
perché so che sai

Francesca Genti è nata a Torino il 27 giugno 1975, e vive a Milano. Ha pubblicato i libri di poesia Bimba Urbana (Premio Delfini, Mazzoli, 2001), Il vero amore non ha le nocciole (Meridiano Zero, 2004), Poesie d’amore per ragazze kamikaze (Purple Press, 2009; Sartoria Utopia, 2015), L’arancione mi ha salvato dalla malinconia (Sartoria Utopia, 2014), Il mio bambino mi ha detto (Sartoria Utopia, 2016).  Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza (HarperCollins, 2018) raccoglie testi editi e inediti della sua ventennale produzione. In veste di prosatrice ha scritto I racconti Il cuore delle stelle (Coniglio Editore, 2007), il romanzo La Febbre (Castelvecchi, 2011) e il saggio La poesia è un unicorno (Mondadori, 2018). Con Manuela Dago ha fondato Sartoria Utopia, capanna editrice di libri di poesia cuciti a mano.

 

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