da Aperto per inventario (Italic Pequod 2019)

La mareggiata di ieri,
senza pudore, ha trascinato a riva
flaconi tubi accendini.
Ci sono anche delle formelle.

E ci sono delle ciabatte
consumate dalle distanze che percorriamo,
in attesa che qualcuno possa venirci a dire:
“Mi manchi”.

E sopra un legno squarciato dalle onde,
le formiche, in fila indiana,
per una crepa cenozoica
si biforcano, istantaneamente, ad ipsilon
inaugurando nuovi cammini, diversissimi,
come dopo un big bang.

*

Girano nel contatore
le cifre impazzite di una roulette,
mentre gli invitati ad un matrimonio
ostentano collane spacchi
sorrisi ornamentali
e dietro di loro i sanitari,
orribilmente aperti.

*

Quella volta in cui
non avevamo niente da dirci,
qualcosa da dirti lo avevo.
Solo che un silenzio
perpendicolare
sembrava ingoiarsi
anche le parole.
Allora le sillabe tornarono
nel limbo delle idee.

Così guardavamo muti
la velocità che infittiva
case orti raccordi autostradali
irrigatori che sui campi
sputavano arcobaleni,
arcobaleni di una bellezza
nucleare,
e io tra quegli arcobaleni
avrei voluto portartici
per raccontarti qualche sciocchezza,
tenendoti la mano.

*

La gelataia del macrobiotico
avrà sì e no vent’anni,
ha il volto stanco per i turni, si vede,
tamburella le dita sul bancone,
poi guarda in alto i lampioni
che incendiano le periferie.
Nessuno le si avvicina,
solo un milanese sui settanta,
quando per caso scopre
il suo accento settentrionale:
allora le chiede da quanto tempo è lì,
dove abita, se i genitori
sono con lei oppure altrove.
Lei sistema le coppe, i coni,
poi gli risponde che sono separati
e lo fa con un’aria sofferta
che sembra venire buio pure nei suoi occhi,
mentre ai tavoli si mangia, si beve,
chiedono una birra.

*

Per un errore di battitura,
il contratto d’affitto era diventato
d’affetto. Allora ho immaginato
che tutti, in fondo, dovremmo avere
un contratto d’affetto con qualcuno:
la postina il vicino il custode
il salumiere la badante.
Sì, insomma mettere per iscritto, di comune accordo,
che quando si è soli,
ci si può chiamare a vicenda,
fare due parole e poi incontrarsi,
sorvolare su tutto il tempo sprecato
e alla fine indossare
la circonferenza di un abbraccio.

Piergiorgio Viti vive in Italia, nelle Marche, dove è professore di lettere. Le sue poesie sono tradotte in spagnolo e rumeno. Nel 2010 esce un suo intervento critico per il catalogo, tradotto anche in cinese mandarino, della mostra di Pietro Annigoni, in occasione delle esposizioni nelle Marche del celebre “pittore delle regine”. Nel 2011 ha pubblicato la prima raccolta poetica, Accorgimenti (L’arcolaio), mentre nel 2015, per Italic, esce Se le cose stanno così. Ha anche scritto per il teatro: “La fiabola di Virginio e Virgilio” con Tosca protagonista e “I sogni di Ray” con Carlo Di Maio. È andato in scena a teatro come autore e voce recitante per “La voce dell’uomo”, un tributo al cantautore Sergio Endrigo. Ha tradotto “I Preludi” di Alphonse de Lamartine con lettura di Ugo Pagliai e Paola Gassmann per il festival “Armonie della Sera”.  Nel 2016 ha fatto parte, insieme ad altri poeti e scrittori, del progetto fotografico-editoriale Memory Card (Hacca Edizioni), realizzato dall’artista fotografa Rita Vitali Rosati. Nel 2017 esce un suo contributo per una Piccola inchiesta sul provincialismo (Galaad Edizioni, a cura di Simone Gambacorta). Nel 2019, per Pequod, pubblica Aperto per inventario, terza silloge poetica, che viene anche presentata al Salone del Libro di Torino, con copertina di Ilario Fioravanti. Nel 2020, partecipa, unico italiano al progetto internazionale “Infusions poétiques” dell’artista Cécile A. Holdban, con altri 170 poeti di tutto il mondo. Il progetto prevedeva che ogni poeta, durante il lockdown causato dalla pandemia COVID-19, scegliesse un proprio verso pieno di fiducia e di speranza per il futuro; il verso è stato illustrato dall’artista su dei sacchetti da tè e assemblati in un unico, grande tappeto, dalle gigantesche dimensioni. Il progetto è stato presentato nello spazio Andrée Chedid, vicino a Parigi. Nello stesso anno esce, per il sito greco di poesia Exitirion, una traduzione in greco moderno di “Posologia del disagio”, quindici testi ispirati alla quarantena, tradotti da Stavros Girgenis. I testi di Viti sono anche presenti e recensiti in blog, siti letterari e riviste (La Lettura, Atelier, Poesia, Zeusi, Segno, Poetarum Silva, Centro italiano di poesia, Rai news ecc.). Collabora col mensile Poesia e con Atelier  ed è ideatore di Versus, rassegna di confronti poetici che si tiene a Recanati, alla quale hanno partecipato poeti di fama nazionale e internazionale. È  in via di pubblicazione la quarta silloge poetica dell’autore.

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