Foto: Giovanni Fedi

Dalla Postfazione di Cristina Babino

L’inventario animale che Francesca ci squaderna di fronte – un po’ ovunque nella sua produzione poetica, ma nello specifico negli Appunti dal parco – come in un infinito sfogliare un bestiario poetico, è fatto a ben vedere non di esemplari faunistici, ma di vere e proprie “apparizioni”: gli scoiattoli, folletti custodi dei parchi incastonati nel grigio rumore delle città, gli uccelli (aironi, corvi, gazze, e poi le folaghe, le oche stanziali e anche quelle del piccolo Nils) […] Poi gli animali del bosco. Tra tutti, la volpe. Animale-senhal, correlativo qui ferino del mistero racchiuso nella propria interiorità e nella necessità riconosciuta dell’espressione attraverso la scrittura. Una quête inesausta, leggiadra a un tempo e faticosa, alla ricerca della volpe che dal buio si palesa e a tratti ci accompagna, per poi scomparire e lasciarci alla nostra solitudine solo un po’ più consapevole dopo il suo passaggio – alla ricerca della parola poetica in cui precipitare, fermandola, la nostra condizione.

Da Appunti dal parco (Vydia editore 2023, nuova ediziona ampliata)

Donna Scricciolo

Quasi ogni luogo può riparare
chi è piccolo abbastanza
da sparire. Si arruffa nel freddo
una sfera di piume.

Tengo il ricordo
nelle mani, un trillo
di sfida o dispetto.

Quando l’aquila volò fino al sole
la Donna Scricciolo si fece spazio
sul capo dell’animale
prese come un insetto
il raggio dell’astro nel becco.

Imparò il suono dal torrente
dalle frecce di selce la mira
dalla terra la sfumatura
di chi sopravvive.

Nelle siepi ombrose
nelle cortecce cave, nelle cataste
del sottobosco, nell’umidore
dei campi al mattino

la fine del dolore è sparsa
nel paesaggio.

La Donna Scricciolo
fruga tenace il destino, drizza
la coda nell’aria e spalanca
il suo canto di guerra

canto di forza infantile, pungente.

Sverna nel fondo del petto
la sua ferita splendente.

 

L’airone cinerino
(vita segreta dei giardini)

Hyde Park, fine d’ottobre –

la pioggia circonda le persone
un margine curvo, propagato
dal bagliore dei cigni sulla Serpentina.

Le folaghe e le oche si spingono
su molliche di pane galleggianti.
Un corvo intruglia la carcassa sfatta
di un piccione, il ricamo scarlatto
aggrovigliato al becco. Se ne stacca
distratto al mio passaggio.
Un cestino di ferri, lana, spilli –
le matasse disgiunte all’apertura.

Sotto il ponte iniziano i giardini.

La vegetazione lacustre scava
nell’argine recinti naturali
d’alberi, terriccio, cespugli, giunchi.

Lo scoiattolo percorre i tronchi,
scorteccia frenetico al midollo,
la gazza si affaccia dalla ringhiera.

Sul fondo l’airone grigio osserva –
il salice cascante lo nasconde.
Le pupille laterali, inespressive
come insetti dentro biglie d’ambra,
gli arti lunghi, cauti sopra l’erba
la giuntura flessibile del collo.
Il rostro impercettibile si affila –
un bisturi dell’aria sulle rane.

Dall’entrata la notte procede
oltre il flauto di bronzo del bambino.
“Non è lui – mi ripeto – non può essere”.
Dove il ghigno d’elfo, la tristezza?
L’ombra, gli sterpi di taglio nel corpo?

Sul cerchio dei lampioni, la foschia
viola come un tessuto muscolare.

L’odore d’acqua penetra i vestiti
dalle foglie stampate nelle suole.

Hyde Park/Kensington Gardens, 28 ottobre 2007

 

Luna piena di febbraio

Lasciamo la strada per i campi –
vecchi tronchi spezzati, coperti
d’edera, fossi, sottili rumori.
Viole che smuovono
la terra fino a sbocciare.
Sulle colline, a nord, crescono
i rovi nei casolari.
Gli ultimi venti invernali
ci entrano al tramonto
nelle bocche.

Immagina che la luna
esca dall’erba. Salga fra i tetti
in un cerchio di luce.
Raccolga nel suo occhio l’infanzia
dei luoghi e quello che è stato
quando non c’eravamo.
Immagina che ricordi.

Come ricorda la luna?
Come uno dei suoi molti animali
orso, mucca, coniglio, gatto, falena?
Un tonfo, un incedere lento, un salto,
una danza, un singhiozzo?
Scende nel suo pozzo notturno.
Un corpo distante, taciturno.

 

Francesca Matteoni (1975) insegna presso l’ente americano AIFS a Firenze. Cura pubblicazioni illustrate su magia e tarocchi per il progetto Vivida dell’editore White Star. È autrice di vari libri di poesia fra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (con immagini di Ginevra Ballati, Vydia, 2019) e del romanzo Tutti gli altri (Tunué, 2014). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese. Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020) a cura di Federico Di Vita. Le sue ultime pubblicazioni sono il volume di poesia Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021), il libro Io sarò il rovo. Fiabe di un paese silenzioso (effequ, 2021) e il romanzo Tundra e Peive (nottetempo, 2023). Collabora alle riviste online “L’indiscreto” e “Kobo”.

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