Da Biografie (Terra D’Ulivi Edizioni, 2019)

 

C’è un dolore che non sei tu
e nemmeno l’acqua che scroscia sulle ringhiere
neanche il cielo smorto che tornerà sereno
neppure il nero degli ombrelli aperti
il bavero rialzato delle giacche
quest’aria che non è vento
ma furia nelle strade di gambe e di motori
c’è un dolore che sta dentro allo specchio,
una mattina a caso, un giorno in mezzo a tanti,
lo vedi sulla faccia, negli occhi più pesanti,
nel lungo di un pensiero che non si aspetta nulla.

*

Si scava in cielo
ora che il cielo
è galleria
(dove sono
le nubi leggere
lo schiocco dell’ala
per l’impennata d’aria
la punta del muso
in alzo d’azzurro
i cori di arcangeli
gli osanna in sordina
la rosa purpurea
il nido di dio)
ogni tanto un ricordo di luce
il bagliore di coda
di una stella che estingue
e disprezzo che basti
a bestemmiare la morte.

*

Tu hai bisogno di sapere
che arrivano miracoli dal cielo
l’occhio buono che ti guarda
e ti salva dal cadere
non più io
che se mi fermo appena in questo nuoto
so che annego e vado a fondo
tu dici non c’è senso senza dio
che sangue piangono le madonne
e torna sano anche il cieco
e solo lui è il tempo giusto
che ti salva dal morire
io dico che avrei voluto
che il tuo dio fosse migliore
un dio che odia tutte le croci
un dio che sa quanta tristezza
dimora in chi non è felice
e sì lo so sarai eterna
ed io da vivo
già condannato a morte.

*

Ci sono giorni lunghi
dalle coperte sfatte
ed i piatti sporchi,
la faccia alla parete
e le lancette ferme
(un quadro in bianco e nero
dove sto seduto
e penso alla mia vita
e a quanto è stata breve,
e poco importa se tu all’indomani
mi hai visto dritto in strada
un giorno, un mese, un anno
e ancora un tempo lungo)
ci sono giorni fermi
e l’essere felici
è un’orma di farfalla
morta in una pietra.

*

È per lo più smentire
ridurre a un fascio di fotoni
questo scoppio di luce
a inizio giorno,
e i fiori sopra al muro
le foglie verdi d’aprile
le lontananze astratte
di vapori e cielo,
ritardano di un appena
la verità bastarda
che qui è di seconda mano il vivere
un ciclo necessario
di chimica e di sperma.

 

Francesco Palmieri è nato ad Altamura, nell’entroterra barese, ma vive in Lombardia da diverso tempo. Docente di lettere, collabora con siti, riviste, case editrici, occupandosi prevalentemente di critica letteraria. Suoi testi sono presenti in siti e blog di letteratura e in diverse antologie.  Nell’ottobre del 2012 ha pubblicando per la Vita Felice la sua opera prima Studi lirici (solo parole d’amore), alla quale sono seguite due raccolte, edite da Terra d’ulivi edizioni: Fra improbabile cielo e terra certa (2015) e Il male nascosto (2016).

 

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