Foto di Héloïse Faure ©

Poesia del nostro tempo. Un inizio 2019 interessante e con molte novità.
Innanzitutto la selezione più letta a gennaio è stata quella di Irene Paganucci, brevi componimenti inediti che si interrogano sulla vita e sull’identità, e con duro realismo ci portano tragicamente su un ponte, quello di Genova.
Molte sono state le novità del mese passato, proposte nelle varie rubriche, ma partiamo dalla situazione della Classifica generale perché escono di scena, dopo un anno di permanenza, il saggio su Patrizia Vicinelli di Davide Galipò e la selezione dal libro d’esordio ordine e mutilazione di Elena Zuccaccia. Li segnalo l’ultima volta questi articoli: entrano al loro posto i profili di due interpreti della poesia e delle pratiche performative, Simone Savogin, pluricampione di poetry slam e reduce dall’esibizione a Italia’s Got Talent, e il poeticamente eccentrico Marko Miladinovic.

L’articolo più letto in assoluto a gennaio è la Superclassifica show della poesia | I titoli più venduti dai piccoli e medi editori nel 2018, inchiesta che continua a interessare i nostri lettori, come testimoniano gli 8000 utenti singoli che hanno letto l’articolo gemello lo scorso anno. Gli editori stanno ancora rispondendo, quindi continuate a visitare l’articolo, e soprattutto informatevi e ordinate i volumi che più vi convincono. È il modo migliore per incentivare la poesia italiana (e non solo).

A muovere le acque del dibattito a gennaio ci ha pensato Valerio Cuccaroni, che si è lanciato nella critica dei poeti legati alle pratiche dello spettacolo dal vivo, coniando una solida e duratura categoria, lo Spettacolarismo. Cosa si evince dall’articolo di Cuccaroni e dalla sua sottile ironia?
Che nella società capitalistica social mediata, gli utenti sono indotti a credere agli autori appariscenti, da palcoscenico, in costante ricerca di attenzioni sui social, e alcune case editrici sono pronte ad accettare la sfida della profilazione di possibili lettori attraverso questo nuovo canale distributivo/promozionale, a considerare un piano economico e a pubblicare. Dobbiamo ringraziare per questo il boom di copie vendute da Francesco Sole e Guido Catalano, sembra affermare Cuccaroni, che in un post sulla sua bacheca Facebook si interroga anche sul “fenomeno sociologico che sovrasta quello estetico”. Nonostante le opere siano di dubbia qualità, alcune case editrici hanno compreso che spesso è più il personaggio ad interessare un tipo di pubblico che si è formato grazie all’attività sui social. Basta che qualche critico, festival o premio, si presti ad autorizzare l’esistenza del poeta e voilà, la strada è pure in discesa, lo si può canonizzare. In pratica alcune case editrici ed editor sono a caccia di profili autoriali con forti attitudini narcisiste che, attraverso un palco reale o virtuale, cioè grazie a Instagram e Facebook, si esibiscono ogni giorno. In diretta web possiamo osservare anche il fenomeno dei supporter, una sorta di teatrino allargato che partecipa alla patetica commedia dell’autore/attore/poeta in questo nuovo mondo spettacolare/digitale. Se fino a dieci anni fa il lettore di poesia non incontrava quasi mai il poeta, oggi lo incontra ogni giorno; e giù così pioggia di like quando, ad esempio, l’autore afferma cose buffe, insomma scende sulla terra dalla Torre d’avorio… Se è proprio una giornata triste l’algoritmo del social media ci presenta questo poeta mentre richiede le nostre attenzioni, e li arrivano altri supporter che lo consolano, ad esempio se si lamenta di non venire invitato ai festival o di aver mangiato troppo; se va proprio male, e se qualcuno l’ha fatto arrabbiare, il poeta va in guerra, cioè è pronto a separare il suo uditorio in amici e nemici. Nemico è colui che esercita una qualsiasi forma di critica e il poeta chiama a raccolta i suoi profilati: diversi sono i poeti che hanno adottato questa tattica negli ultimi mesi per attirare l’attenzione e difendere così la propria identità autoriale, ma anche per attaccare altri autori. Insomma, come capirete, non è proprio un bel momento.

I processi della costruzione dell’identità sui nuovi media sono da meditare con grande attenzione, anche per evitare paradossi e ipocrisie, sembra avvertire Cuccaroni – credo lo avvertisse pure Baudelaire scrivendo che sans horreur si può scendere negli Inferi, rubando piaceri furtivi, visto che un peuple de Demóns si diverte nel nostro cervello. Da un lato osservare i demoni personali esibirsi nella rete può essere divertente, dall’altro devo constatare che l’orrore e la morte a cui quotidianamente assisto sono di una verità suprema, dalla Siria alla Libia, nel Mediterraneo insanguinato, a causa dei maltrattamenti e degli stupri nelle carceri libiche che anche il Governo dell’Italia ipocritamente chiama porti sicuri, e poi la grande ipocrisia del postcolonialismo, unita a quella mondiale del traffico di armi quando un sorridente Macron visita l’Egitto per vendere artiglieria di vario genere e conforto, o l’indifferente e cervellotica burocrazia della UE che però si pente di non aver fatto abbastanza per la Grecia… Senza parlare dei veri problemi economici e dell’ambiente.
Sans horreur è la poesia al tempo dello Spettacolarismo, ma l’orrore c’è.

Tuttavia i social ogni tanto ci sorprendono: colgo l’occasione di postare una poesia di Francesco Giusti (nella foto di copertina di Héloïse Faure), figura storica della Venezia sommersa, che ha frequentato Franco Beltrametti, Tom Raworth, Dario Villa, Corrado Costa, Patrizia Vicinelli, Dadi Mariotti, James Koller… La poesia Francesco Giusti ce l’ha liberamente donata sul Facebook di Poesia del nostro tempo. Torneremo sul profilo di questo poeta sommerso nei prossimi giorni, ma lo ringrazio perché anch’io, come lui, penso che dovremmo interrogarci sulle allegorie di un certo sistema economico, politico, mediatico.

 

CONSEGUENZE

La fame nera
avanzò come un esercito imperiale
abbattendo casupole in linea retta,
fanfara in testa. La gente riempì le chiese allora,
i colori ancora dentro le sterminate vetrate gotiche. Stava
già o andò ai piedi dei santi i quali non avevano
particolari idee a riguardo. Qualcuno dovette
raccogliere la voce che si mise a girare coram populo
per iniziare a mettersi per strada. L’economia che alzava
a dio il profitto aveva sempre meno ciccia
attorno all’osso, questo era. “Bisogna cercare tutti i cavalli
dei monumenti equestri” rimbalzò sotto le navate.
Li trovarono, i cavalli, pesanti,
un di più nelle spese pubbliche per ossequiare i forti,
radunati lungo l’argine a brucare l’imbrucabile.
Di lì a poco, a fuochi accesi, capirono
che le cosce di bronzo fuso con cui onorarono divise e gradi
non cucinavano affatto.

 

I primi tre della classifica annuale a febbraio 2019*

Gabriele Galloni fotografato da Arianna Vartolo

Al primo posto c’è Gabriele Galloni con una selezione da Creatura breve (Ensemble 2018), una plaquette composta da poesie sul tema di un’esistenza vissuta come mistero: si parla di una “terra secca che si sbriciola”, una sorta di materia che ha breve durata, appunto una “creatura breve”, quasi la vita e il mondo fossero il ritaglio di una diapositiva, il riflesso parziale di una escatologia, di una visione più vasta, ma impossibile da raggiungere. Via via la trama del libro si infittisce e compaiono personaggi “religiosi” descritti con ironia e sarcasmo nell’esecuzione di rituali e preghiere, evocazioni di quanto fintamente possa essere vissuto il rapporto con la vita, fino a prendere in same anche la distorsione della religione con il tema della pedofilia.

 

Al secondo posto, Gassid Mohammed e il suo libro La vita non è una fossa comune, edito da L’Arcolaio: si tratta di una opera che guarda sia all’Iraq che all’Italia e, come scrive Luca Cenacchi, “raccoglie la sfida di amalgamare tradizioni e stili letterari diversi”. Scrittore, poeta e traduttore, Gassid Mohammed nasce e cresce a Babilonia, e dopo la laurea quadriennale a Baghdad continua i suoi studi a Bologna. Nel 2011 conclude i suoi studi in Italianistica e consegue il dottorato nel 2015. Svolge le sue attività letterarie e culturali a Bologna e in altre città italiane, facendo parte di diversi gruppi. Attualmente vive a Bologna ed è docente di lingua araba all’Università di Bologna e all’Università di Macerata.

 

Al terzo posto si colloca Giuseppe Nava, che con l’opera Esecuzioni rielabora in endecasillabi le sentenze a morte emesse durante la Grande Guerra. “La sfilza di fucilati al petto o alla schiena con disonore, ma senza difesa alcuna, è raccontata con le parole delle sentenze, e relative motivazioni, ridondanti di retorica patriottarda, che segnalano un gap comunicativo insanabile. Neanche una parola o una stringa è estranea ai registri delle sentenze, mentre la lettera di un condannato a morte alla moglie sembra voglia sciogliere il groppo emotivo e aprire in soggettiva un varco al dolore”.

Tutta la classifica*

1. Gabriele Galloni – Poesie tratte da Creatura breve (Ensemble 2018)
2. Gassid Mohammed – Poesie tratte da La vita non è una fossa comune (L’arcolaio 2017)
3. Giuseppe Nava– Poesie tratte da Esecuzioni (D’If 2013)
4. Lorenzo Carlucci– Poesie tratte da La comunità assoluta (Lampi di Stampa 2008)
5. Christian Tito – Inediti
6. Francesca Martinelli – Poesie tratte da Ex voto di briganti, fate, santi, contadini (FrancoPuzzo 2017)
7. Gian Mario Villalta – Poesie tratte da Telepatia (Lietocolle 2016)
8. Simone Savogin – Poesie tratta da Come farfalla (Millegru 2018)
9. Marko Miladinovic – Poesie tratte da L’umanità gentile (Miraggi 2017)
10. Francesca Mazzotta – Poesie tratte da Reduci o redenti (Carta Canta 2016)

Poeti più letti nell’anno
Laura Marino 2017 – Inediti
Patrizia Vicinelli
2018 – Saggio di Davide Galipò

Poeti più letti del mese
Carlo Bordini maggio 2017. Poesie tratte da I costruttori di vulcani (Luca Sossella 2010)
Angela Bonanno
giugno 2017. Saggio su tutte le opere, a cura di Silvia Rosa
Domenico Brancale
luglio 2017. Inediti, poi pubblicati in Per diverse ragioni (Passigli 2017)
Giancarlo Sissa
agosto 2017. Poesie tratte da Persona minore (Qudulibri 2015)
Franco Arminio
settembre 2017. Poesie tratte da Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere 2017)
Hilà Lahav
ottobre 2017. Intervista e selezioni di inediti a cura di Biagio Guerrera
Marilina Ciaco
novembre 2017. Inediti
Laura Marino
dicembre 2017. Inediti
Elena Zuccaccia gennaio 2018. Poesie tratte da ordine e mutilazione (Pietre Vive 2016)
Gian Mario Villalta febbraio 2018. Poesie tratte da Telepatia (Lietocolle 2016)
Alberto Bertoni marzo 2018. Inediti
Francesca Martinelli aprile 2018. Poesie tratte da Ex voto di briganti, fate, santi, contadini (FrancoPuzzo 2017)
Pierluigi Cappello
maggio 2018. Poesie tratte da Le nebbie (Campanotto 1994/2003) e saggio di Carlo Selan
Christian Tito giugno 2018. Inediti
Jonida Prifti luglio 2018. Inediti e intervista di Silvia Rosa
Noemi de Lisi agosto 2018. Poesie tratte da La stanza vuota (Ladolfi 2017)
Gabriele Galloni settembre 2018. Poesie tratte da Creatura breve (Ensemble 2018)
Vittoriano Masciullo ottobre 2018. Poesie tratte da Dicembre dall’alto (L’Arcolaio 2018)
Gaia Ginevra Giorgi novembre 2018. Poesie tratte da Manovre segrete (Interno poesia 2017)
Adriano Spatola dicembre 2018. Saggio di Giovanni Fontana
Irene Paganucci gennaio 2019. Inediti

* Per la classifica vengono presi in considerazione i post più letti nell’ultimo anno su Poesia del nostro tempo

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