Dalla prefazione di Alessandro Silva

 

“Joan Josep Barceló si guarda intorno (e altrove): le strade, le persone, la sottigliezza di ombre e le ore morte salgono i muri dell’edificio e si protendono in avanti, dalla finestra con i vetri aperti, per succhiargli i piedi. L’uomo poeta ogni cosa raccoglie e, nel tentativo di conciliare un linguaggio forte con la realtà, crea un corpo poetico nuovo fatto di fessure del vento, simboli e fulmini in guerra. Un corpo in tensione verso il caos del mondo”.

 

da de sang / di sangue (Il Convivio Editore 2018)

 

acquietandosi nel mare, la spina
è anche una carezza
che si indebolisce lentamente quando bacia
le erbe marine.

tutto è ferita e tenerezza,
come la luminosità di un sole radioso
che attraversa
la rabbia fallita della nostalgia che scivola
sulla terra.

lei è solo un volto
del minimalismo coesivo che rifiuta
di essere seppellito
dall’inerzia infetta di zolfo.

lei è la crepa spezzata del vento.

lei è l’alternativa prescelta.

 

assossegant-se en el mar, l’espina
és també una carícia
que s’afebleix lentament quan besa
les herbes marines.

tot és ferida i tendresa,
com la claror d’un sol radiant
que travessa
la ràbia fallida de la nostàlgia que s’esllavissa
per terra.

ella és només un rostre
del minimalisme cohesiu que rebutja
a ser soterrat
per la inèrcia infectada de sofre.

ella és l’esquerda degollada del vent.

ella és l’alternativa escollida.

 

*

 

 

questa tortura mi attribuisce il precetto,
ammala
la consegna e rinnega le ragioni imposte.
la chimera maschera il disdegno
e scrolla i fastidi del tempo,
e piange…
la freddezza solo si diffonde
in un’istantanea tangenziale,
profana
i principi nell’abbozzo del digiuno,
e urla…

 

aquesta la tortura m’imputa el precepte,
emmalalteix
la consigna i renega les raons imposades.
la quimera emmascara el desdeny
i arronsa els enujos del temps,
i plora…
la fredor només es propaga
en una circumval·lació instantània,
profana
els principis dins l’esbós del dejuni,
i crida…

 

*

 

loro mi hanno detto
che io sono una bugia incastrata nella tua pelle,
una trigonometria sacra nella schiavitù
dell’uomo tradito.
la debolezza muore nei miei muscoli,
e nasce un’oscurità inaspettata
che salvo
tra mucchi di pietre e ossa di morti.

 

ells m’han dit
que jo sóc una mentida incrustada en la teva pell,
una trigonometria sagrada en l’esclavatge
de l’home traït.
la feblesa mor dins els meus muscles,
i neix una foscor imprevista
que guardo
entre munts de pedres i ossos de morts.

 

Joan Josep Barceló i Bauçà (Palma di Maiorca – Spagna, 1953). Ha studiato scienze umane e scientifiche nelle Università di Barcellona, ​​Isole Baleari, Madrid e Londra. È autore di numerosi libri di poesia in catalano e italiano. Sviluppa uno stile caratterizzato dal surrealismo e dall’astrazione. Ha pubblicato in italiano il desiderio è la scintilla del fuoco (Kimerik 2016), un attimo di tenerezza (Kimerik 2017), chiavi di persistenza (Aletti 2017), collegamenti covalenti (Aletti 2017), de sang – di sangue (Il Convivio 2018), grembo (Leonida Edizioni 2019), elettronegatività (Il Convivio 2019); in catalano, una mar de tempestes dins la nit (Editorial Cort 2010), emergència sobtada (El Petit Editor 2016), nòmades (Documenta Balear Edicions 2017), carn crua (Adia Edicions 2018), Svalbard (Adia Edicions 2018), Poesia Bloom (Adia Edicions 2018), suïcidi màfic (El Cep i la Nansa Edicions 2019).
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