«Il trambusto è continuo, recita il titolo di questa nuova raccolta di Nicola Romano. È un aggettivo che condividiamo, ma non si tratta di una semplice consonanza. Non ci sono prospettive a convergere nella galassia globale dove tutto, ormai, sembra davvero essere «continuo», sia che giunga ai sensi attraverso a vista, o l’orecchio, o la visione, come in un celebre libro di Italo Calvino, che faceva della continuità una categoria dell’invisibile. Romano, invece, è un poeta del concreto: con la sua scrittura, di volume in volume, ha tracciato, disegnato i contorni di un paesaggio cittadino e famigliare, e li ha riempiti di immagini nette, precise come i suoi affetti; ne ha scandagliato la sostanza più intima, le più remote lacerazioni, spartendosi tra toni che solo con approssimazione potremmo definire civili e momenti di più evidente lirismo, proprio in anni di reiterati attacchi a qualsivoglia pretesa di soggettività. Da questo punto di vista Romano è il soldato che difende la roccaforte, aspettando i tartari; l’ultimo che possa ancora padroneggiare, senza tema di incoerenza, gli strumenti dell’io.»

Tratto dalla prefazione di Roberto Deidier alla raccolta D’un continuo trambusto (Passigli editore, 2018) di Nicola Romano.

 

 

 

UTOPIA

La mia realtà
non sta oltre i cancelli
o tra i banchi sconnessi del mercato
e neppure
nel caos sparpagliato
delle parole senza epifania
La concretezza mia
non si disperde
nella mediocrità del quotidiano
o tra i budelli tronfi delle strade
dove il sozzo fluire
tracima come pioggia nei catoi
La mia realtà
è un’utopia vagante
che sbatte contro i cardini del tempo
ma che conduce
autentiche fonìe
a questo assurdo viver da poeta

 

***

 

URGENZA

A causa d’intenso traffico
si prega di richiamare più tardi
Ma quando saprò inserirmi
nel ritmo incalcolabile
della giostra impazzita
o tra i viluppi sottili
d’una bava di ragno?
Sembra già tardi
l’attimo che batte
e svelare non vuole
l’epilogo dovuto
se ogni fibra che smuove
s’avviticchia nell’ora
che invoca solamente
l’immanenza del mare

 

***

 

PRIMOGENITO

Quali e quante bellezze
s’incontrarono, madre
quando fu concepita
la mia sorte
e quanta allegria
di cieli sovrapposti
scese sulle lenzuola
ricamate a mano
lungo la primavera
del quarantacinque?
Con quante dita
accarezzaste insieme
curve di arcobaleni
e furie d’onde
guance di sole
e soffici abbandoni
dimenticando
bombe e privazioni?
Immaginare non so
di quella notte
il fuoco e la passione
e intanto acceso
resta quel calore
che forse ancora
porto nelle vene

 

***

 

SOLENNITÀ

Che sia pure solenne
quest’ora che
già il pendolo ha battuto:
era l’esatta ora
d’un ben preciso giorno
che più non tornerà
dentro le righe
di quest’agenda
donata dalla banca

 

 

 

Nicola Romano risiede a Palermo, dove è nato nel 1946. Giornalista pubblicista, collabora a quotidiani e periodici con articoli d’interesse sociale e culturale. Con opere edite ed inedite é risultato vincitore di diversi concorsi nazionali di poesia, tra cui il “Rhegium Julii”, il “Città di Como”, il “Giorgio La Pira”, “Sìlarus”, “Poesia in Aspromonte”, “Anteka”, “Emilio Greco”, la “Recherche 2015”, “Alda Merini” (Brunate, CO, 2015), Città di Partanna, 2017. Alcuni suoi testi hanno trovato traduzione in esperanto e su riviste spagnole, irlandesi e romene. Nel 1997 ha partecipato, su invito, ad incontri di poesia in Irlanda insieme all’ indimenticata attrice Mariella Lo Giudice ed ai poeti Maria Attanasio e Carmelo Zaffora, con lettura di testi a Dublino, Belfast, Letterkenny e Londonderry. Nel 1984 l’Unicef ha adottato un suo testo come poesia ufficiale per una manifestazione sull’infanzia nel mondo svoltasi a Limone Piemonte. Con il circuito de “La bellezza e la rovina” ha partecipato a letture itineranti insieme a Elio Pecora, Roberto Deidier, Maria Attanasio, Rosaria Lo Russo, Nino De Vita ed altri. Tra le sue ricerche, particolare attenzione ha prestato ai poeti Vittorio Bodini, Raffaele Carrieri, Leonardo Sinisgalli, Giorgio Caproni, Alfonso Gatto ed allo scrittore Antonio Russello. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: I faraglioni della mente (Ed. Vittorietti, 1983); Amori con la luna (Ed. La bottega di Hefesto, 1985) con prefazione di Bent Parodi; Tonfi (Ed. Il Vertice, 1986); Visibilità discreta (Ed. del Leone, 1989) con prefazione di Lucio Zinna; Estremo niente (Ed. Il Messaggio, 1992) con una nota di Melo Freni; Fescennino per Palermo (Ed. Ila Palma, 1993); Questioni d’anima (Ed. Bastogi, 1995) con prefazione di Aldo Gerbino; Elogio de los labios (Ed. C.Vitale, Barcelona, 1995); Malva e Linosa, haiku, (Ed. La Centona, 1996) con prefazione di Dante Maffìa; Bagagli smarriti (Ed. Scettro del Re, 2000) con prefazione di Fabio Scotto; Tocchi e rintocchi (Ed. Quaderni di Arenaria, 2003) con prefazione di Sebastiano Saglimbeni; Gobba a levante (Ed. Pungitopo, 2011) con prefazione di Paolo Ruffilli, tradotto a Barcelona (E) con ed. Emboscall; Voragini ed appigli (Ed. Pungitopo, 2016) con prefazione di Giorgio Linguaglossa; Birilli (Ed. dell’Angelo, 2016) 6 poesie con una incisione di Girolamo Russo; D’un continuo trambusto (Passigli editori, 2018) con prefazione di Roberto Deidier. Attualmente dirige la collana di poesia edita da “Spazio Cultura” di Palermo.

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