Mostra al Museo Archeologico di Nicosia (Cipro)
Artisti ciprioti, 2021
Nikos Kouroussis & Lia Lapithi

EPIFANIE DI BELLEZZA NEOGRECA

Nona puntata: ALGOS – ΑΛΓΟΣ

Rubrica e traduzioni dal greco di Alexandra Zambà

 

Dedicata alla trainante forza del dolore nella poesia.
Prendono parte i seguenti poeti/poetesse neogreci: Odysseas Elytis, Katerina Anghelaki – Rooke, Ioannis Gryparis, Nikos Kavvadias, Argyris Chionis, Chiannis Varveris, Sotirios Pastakas, Costas Reousis, Avgi Lilli. Artisti: Nikos Kouroussis & Lia Lapithi. Compositore Mikis Theodorakis

La parola Algos per gli antichi greci è la personificazione del dolore, è il dio dei dolori e il dio della discordia, perché il dolore porta il caos. Nel linguaggio medico, algia è il dolore localizzato, il dolore che è connesso alla Vita, la molla che spinge, spesso, le persone ad andare in analisi e che le porta verso una “nuova esistenza”. Il dolore ci riporta a noi stessi e spesso questo rimando ci lascia tramortiti.
La parola Algia (dolore), è più spesso usata come secondo elemento di termini composti derivati dal greco e formatisi in epoca moderna, come nevralgia, gastralgia, cefalalgia, otalgia, lombo-sciatalgia, eccetera (Vocabolario Treccani).

Algos discenderebbe da una forza oscura, primordiale, irrazionale e, in effetti, il dolore porta caos, disordine, irrazionalità nella vita umana. I greci indicano con la parola algos, l’idea di “dolore, patimento, sofferenza”. Di conseguenza, scrive il poeta premio Nobel Odysseas Elytis (Oδυσσέας Eλύτης):

«Ama l’altro anche quando lui si tinge di nero. Amalo anche quando non ti vuole parlare e si sente male e si allontana da te. Amalo anche quando lui non ama se stesso, proprio a quel punto ha maggior valore e necessita del tuo amore. Perché la vita non è solo gioia e risate. La vita è dolore. Molto dolore. É veramente un peccato nei momenti di dolore non avere accanto una persona che ci ama.»

Il dolore per i greci è esperienza di morte, ed in questo senso è tragedia. Il dolore appartiene al tragico come dimensione dell’ineluttabile. Su questa base ogni dolore potrebbe dirsi tragico, cioè non è nelle mani dell’uomo ma del divino.
Per Epicuro il dolore sarà sempre temuto, anche in piena felicità, perché può apparire da un momento all’altro.

Come vivono il dolore i poeti neogreci?
Le loro sono poesie profondamente umane, tentano di risanare le ferite, mentre le cicatrici restano a ricordarle. Riporto le parole della poetessa Katerina Angelaki-Rook (Κατερίνα Αγγελάκη-Ρουκ), in un’ intervista di Tesy Baila del 10/4/2018:
«…lo dico sempre, la poesia nasce da una ferita e la poesia è anche la cicatrice di quella ferita. Io sono piena di cicatrici. Queste mi hanno dato l’ispirazione. Sì, i poeti sono particolarmente necessari in questi tempi miserabili… dalla ferita zampilla la creazione; perché una poesia nasca – forse ogni opera d’arte, ma io so solo di questo – ha bisogno di una ferita. La poesia è la cicatrice. La poesia è premuta sulla cicatrice, con la poesia l’anima guarisce. Certo, il dolore è vissuto da ognuno di noi, ma si diffonde come una nuvola e perciò cessa di essere esclusivamente personale».

Il poeta Ioannis Gryparis (Ιωάννης Γρυπάρης) scrive:

Afferra l’acuto dolore / macinalo in silenzio tra i denti. / Versa l’acqua dell’oblio / nel folle vino dell’ebbrezza. /
(Μάθε τὸν πόνο τὸ γερὸ / βουβὸς στὰ δόντια σου ν᾿ ἀλέθεις. / Χύνε τῆς λήθης τὸ νερὸ / μὲς στὸ τρελὸ κρασὶ τῆς μέθης.)

***

Θεοδωράκης – Όταν Σφίγγουν Το Χέρι: Theodorakis- Quando stringono la mano

 

Nikos Kavvadias – Νίκος Καββαδίας (1910 – 1975)

Parallelismi

Tre cose ho visto assomigliarsi in questo mondo.
Le bianchissime ma luttuose scuole dell’Occidente,
le prue sporche e tenebrose dei mercantili
e le dimore delle prostitute, donne perdute.

Tutte e tre hanno una strana parentela
nonostante la loro profonda differenza
tra di loro si assomigliano molto, perché gli manca
il movimento, l’agio del luogo e la gioia.

*
Παραλληλισμοί
Τρία πράματα στὸν κόσμο αὐτό, πολὺ νὰ μοιάζουν εἶδα.
Τὰ ὁλόλευκα μὰ πένθιμα σχολεῖα τῶν Δυτικῶν,
τῶν φορτηγῶν οἱ βρώμικες σκοτεινιασμένες πλῶρες
καὶ οἱ κατοικίες τῶν κοινῶν, χαμένων γυναικών.
Ἔχουνε μία παράξενη συγγένεια καὶ τὰ τρία
παρ᾿ ὅλη τὴ μεγάλη τους στὸ βάθος διαφορά,
μὰ μεταξύ τους μοιάζουνε πολύ, γιατὶ τοὺς λείπει
ἡ κίνηση, ἡ ἄνεση τοῦ χώρου καὶ ἡ χαρά.

***

Argyris Chionis – Αργύρης Χιόνης (1943 – 2011)                                                                                                                                                          (La voce del silenzio- Η φωνή της σιγής)   

“Ho sete d’amore, ho fame d’amore, ho dolore d’amore..
Urlo per amore, muoio per amore… però
Sono il lupo, il lupo cattivo e non si può…
Non è possibile che io abbia questi sentimenti…
Perché se le pecore lo sapessero,
si sarebbero gettate addosso a me per sbranarmi…”

*
«Διψάω γι’ αγάπη, πεινάω γι’ αγάπη, πονάω γι’ αγάπη..
Ουρλιάζω γι’ αγάπη, πεθαίνω γι’ αγάπη… αλλά..
Είμαι o λύκος, o κακός o λύκος και δεν γίνεται..
Δεν είναι δυνατόν τέτοια αισθήματα να έχω..
Γιατί αν το μάθουνε τα πρόβατα,
θα πέσουνε να με σπαράξουν…»

***

Ghiannis Varveris – Γιάννης Βαρβέρης (1955-2011)

(Dall’estero- Στα ξένα, 2001)

In confidenza, pacche sulle spalle

Da queste parti conosco degli anziani
che quando domandi rispondono
con solo l’indispensabile
in una lingua antica
in gentile sanscrito incomprensibile
e dopo di che s’allontanano
nella loro parziale demenza, lontani.

Quante cose puoi imparare dallo strazio
delle frasi
e in quale uomo saggio potrai evolvere
dai loro occhi secchi che fissi lamentano
siccome i loro figli sono diventati sordi
niente di tutto questo hanno
imparato –
certi rigogliosi asini parlanti
che ci hanno accerchiato e ci spiano
con i regali di latta come trofei
confidenziali.

*

Ο ενικός, χτυπήματα στην πλάτη

Εδώ γνωρίζω ηλικιωμένους
που αν τους ρωτήσεις απαντούν
και μόνον τ’ απαραίτητα
σε μια γλώσσα παλιά
ευγενική σανσκριτική ακατανόητη
κι ύστερα πάλι φυγαδεύονται
στη μερική τους άνοια, μακρινοί.

Πόσα μπορείς να μάθεις απ’ τα σπαράγματα
των φράσεων
και σε τι άνθρωπο σοφό μπορείς να εξελιχθείς
απ’ τα στεγνά τους μάτια που απλανή θρηνούν
επειδή κώφευσαν
τίποτε απ’ όλ’ αυτά δε διδαχτήκαν
τα παιδιά τους –
κάτι σφριγώντα κούτσουρα λαλίστατα
που μας κυκλώσαν και παραμονεύουν
με τα ντενεκεδένια δούρεια δώρα
της οικειότητας.

***

Sotirios Pastakas – Σωτήρης Παστάκας (1955)

(Isola di Chio – Νήσος Χίος, 2000)

Il dolore comincia quando scordiamo
la ferita. Il foro d’uscita del proiettile
non c’è più. Quello d’entrata è
guarito e si è rimarginato.

Il dolore resta chiuso dentro.
Non puoi localizzarlo
in organi, tessuti e cellule.
Nulla lo testimonia.

Diffuso e inafferrabile,
assomiglia alla gioia. Il dolore,
amore mio, quando è intenso muta
in gioia che travolge.

Solo chi ha molto amato,
può nuovamente amare.
*
Ο πόνος αρχίζει όταν ξεχνάμε
την πληγή. Έξοδος του βλήματος
δεν υπάρχει. Η είσοδός του έχει
ιαθεί και κλείσει.

Ο πόνος είναι κατάκλειστος.
Δεν μπορείς να τον εντοπίσεις
σε όργανα, σε ιστούς και κύτταρα.
Τίποτα δεν τον μαρτυρεί.

Διάχυτος κι ασύλληπτος,
σαν τη χαρά φαντάζει. Ο πόνος,
αγάπη μου, γίνεται όταν είναι
μεγάλος, χαρά που συναρπάζει.

Μόνον όποιος αγάπησε πολύ,
μπορεί να αγαπήσει πάλι

***

Costas Reousis – Κώστας Ρεούσης (1970)                                                                                                                                               

(Asclepion dell’amarezza – Ασκληπιείο της πικροσύνης  2020)

Cefalonia

a Gerasimo Lykiardopoulo

 

“Quando verranno i fenicotteri”, hai detto.

E sono rimasto a guardare le desolate saline
Di un luogo che non meritano gli uomini.

Per decenni, privo d’amore
Ho sete di mare, e di quella
Isola degli anni del ragazzo che fui.

Marcisco nelle allegorie
Di un inaridito
E abbandonato porto.

*

Κεφαλονιά
στον Γεράσιμο Λυκιαρδόπουλο

«Όταν έρθουν τα φοινικόπτερα», είπες.

Κι έμεινα να βλέπω τις παντέρημες αλυκές
Ενός τόπου που δεν αξίζει στους ανθρώπους.

Δεκαετίες ξέμπαρκος
Διψώ για θάλασσα, και για ’κείνο
Το νησί από τα χρόνια του παιδιού που υπήρξα.

Σαπίζω στις αλληγορίες
Ενός άνυδρου
Και χέρσου λιμανιού.

***

Avgi Lilli – Αυγή Λίλλη (1980)

(Una coda sul bordo, 2021)

Sirena

mortale
la pelle sussulta ed io

piango;
la lingua

mostra
i denti, mi sbra-
na
ed ecco la poesia

fatale
con fil di ferro

fare
trecce

corona
dorata

nastri
e sale

acqua
che in testa piove mi

getta
in ginoc-

chio

*
Σειρήνα
θνητό
το δέρμα σκιρτά κι εγώ
κλαίω·
τη γλώσσα
βγάζει
τα δόντια, με κατα-
σπαράζει
και να το ποίημα
μοιραίο
με σύρμα
πλέκει
κοτσίδες
κορώνα
χρυσή
κορδέλες
κι αλάτι
νερό
στο κεφάλι ραίνει με
ρίχνει
στα γόνα-
τα

 

 

 

Odysseas Elytis – Οδυσσέας Ελύτης (1911 – 1996) fu uno dei maggiori rappresentanti del surrealismo in Grecia, apprezzato per il vigore dello stile delle sue poesie. Tra le più importanti poesie del periodo surrealista sono Orientamenti (1940) e Sole, il primo (1943). Fu partecipe anche degli avvenimenti della Seconda guerra mondiale, esperienza dalla quale trasse ispirazione per scrivere il poemetto epico Canto eroico e funebre per il sottotenente caduto in Albania (1945). Nel 1979 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura.

Katerina Anghelaki-Rooke (Κατερίνα Αγγελάκη-Ρουκ) è poeta e traduttrice nata e vissuta ad Atene. Le sue poesie, con una costante meditazione sulla morte, trattano la relazione tra l’essere umano e la natura, la ricerca esistenziale femminile, l’esperienza di essere donna in una società tradizionale, con un linguaggio semplice e colloquiale. In Grecia è considerata una delle principali voci poetiche della sua generazione. Ha ricevuto molti premi e onorificenze. Ha tradotto dall’inglese e dal russo grandi poeti come Saul Bellow, Joseph Brodsky, Seamus Heaney, Sylvia Plath, Dylan Thomas e Derek Walcott. Leonid Andreyev, Vasily Grossman, Mikhail Lermontov, Vladimir Mayakovsky, Alexander Pushkin, Varlam Shalamov, Andrei Voznesensky.

Ioannis Gryparis – Ιωάννης Γρυπάρης (1870-1942), nato all’isola di Sifnos (Σίφνος), scrittore di prosa e di poesia e traduttore, è stato dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione e direttore del Teatro Nazionale. Ha tradotto sette dei dieci libri della Repubblica di Platone, in demotico, cioè nella lingua del popolo, pubblicati dopo la sua morte.

Nikos Kavvadias-Νίκος Καββαδίας (1910-1975), figlio di genitori greci, nacque in una cittadina provinciale della Manciuria. Giovanissimo fecce ritorno in Grecia con i genitori. Ha pubblicato tre raccolte di poesie: Μαραμπού (Marabù), pubblicata nel 1933, quando aveva vent’anni, Πούσι (Nebbia) nel 1947 e Τραβέρσο (Traverso) nel 1975, così come due racconti e il romanzo Βάρδια (Τurno di guardia). Kavvadias cantore del mare, racconta storie ricche di immagini di luoghi esotici, prostitute, capitani forsennati e ricordi di guerra. Le sue storie si fondono in un mondo onirico, in parte immaginario, in parte vero.

Argyris Chionis – Αργύρης Χιόνης (1943-2011), nato ad Atene da genitori isolani profughi, ha iniziato prestissimo a scrivere poesie. Da giovanissimo ha lavorato come facchino studiando presso le scuole serali. Durante il periodo della dittatura in Grecia si trasferì a Parigi e poi ad Amsterdam. Nel 1977 tornò in Grecia e successivamente si stabilì a Bruxelles per dieci anni come traduttore del Consiglio dell’Unione Europea. Nel 1992 si dimise da questo incarico e si ritirò a Throfari, un piccolo villaggio nella montagna di Corinto, dove si dedicò fino alla fine della sua vita alla coltivazione della terra e alla poesia. Ha raccolto le sue poesie e le pubblicò in un’unica raccolta dal rirolo La voce dell’anima. Le sue poesie e i racconti sono stati tradotti e pubblicati in molte lingue.

Ghiannis Varveris – Γιάννης Βαρβέρης (1955-2011), nato ad Atene dove ha vissuto, era poeta, saggista e traduttore. Ha pubblicato undici raccolte di poesia e ha tradotto e pubblicato opere di Aristofane, Menandro, Moliere, Marivo, Whitman, Sandrar, Prever, Mrozek, Carrington, Ferre, Brassens e un’antologia sulla morte. La sua poesia è stata tradotta in molte lingue.

Sotirios Pastakas- Σωτήρης Παστάκας (1954) è nato a Larissa in Tessaglia, dove vive. Ha studiato medicina a Roma e per trent’ anni ha lavorato come psichiatra ad Atene. Poeta, traduttore, saggista, produttore radiofonico, romanziere, insegnante di scrittura esperienziale, fondatore di riviste e curatore di antologie, ha pubblicato diciassette raccolte di poesie, un monologo teatrale, un libro di saggi e traduzioni di poeti italiani (Sereni, Penna, Saba, Pasolini, Gatto). Proprio la sua dimestichezza con la lingua e con la letteratura italiana ha contribuito in maniera determinante alla messa a punto della sua poetica, caratterizzata da uno stile originale e di grande eleganza formale. Nel 2001 ha co-fondato la World Poetry Academy di Verona e, nel settembre dello stesso anno, ha ricevuto una borsa di studio da Hawthornden Castle. Nel 2002 ha fondato la rivista online di arte poetica www.poiein.gr. È stato tradotto in 16 lingue.

Costas Reousis- Κώστας Ρεούσης (1970) nato ad Atene, è considerato un autentico rappresentante della poesia surrealista. Ha studiato legge presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Atene, senza mai conseguire la laurea, studiando allo stesso tempo letteratura e poesia greca ed europea. Nel 1995, ad Atene, pubblica in edizione privata Camaleonte, la sua prima raccolta di poesie. Dal 1999 si stabilisce a Nicosia, da dove proviene il padre, e fonda la “Corrente Surrealista di Nicosia”. Da allora pubblica altre cinque raccolte e un’antologia di poesie scelte tradotte in spagnolo. Nel 2020 il poeta torna con la raccolta di poesie, Σμπαράλια (Ένα ποίημα σε 12 Ώρες & 3 Φωνές): ” Sbaraglio (Una poesia in 12 Ore & 3 Voci )” mette in scena, il logico, l’illogico e l’irrazionale.

Avgi Lilli –Αυγή Λίλλη (1980)  è nata a Nicosia (Cipro) dove vive. Ha studiato Filologia greca classica e moderna presso l’Università di Cipro e ha completato il suo dottorato di ricerca presso l’Università di Atene su Il lavoro critico e immaginario di Alexandros Kotzias. Scrive poesie, racconti e sceneggiature brevi. Ha pubblicato le raccolte di poesia: nel 2011 Appunti informali su un salvagente, nel 2018 Il massacro del secolo e nel 2021 “Una coda sul bordo”. Sue poesie sono state tradotte e pubblicate in varie lingue, così come i suoi racconti, su riviste letterarie cartacee e online.

Nikos Kouroussis (1937), cipriota di nascita ha studiato in Accademie e facoltà di Belle Arti in vari paesi del mondo. Ispirato da miti antichi e moderni crea le sue opere utilizzando un ricco vocabolario visivo. Dipinge e scolpisce al suo laboratorio a Nicosia (Cipro) e ha al suo attivo molte mostre nazionali e internazionali.

Lia Lapithi (1963) ha studiato Belle Arti e Architettura in America. Esprime l’arte nella quotidianità con materiali d’ogni tipo materiali di ogni tipo. Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive.

Compositore: Mikis Theodorakis (1923-2021). Ha vissuto una vita complessa abbracciando il popolo greco e lottando per la democrazia e la giustizia. Tutti i greci cantano le sue canzoni. E’ considerato uno dei più importanti greci moderni.

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