Il gruppo rock Fast Animals e Slow Kids, porta con sé qualcosa di animalesco, selvaggio, inafferrabile nonostante la chiarezza di alcuni messaggi contenuti nei loro testi, tutti in lingua italiana. Da un po’ di tempo ad oggi, pare infatti che sia uno solo il gruppo made in Italy in grado di usare la nostra lingua per scrivere e cantare rock nel nostro Paese. Spiace deludere i loro fans, ma c’è molto altro che vale la pena ascoltare.
Il valore e il quid aggiuntivo di questa band nata nel 2008 e composta da quattro ragazzi di Perugia, sta forse nella sincerità dei testi e della musica, che coerentemente con le parole spinge in avanti il ritmo e conferisce profondità agli album. L’ultimo lavoro, uscito pochi giorni fa, intitolato È già domani, raggiunge una maturità artistica segnata dalla coerenza tra le varie tracce ed il tema conduttore che le lega una all’altra. Interessanti a tal proposito la prima e l’ultima canzone che portano il titolo, appunto, dell’album, con una leggera differenza tra le due nell’utilizzo del termine “ora” che compare nella dodicesima traccia, non casualmente. La prima pare una sorta di Intro, solo chitarra e voce, una ballata sinuosa e malinconica dove il senso dell’attesa si configura come una parentesi tra due persone che si amano e non riescono a raggiungersi se non col pensiero, perpetuando il desiderio di non dimenticarsi. L’ultimo brano accorcia le distanze tra il presente ed il futuro, ma c’è una solitudine dura da sopportare, rafforzata dal fatto che il cantante passa dalla terza alla seconda persona rivolgendo in realtà a se stesso le seguenti affermazioni: «Chiudi le finestre almeno / che quando passano ti svegliano / non guardare gli horror scemo /che dopo non ti passa un attimo / tendi quelle braccia al cielo / quando alla radio senti i Rolling Stones / chiediti se sei sincero / chiedilo ancora un po’ / chiedilo ancora un po’». Oltre a queste due canzoni, che insistono sul senso del tempo, sulle mancanze e sulla abitudini poco gioiose che caratterizzano la vita di ciascuno, vi sono altri due brani particolarmente incisivi dal punto di vista del testo, e cioè Cosa ci direbbe e Lago ad alta quota. Qui si aprono spazi, territori e si riportano sensazioni che sfuggono alla regolarità del giorni, divenendo occasione di recupero di memorie, a tratti simboliche e pittoriche che acquistano significato per il dolore e le speranze che celano, mai afferrabili, mai veramente reali nella dimensione del presente. Infatti la prima strofa di Lago ad alta quota risulta già notevolmente evocativa: «Sembra quasi densa, le nuvole muovono pioggia / La casa si allaga di nuovo e nessuno che apre la porta /Si accumula terra / Bionda come il grano, sorride di un vago ricordo / Si siede, affronta la cena da sola e nessuno la sente / Fa finta di niente». Più amaro e orecchiabile il primo singolo estratto da questo album, in cui si inserisce anche la voce di Willie Peyote; in questo caso emerge la scontentezza e la delusione verso il presente, come troviamo anche nel brano In vendita che sorprende per l’efficace utilizzo dell’incalzante batteria e perché ricorda il ritornello del celebre Mi vendo di Renato Zero (anche se il gruppo non ha l’animo circense). Di seguito il testo completo di questo brano (tratto da www.l-hit.com).

Mi gira un po’ la testa
Ma portami più in su
Mi ubriaco con un sorso
Mi concedo a chi vuoi tu

Proprio così
Come facevano gli attori nei film, nei film
Sorridi di più, che questa vita in fondo è solo una commedia
Parla di noi, dei compromessi e i turni per fare la spesa
Parla di me, della paura di invecchiare e non aver mai chiesto scusa

Mi gira un po’ la testa
Ma portami più in su
Mi ubriaco con un sorso
Mi concedo a chi vuoi tu

Guardaci noi siamo in vendita
Credici per sempre giovani
Deboli troviamo un modo per non perderci più
Il mondo come vuoi tu

Prova se vuoi, a realizzare i sogni dei tuoi genitori
Ci provo anch’io, ma non funziona. non imparo dagli errori

Mi gira un po’ la testa
Ma portami più in su
Mi ubriaco con un sorso
Mi concedo a chi vuoi tu
E poi parlo troppo, scelgo tutto, faccio ciò che non vorrеi
E allora torno indietro e penso che
Se mi faccio paura ora ne faccio anche a te (Buh!)
(ma portami più in su)

Guardaci noi siamo in vendita
Credici per sempre giovani
Guardaci noi siamo in vendita
Credici per sempre giovani
Deboli troviamo un modo per perderci più
Il mondo come vuoi tu

 

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