da Figure terrene (LietoColle 2020)

 

Spalanco la cigolante porta-finestra
per lasciar entrare in camera il fresco
di questa sera di luglio, come tante,
mentre un misto di dolore e noia
incagliato in un gesto accennato
padrone del mio animo si trastulla
di quanto scavo possa farvi dentro.

 

 

Le ascelle del ragazzo
che ha dormito fino a tardi
e pigramente si lancia muto
sulla colazione, in una sua ora
autentica di pane, docile e scarna
i capelli arruffati, la pelle sensibile
pure oggi che è vento e sembra
le cose assumino una
posa ottusa e sottomessa.

 

 

Penso a te in modo pretestuoso
perché le parole giungano al pettine,
perché sono asfittico, ne ho piene
le saccocce del perbenismo amoroso
ognuno al posto suo tra le pulsioni
a mordersi la pelle come cani ringhiosi,
poi sorrisi ammorbati di solipsismo,
manutenzione puntuale del loro stato,
compunti impiegati del senso corretto.

 

Fabrizio Cavallaro è nato a Catania nel 1967. Laureato in Scienze Politiche, ha fatto studi di musica e teatro. Ha pubblicato alcune raccolte di versi, tra cui Latin lover (Prova d’autore 2002); Poesie d’amore per Clark Kent (Lietocolle 2004), L’assedio (Edizioni Novecento 2016); Sala d’aspetto (Eretica 2017); Di seconda virtù (Interno Poesia 2017); Indiscrezioni (plaquette d’arte – Gaele Edizioni 2018); Estività (Ensemble edizioni 2018); In febbre e sudori ( A&B editore 2019); 5 poesie d’amore e di rivoluzione (Plaquette d’arte in 30 copie numerate e firmate – Neldubbiostampo 2020) e Figure terrene (LietoColle 2020). È curatore, dei volumi antologici: L’arcano fascino dell’amore tradito – tributo a Dario Bellezza (Giulio Perrone Editore 2006) e Umana, troppo umana – poesie per Marilyn Monroe (Aragno 2017).
Ha curato, nel 2004, la raccolta postuma di poesie di Dario Bellezza intitolata La vita idiota (LietoColle).

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