Fin dalla sua nascita, lo spazio letterario Poesia del nostro tempo si è proposto come luogo di dialogo tra poeti e autori contemporanei, in un continuo tentativo di confronto e ricerca. Mediante questa rubrica, a cura di Enrico Giacomini, Valentina Murrocu e Adriano Cataldo, l’obiettivo è proprio quello di portare avanti questa esplorazione, anche attraverso i nuovi modi e mezzi di comunicazione del contemporaneo.

Nel decimo episodio della rubrica Adriano Cataldo ha intervistato Bernardo Pacini. Il dialogo è stato introdotto da un ragionamento sulla biografia dell’autore, mettendone in evidenza, in particolare, i premi letterari vinti e il lavoro di traduzione svolto su alcuni poeti di lingua inglese. Da questo punto di vista si è poi discusso sul fatto che non esistano percorsi obbligati all’interno dell’ambito poetico e di come, per una formazione completa, sia importante frequentarne tutte le diverse sfere. Si è poi passati alla più recente raccolta pubblicata dall’autore: Fly mode (Amos edizioni 2020), definendola, nel dettaglio, come esempio di strategia di elusione dell’Io confessionale che imperversa nella poesia contemporanea. Le caratteristiche del drone ne fanno infatti un «prototipo campione di umanità», dotato di una vista dall’alto e di una invasività minima nei vissuti. In questo, la metafora del drone diventa una notazione di metodo in poesia.

 

da Fly mode (Amos Edizioni 2020)

Tutto questo cinema più largo che lungo
mi guarda con tutti gli occhi che può.

Non ha lasciato sedie per gli altri
tiene le scarpe sul posto davanti
è arrivato giusto in tempo / per vedere me.

Non aspetta che si abbassino le luci
perché fuori sono le tre del pomeriggio
e si è già fatto buio su tutta la terra.

 

Walkera
(per Clarissa)

Ogni giorno che passa sono obbligato a vederti
mentre vai nella direzione opposta / sulla mia stessa linea
lanciata da chi, guidata da cosa, venuta da dove.

Non mi somigli, c’è una strana affinità. Mi piace immaginare
che gli impercettibili scarti nella rotazione dell’elica
le sfumature del tuo amabile ronzio siano messaggi per me
lo sfarfallamento di un ciglio che vorrei ancora comprendere
cui vorrei rispondere / come la prima volta.
Sei sempre dentro di me, letteralmente:
salvata in DCIM, in ordine per data.
Appari all’incirca al minuto 17
eccetto il martedì – che prendo un’altra strada.

 

Quadernone di botanica

Quella cucina strappata dal calendario.
Il dislivello di una gioia
picchiatavi per errore.

L’origano che perdona dal vetro
lo sguardo colmo di notti.

Ogni cosa, tale e quale
dolora in garanzia
nell’imballo originale.

 

Bernardo Pacini (1987) è un poeta fiorentino. Nel 2012 ha esordito vincendo il premio De Palchi-Raiziss per la poesia inedita. Ha pubblicato Miracolo di cemento (autoprodotto) con introduzione di Walter Rossi; Cos’è il rosso (Edizioni della Meridiana 2013 – premi “Sertoli Salis”, “Beppe Manfredi”, “Antica Badia di San Savino”, “Libero de Libero”, Selezione Ceppo “Luca Giachi”) con introduzione di Gianfranco Lauretano; il libro d’arte Per favore rimanete nell’ombra (Origini 2015) e La drammatica evoluzione (Oèdipus 2016) con postfazione di Rosaria Lo Russo. Il libro Fly mode esce nel 2020 per Amos Edizioni nella collana “A27 poesia”.
Alcune poesie dell’autore sono contenute nelle antologie Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90 (Interno Poesia 2019), Come sei bella (Aliberti 2017), Voci di oggi (Istos 2017), Abitare il deserto (Osservatorio Fotografico Fusignano 2016) e La consolazione della poesia (Ianieri 2015). Ha tradotto per Le Parole e le cose e L’Ulisse le prose poetiche di Russell Edson (1935-2014). Prose, poesie e materiali critici sulla sua opera e a sua firma sono reperibili su varie riviste, tra cui Nazione indiana, Poesia, Atelier, Nuovi argomenti, La balena bianca”, Blanc de ta nuque, UT, Formavera, Soglie, Samgha, Il primo amore, Argo, Giocattoli, Perigeion, Quid Culturae, Una casa sull’albero, Midnight, Succedeoggi, Carteggi letterari.

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