Da I masticatori di stagnola (LietoColle 2018)

Botte bucata

I
Avevi ragione tu, Sisifo.
Stelle e pesci tornano in un solo
identico punto, dopo un giro immenso;
la corsa cieca setacciando strada
su strada il quartiere a tarda ora in cerca
dell‟ultima farmacia aperta,
ma ci si ritrova ogni volta
di nuovo a mani vuote sotto casa.

II
Sistematicamente li perdiamo
gli accendini appena comprati;
la pece stagna le doghe di rovere,
ma una striscia umida segue in scia il carro,
svuota le scorte; la filettatura
è usurata e non tiene, ai piani bassi
già alcuni locali allagati
in conseguenza di una falla; l‟acqua
che versiamo una brocca dopo l‟altra
non riempie la vasca –
solo da morti
passerà questa sete.

*

Imbottito di anfetamine
pur di concludere entro mezzanotte
la perizia,
ma i nostri spostamenti giornalieri
sono schedati, sono prevedibili
sulla pagina di qualunque fegato
esposto in macelleria,
uscirà all‟ultimo la prova
che smonta l‟arringa della difesa,
le stelle non hanno riguardo
per chi riprende fiato, per chi zoppica;
la consegna si attiene a una tempistica
inderogabile, a prescindere
che metà del carico sia andata persa
a causa del solito contrattempo.

*

Quando ogni frutto ha perso il suo sapore
La paura è dei corpi:
obbediscono
a una meccanica severa,
non avrai altro dio.
Leggi purissime consegnano
al mare ogni pupilla,
si fa opaco il diamante;
la giovinezza che smaltava il mondo
non sa difendersi
dalla cremagliera che replica
infinite volte il suo gesto.
L‟ovvio divoratore
intacca
la guancia dei panorami,
spezza il collo ai papaveri,
infradicia la pelle di leone,
smaglia il grido ai torrenti.

*

Le foreste hanno tradito;
al loro posto
le spalle curve dei supermercati
e una bottega che ripara orologi da generazioni,
abbiamo i bronchi impregnati
dell‟odore di cartongesso,
dobbiamo fermarci a riprendere fiato
dopo i tratti in pendenza,
del glorioso animale non resta
che un alone di grasso sulle piastrelle,
l‟idolo dei predoni di Numidia
annega nel singhiozzo degli autobus;
ma fa anche oggi giorno:
nella tautologia dei viali continuano
la ronda insensata di alberi e braccia,
il bestemmiante scroscio di una saracinesca.

 

Guglielmo Aprile è nato a Napoli nel 1978. Ha lasciato la sua città dieci anni fa per trasferirsi a Verona dove ora vive e insegna. Ha pubblicato: Il dio che vaga col vento (Puntoacapo), Nessun mattino sarà mai l’ultimo (Zone), L’assedio di Famagosta (Lietocolle), Calypso (Oedipus). Esce nel 2018 per la LietoColle la sua ultima raccolta I masticatori di stagnola.

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