SCAFFALE POESIA: EDITORI A CONFRONTO
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Terra d’ulivi edizioni

 

Può raccontarci brevemente la storia di Terra d’ulivi e quali sono, a suo giudizio, le peculiarità che la differenziano dalle altre case editrici?

L’associazione culturale Terra d’ulivi, creatura del professore (nonché fotografo e regista) Elio Scarciglia, attiva per diversi anni nel campo della ricerca, della cinematografia e della fotografia, ha deciso, nel corso del 2014, di diventare a tutti gli effetti una casa editrice. L’intento di allora, nonché quello di oggi, è sempre stato uno solo: operare scelte coraggiose all’insegna di quell’idea di buona letteratura che Terra d’ulivi ha ed è decisa a non abbandonare.

Quali sono le difficoltà di una casa editrice che si occupa di poesia oggi?

Terra d’ulivi ama tutta la letteratura, non solo la sezione poetica. Nove proposte su dieci che arrivano a essa sono effettivamente raccolte di poesia, ma il motivo è presto detto: oggi è molto più facile per chiunque scrivere in versi anziché in prosa. Il testo in versi si è da tempo liberato, a torto o a ragione, da una serie di regole ferree che erano imposte a chi si accingeva a scrivere un testo poetico; basta rileggere gli autori italiani che hanno lasciato un segno indelebile nel campo della poesia fino ai primi del Novecento per non restare ammutoliti dinanzi alla perfezione della metrica presente all’interno delle loro opere. Oggi solo il testo in prosa conserva ancora, per fortuna, chiare regole ortografiche, sintattiche e morfologiche. Regole che il grande pubblico spesso ignora, preferendo di conseguenza cimentarsi con un testo poetico in cui anche la punteggiatura sembra non aver più valore. Personalmente, ho l’impressione che oggi si tenda spesso a celare lacune grammaticali profonde in nome di una presunta modernità di scrittura. Le difficoltà che incontra oggi una casa editrice sono costituite essenzialmente da un muro di ignoranza, arroganza, arrivismo e tornaconto personale messo in piedi da chi dovrebbe invece sostenere la cultura. Fortunatamente si incontrano ancora personalità che battagliano ogni giorno per far sì che anche piccole e oneste realtà culturali come Terra d’ulivi possano continuare a esistere.

Potrebbe enunciare i criteri di scelta a cui vi attenete per le pubblicazioni di poesia? C’è uno stile che è prediletto più di altri? Si può parlare di una linea editoriale che caratterizza Terra d’Ulivi in ambito poetico e se sì, può definirla?

I criteri di scelta per quel che concerne le pubblicazioni dei testi poetici fanno riferimento alla mia base culturale, nonché professione (insegno lettere nella scuola secondaria) e alla formazione intellettuale di un comitato di lettura di cui Terra d’ulivi si avvale e di cui ha grande stima. Ciò non vuol dire, però, sostenere l’insindacabilità delle scelte compiute dalla casa editrice. Alcune valutazioni possono anche non esser state all’insegna di quella eccellenza che si è costantemente cercata nel corso di questi anni.

Quali sono i titoli più venduti e le/gli autrici/autori più amati del vostro catalogo di poesia? Ha qualche aneddoto da raccontarci in merito a qualche titolo, a cui Lei è particolarmente legato?

Evito di esprimermi a riguardo per la considerazione che nutro verso tutti gli autori della casa editrice. Inoltre, parlare pubblicamente dei libri più venduti del catalogo di Terra d’ulivi vorrebbe dire esser poco rispettosi nei confronti di chi magari, anche in seguito a circostanze poco fortunate, ha visto la propria pubblicazione non intraprendere un cammino all’altezza delle aspettative iniziali.

Secondo Lei, è corretto affermare che in Italia la poesia non susciti interesse, venda poco e sia in crisi, come spesso si legge e si sente dire? La poesia continua a rispondere ai bisogni dell’Uomo, nonostante le trasformazioni a cui la società è andata incontro e gli spazi pubblici sempre più esigui a essa dedicati? Cosa si potrebbe eventualmente fare per incrementare l’attenzione del pubblico e incentivarlo a leggere più poesia?

Ritengo che oggi nel nostro Paese, nel mondo in generale, si stia perdendo l’attenzione verso tutto ciò che è scritto. La diffusione dei social network ha generato una pratica della lettura in versione consumistica; si sbircia qualche titolo, qualche frase fatta, un’affermazione più o meno veritiera. Il tutto in grande fretta e all’insegna dell’usa e getta. Si tratta di una lettura che non trattiene più nulla, incapace di comprendere a fondo ciò di cui si sta occupando; non a caso si parla oggi di analfabetismo funzionale. Si dovrebbe ripartire dalla scuola, tentando di avvicinare il più possibile i ragazzi alla poesia, oltre che selezionare gli elaborati degli adulti che vogliono intraprendere un cammino letterario. Risulta a mio avviso indispensabile che a occuparsi di letteratura siano i tecnici e non i semplici appassionati (o presunti tali) che nella vita si sono occupati professionalmente di tutt’altro e che hanno anche la presunzione di vestire i panni dei giudici in diversi concorsi letterari.

Da diversi anni all’editoria tradizionale si sono andate affiancando, affermandosi sempre più, nuove tendenze che vedono internet (dai blog/siti specializzati ai vari social) come dinamico luogo di scritture: per quanto riguarda la poesia, la Rete può aiutare o al contrario ostacolare la diffusione dei libri di poesia?

La rete fornisce manforte al qualunquismo e alla scarsa professionalità di cui parlavo nella risposta precedente. Tuttavia, in rete sono presenti alcune realtà di valore dove spesso emergono giovani eccellenze; l’utilizzo dei social, in ogni caso, ha contribuito a ostacolare la diffusione di qualsiasi materiale cartaceo.

Che consigli darebbe a un/a autore/autrice che volesse pubblicare un proprio libro di poesia?

L’unico consiglio che mi sento di dare è di leggere molto, approfondire i grandi del passato mantenendo però viva la curiosità verso il poeta della porta accanto. Tutto ciò al fine di accrescere il proprio bagaglio culturale ed essere pronti a sviluppare un proprio stile di scrittura. Invito, infine, a non aver nessun’urgenza di pubblicare; il libro è una creatura preziosa, di conseguenza il suo sviluppo va curato il più possibile e senza alcuna fretta.

 

Emanuele Scarciglia (1981) nasce a Milano. Dopo aver conseguito le lauree in Scienze Politiche e in Scienze Storiche si è dedicato all’insegnamento. Attualmente è docente di lettere nella scuola secondaria di primo grado.

 

La rubrica “Scaffale poesia: editori a confronto” è a cura di Silvia Rosa 

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