CONFINE DONNA – XVIII PUNTATA

Qual è stato il confine che ti ha segnato di più, cambiandoti, quello dal quale hai sentito di non poter più fare ritorno?

Forse il più grande e definitivo confine è la morte. Spesso mi sono inoltrata per sentieri difficili, attrata dalle persone in cui percepisco parole quasi inaudibili. Sono le persone che sfiorano i confini, tutti i confini, quello del dolore, quello della malattia fisica o mentale, e provo a sfiorarli anch’io, pure quello di chi sta per attraversare una porta di non ritorno. Vorrei sapere fino a dove la lingua arriva, fino a dove arrivano le parole, dove cominciano a cadere senza senso da una bocca esangue che non può più articolarle. Sfioro questa frontiera ma essa è muta, è terribilmente chiusa allo sguardo, non ci fa vedere da vivi ciò sta al di là di quella linea. Forse per il mio percorso di vita, per la passione per ogni essere e ogni creatura, sfioro sempre i confini, sono attratta da essi e credo che una linea di frontiera fra culture e mondi diversi mi attraversi da una parte all’altra.

 

Da La carne quando è sola

ho messo dentro la terra un lettino
era autunno lasciavo le foglie
ammucchiarsi soffici sul suolo
facevo come un lenzuolo dorato
che si stendeva avvolgeva le orecchie
dentro la culla non so chi avevo
messo a dormire qualcuno c’era
piangeva a dirotto mai che avessi
potuto vedere il suo volto

 

Vera Lúcia de Oliveira è poeta, saggista e docente presso l’Università degli Studi di Perugia. Scrive sia in portoghese sia in italiano ed è presente in riviste e antologie poetiche pubblicate in in Brasile, Italia, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Romania e Germania. Tra i principali riconoscimenti: il Premio Sandro Penna (1988), il Premio Nazionale di Poesia “Senigallia Spiaggia di Velluto” (2000), il Premio di Poesia dell’Accademia Brasiliana di Lettere (2005), il Premio “Popoli in cammino” (2005), il Premio “Literatura Para Todos” (2006), il “Premio Internazionale di Poesia Alinari” (2009). Fra i libri pubblicati: Geografia d’ombra (Fonèma, 1989); Poesia, mito e história no Modernismo brasileiro (Editora Unesp, 2015); La guarigione (La Fenice, 2000); A chuva nos ruídos – Antologia Poética, (Escrituras, 2004); Verrà l’anno (Fara, 2005); Entre as junturas dos ossos (Ministério da Educação, 2006); A poesia é um estado de transe (Editora, 2010); La carne quando è sola (SEF, 2013); Vida de boneca (Edições S.M., 2013); O músculo amargo do mundo (Escrituras, 2014); Ditelo a mia madre (Fara Editore, 2017)Minha língua roça o mundo (Patuá, 2018). Sito: http://www.veraluciadeoliveira.it 

 

La rubrica “Confine donna: poesie e storie d’emigrazione” è ideata e curata da Silvia Rosa

(Visited 415 times, 1 visits today)