Fotografia di Dino Ignani

Dalla Prefazione di Giovanna Frene

«Al di là del suo esplicito referente artistico diretto – ossia il film di denuncia La casa è nera, della regista e poeta iraniana Forough Farrokhzad, di cui si trova spiegazione nella nota finale –, il libro di Nadia Agustoni propone metaforicamente una topologia poetica dove alla denuncia dell’inabitabilità di certe “soluzioni abitative” dettate dal potere e della guerra, si contrappone invece l’apertura ecologica di una struttura abitata dalle vittime del potere, unico luogo di possibile pace e resistenza non-violenta. (…) Quello che dunque questo importante libro suggerisce, nonostante non sia certo il primo a denunciare la violenza del potere, è un modo nuovo di abitare la storia e la poesia, che è quello di mettersi, perché lo si è per nascita, dalla parte degli oppressi senza però desiderare di arrivare dalla parte, salva, dei potenti; di dare il nome alle cose essendo cosa tra le cose, facendo del gesto poetico un toccare con vera benevolenza il mondo, casa comune dei racconti.»

da [la casa è nera] (Vydia editore 2021)

l’aria lasciata a questi giorni sarà miraggio di paesi ultima terra

“… e chiamo alla mia trincea i morti
a dire che si è vivi senza salvarsi
senz’altra morte che la propria
insieme a ogni morte”

*

per Alessandro

è l’alba che vai a Leopoli coi libri aperti
in una città di qualcuno – nel suo cuore.
i libri e il boato sul mondo, la sedia
a cui chiedi nome e luce
e gli occhi già belli più sereni

 

ora il bambino dice albero
una nuova parola
indossa l’aria dei paesi
è il pettirosso delle api
quando è solo e mormora vertigine.

*

i piccoli col dolore nei fiori e nell’ultimo petalo la rosa senza la rosa. scalzi come comete si ricordano le stelle. il bianco li lascia per una dolcezza di case. viene sulle terre un più alto cielo. un’erta senza segreto. senza morte.

 

Nadia Agustoni (1964) scrive poesie e saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste, antologie, lit-blog. Del 2017 è I Necrologi La Camera verde, del 2016 è Racconto Aragno, del 2015 Lettere della fine Vydia editore premio ex equo Bologna in Lettere Interferenze 2017, e la silloge [Mittente sconosciuto] Isola Edizionidel 2013 è il libro-poemetto Il mondo nelle cose (LietoColle). Una silloge di testi poetici è nell’almanacco di poesia Quadernario (LietoColle 2013). Nel 2011 sono usciti Il peso di pianura ancora per LietoColle, Il giorno era luce, per i tipi del Pulcinoelefante, e la plaquette Le parole non salvano le parole, per i libri d’arte di Seregn de la memoria. Del 2009 la raccolta Taccuino nero (Le voci della luna). Altri suoi libri di poesie, usciti per Gazebo, sono: Il libro degli haiku bianchi (2007), Dettato sulla geometria degli spazi (2006), Quaderno di San Francisco (2004), Poesia di corpi e di parole (2002), Icara o dell’aria (1998), Miss blues e altre poesie (1995), Grammatica tempo (1994). Vive a Bergamo.

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