Luca Cenisi (Pordenone, 1983) vive a Cordenons (PN). È fondatore e Past President dell’Associazione Italiana Haiku (2012-2016) e della European Haiku Society (2014-2016).

È tra gli ideatori del Premio Letterario Internazionale Matsuo Bashō, aperto a opere haiku edite e inedite, in lingua italiana, dialettale e inglese, nonché editor delle riviste Haijin Italia, Makoto e Shasei.

Nel 2012 ha costituito la Scuola Yomichi (letteralmente, ‘strada notturna’) per l’insegnamento e la promozione dello haiku. In parallelo, organizza corsi, seminari e progetti formativi dedicati a questo genere poetico in tutto il Paese, attraverso il progetto #corsohaiku, in particolare per scuole e insegnanti.

Nel 2016 è stato inserito nell’antologia Cinquanta foglie. Tanka giapponesi e italiani in dialogo, curata da Paolo Lagazzi per l’editore milanese Moretti&Vitali, in collaborazione con Yasuko Matsumoto, Ikuko Sagiyama e Yasuko Tatsumura. La raccolta ha ricevuto unanime consenso di critica da parte delle principali testate giornalistiche nazionali e anche in terra giapponese dal prestigioso Mainichi Shinbun 毎日新聞.

Suoi scritti sono stati pubblicati all’interno di numerose riviste di settore, come The Mainichi, Frogpond, Makoto, Ershik e Otata.

Tra le altre sue pubblicazioni, ricordiamo: Il fiore e lo haijin. Haru ni narimashita (Ibiskos-Ulivieri 2009), Keiryū (Campanotto 2011), Guadando il fiume. Per uno studio coerente ed unitario della poesia haiku (AIH 2013), Selezione naturale (La Ruota Edizioni 2018), La luna e il cancello. Saggio sullo haiku (Castelvecchi 2018) e Il colore dell’acqua. Cinquanta haiku di Fukuda Chiyo-ni (La Ruota Edizioni 2019).

Gestisce, oltre al sito personale lucacenisi.net e al blog harusamehaiku.org, il canale podcast Haiku Talks.

Nel panorama letterario internazionale, Luca Cenisi è considerato tra i massimi esperti del genere poetico dello haiku. È stato il fondatore e Past President dell’Associazione Italiana Haiku (2012-2016) e della European Haiku Society (2014-2016) e può vantare al suo attivo numerose pubblicazioni. La sua notorietà, in materia di poesia d’origine giapponese, valica i confini nazionali non solo come haijin, ricercatore e studioso del genere haiku ma anche come saggista. E proprio sotto quest’ultima veste spicca, per rigore e chiarezza espositiva, il suo saggio La luna e il cancello. Saggio sullo haiku (Castelvecchi 2018) che raccoglie in maniera organica gli studi condotti da Cenisi dal 2012 in poi.

Le duecento e uno pagine, che costituiscono questo saggio sulla poesia haiku, hanno il chiaro intento di riunire, in un unico testo, le molteplici e rapsodiche trattazioni sull’argomento che circolano in rete, e non solo, spesso superficiali e poco esaustive. Si sentiva il bisogno, nel mondo dello haiku italiano, di un’opera che colmasse la lacuna esistente in materia: mancanza dovuta alla totale assenza, nel panorama nazionale, di un testo che trattasse, in maniera completa ed esauriente, sia delle origini storiche sia delle caratteristiche stilistiche e contenutistiche del genere haiku. In questo intento Cenisi non solo ci riesce, attraverso un’esposizione chiara e lineare dell’argomento preso in esame, ma ha successo anche nel proposito di unificare le varie correnti e concezioni arbitrarie dello haiku, le quali spesso entrano persino in contrasto fra loro. A tal proposito l’Autore afferma:

«Partendo da alcuni capisaldi monografici (…) e intraprendendo un complesso studio incrociato con le diverse fonti straniere disponibili in materia, si è approdati alla presente opera, frutto di un lungo lavoro che, tuttavia, trova immediata ricompensa dall’aver messo a silenzio ogni disarmonia sull’argomento».

Quest’opera mira non soltanto a far comprendere le ragioni letterarie ed estetiche, ma anche, e soprattutto, quelle socio-culturali, filosofiche e religiose che hanno fatto sì che questo genere poetico sia potuto nascere, crescere e si sia potuto sviluppare nel già fertile terreno della poesia nipponica e, successivamente, espandersi a livello mondiale. Studiando le pagine di questo saggio, il lettore viene preso per mano e accompagnato attraverso gli aspetti storico-letterari della poesia haiku, proseguendo verso i tratti contenutistici di maggior interesse, i canoni estetici e stilistici tradizionali delle principali Scuole per poi giungere, infine, alle più interessanti proposte di rinnovamento avanzate dalle avanguardie letterarie nell’ultimo periodo storico.

Da un punto di vista strutturale, quest’opera è costituita da quattro capitoli: nel primo troviamo la contestualizzazione del genere poetico dello haiku nel suo iniziale periodo storico. In questa parte del volume si prende in esame sotto quali spinte è nato lo haiku e quali dinamiche soggiacciono alla sua origine in seno alla poesia breve giapponese (waka) e alla renga. L’excursus storico prosegue focalizzando l’attenzione sulle figure di tre grandi Maestri classici di haiku: Matsuo Bashō con la sua Scuola Shōmon, il ruolo che rivestirono in questa Scuola alcuni canoni e corollari estetici quali il karumi, lo shiori, lo hosomi e il makoto; per poi proseguire con l’esame delle caratteristiche della poetica dei Maestri Yosa Buson e Kobayashi Issa.

Nel secondo capitolo troviamo la trattazione degli elementi formali e contenutistici: per la parte formale si pone particolare attenzione allo schema metrico e al suo computo sillabico, successivamente si indaga perché in uno haiku abbiamo l’assenza del titolo e il rifiuto di un impianto rimico, per poi studiare il ruolo cruciale dello stacco (kireji). Per gli elementi di carattere sostanziale e contenutistici abbiamo l’approfondimento del ruolo del kigo («termine stagionale») con annesso lo hon’i («sentimento originale»), il concetto del kikan (l’unità inscindibile Uomo / Natura) e lo hic et nunc. Il capitolo prosegue analizzando approfonditamente le tecniche di composizione dello haiku con particolare interesse verso la giustapposizione di immagini in un componimento haiku (toriawase) e la tecnica della ichibutsu jitate presente negli haiku che sviluppano una sola immagine.

Nel terzo capitolo, intitolato «Lo zen e la poesia», vengono prese in considerazione le influenze del buddhismo zen sulla poesia nipponica e in particolare sullo haiku.

Nell’ultima sezione del libro, la quarta, l’Autore si concentra sullo scenario attuale, spiegando anche lo haiku moderno o gendai haiku e dedicando un intero paragrafo allo haiku in Italia.

A conclusione del volume, troviamo, inoltre, un utile glossario, un’appendice intitolata «Come leggere uno haiku» nell’ambito dei reading poetici, un’utilissima piccola antologia dei principali poeti giapponesi e, infine, vengono segnalate le principali organizzazioni di poesia haiku nel mondo.

Come si può facilmente capire, quindi, questo saggio fornisce una panoramica dettagliata e completa sia dello haiku tradizionale giapponese, e dei suoi adattamenti alla lingua occidentale, sia degli «haiku di nuova tendenza» (shikeiko haiku), dei gendai haiku fino a giungere alle più recenti sperimentazioni, unendo, visione cara a Cenisi, la modernità nella tradizione.

Non bisogna nemmeno pensare che quest’opera sia un mero conglomerato di nozioni agglutinate o stratificate nell’excursus storico-poetico o nella parte dedicata ai caratteri essenziali della poetica haiku, al contrario l’Autore fornisce sempre numerosi esempi e pone in essere un’attenta e chiara analisi per ogni argomento preso in esame nella sua opera. I concetti espressi non opprimono il fascino che emanano i versi dei moltissimi componimenti haiku presenti nel saggio, bensì ne esaltano e acuiscono la forza e l’evocatività. A tal proposito lo stesso Cenisi nel libro scrive: «Il fascino che irradia da uno haiku risiede in quella mite e inattesa sorpresa che colpisce lo spettatore durante la lettura, laddove un oggetto (o una situazione) apparentemente scontato e comune si scontra con un angolo prospettico del tutto nuovo, sintomo di un’illuminazione subitanea e irripetibile che proprio nell’essenzialità del costrutto riesce a esprimere tutta la sua pregnanza». È questo un breve attimo di simbiosi, dove l’uomo e la natura formano un tutt’uno e i concetti di soggetto e oggetto vengono trascesi: ciò è proprio quello che Kenneth Yasuda chiama «haiku moment», ossia l’istante, unico e irripetibile, nel quale è possibile ritrarre l’esatta forma delle cose nel tempo di un respiro.

A conti fatti, quindi, il saggio di Luca Cenisi è un libro denso di contenuti, in cui vengono non solo analizzate le varie Scuole e correnti di pensiero che hanno animato e animano lo haiku, ma vengono prese in considerazione anche le caratteristiche fondanti del genere haiku e, allo stesso tempo, si lascia spazio a ulteriori possibilità di studio e approfondimento di altri generi propri della poetica haikai (tanka, senryu, haibun, haiga, ecc.) a cui l’Autore accenna in alcune parti del suo saggio.

Un libro ricco, dunque, che considera tutte le molteplici sfaccettature del mondo della poesia haiku adattandosi sia allo studioso della materia che all’appassionato o al semplice curioso, proponendo una visione quanto più ampia ed esauriente possibile.

Un’opera preziosa che, come una cartina al tornasole, riesce a far comprendere come questo genere poetico, non solo in Italia ma nel mondo, sia più che mai vivo.

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