Laboratorio di Poesia, a cura di Alfonso Maria Petrosino, esce l’ultimo venerdì del mese su ‘Poesia del nostro tempo’. Vengono commentati i versi degli aspiranti poeti del Laboratorio online e scelta la poesia del mese.

 

Eugenio Griffoni predilige le atmosfere magiche e scrive versi così intrisi di questa atmosfera che persino i caselli autostradali somigliano ai cancelli del cielo e conferisce all’elenco delle tre principali isole che compongono l’arcipelago campano l’aspetto di una formula magica: “Ho amato / tutte l’argentate figlie della Luna, / nude celebravano il golfo / con balli d’onda e / vento, / Capri Ischia Procida / un peschereccio”. Questo tono non viene ristretto ai soli confini della poesia d’amore (“Abiteremo sulle acque increspate, / io suonerò il pianoforte dei fondali / tu canterai come le sirene. / Fuori rotta la mia mano / s’arena su dune / di seni e fianchi, / deriva di bianche sabbie…) ma funziona anche per la descrizione di un funerale (“La marcia si snoda / poi s’intreccia / s’aggrappa alle / domande per le / vie sepolcrali: / lumini fulminati, / fiori plastificati: // riporre i tuoi resti / nell’apposita nicchia / è l’ultimo passo del rito / che l’uomo muove / da eterno a eterno, / così mi dicono, / così diciamo / fra sguardi silenti / ed abbracci calibrati, / ingoiando il / groppo di ferro / appeso al cuore”) dove però la ripetizione del sintagma sostantivo + aggettivo (lumini fulminati, fiori plastificati, sguardi silenti, abbracci calibrati) conferisce all’insieme una certa rigidità, che ha qui probabilmente uno scopo strutturante e in una certa misura mimetico.

 

Irene Pellegrini dà prova di una grande ispirazione anzi di un afflato, perché inscena allucinazioni e metamorfosi fantasiose: “Se solo fossi fatta di materia stabile / non mi si potrebbe dissolvere dai cuori / come fanno i temporali con l’aria cattiva: / non c’è tempesta in grado di smuovere / la sempiterna solidità delle rocce. / Ma io sono uno spiritello di smog, / quando inizio ad essere irrespirabile / basta soffiarmi sopra / per spazzare via la mia immagine da ogni orizzonte possibile”. Per descrivere un’allucinazione adopera l’accumulo senza virgole (“Vado cercando / allucinazioni, / simili a miraggi nel deserto che riempiano gli occhi / di sabbia vento sole scorpioni / sete oasi sollievo veleno / polvere ossa luce calore”), dove lo svantaggio del disegno abbozzato è compensato da un coerente effetto di caos.

 

Per la domanda del nono verso e il paradosso della chiusa, come poesia del mese scelgo tra i testi di Irene Sabetta quello che compendia nei limiti di una cartolina spunti che vanno dalla geografia alla teologia e dalla storia al folklore, con la benedizione di Borges e Battiato.

Cartoline da Bisanzio

Yhwh l’impronunciabile si è travestito da allah e poi da dio
nel tempio dell’astrazione.
Il logos porta in braccio se stesso e piange sua madre
nella semi cupola in salita a margine del mare.
Su quale mare mi affaccio e in quale mare pesco?
Affiorano sui muri immagini cancellate e tasselli d’oro
disegnano storie di sapienza e di trasformazione.
A Bisanzio città dai nomi che cambiano
potremo mai perdonare dio per i suoi tradimenti?
Quello che siede alla destra del padre è un volto o una parola?
Devo pregare o aspettare?
Ho sognato la rivoluzione a Istanbul
ma le giravolte e i tamburi dei dervisci fermano il tempo in senso antiorario
e i veli delle donne volano non troppo lontano.
Custode di tre mari e di due continenti, conservi nei ponti la potenza di un annuncio
e nascondi tra le torri un principio riconoscibile.
Bisanzio è una promessa mancata e mantenuta.

 

Alfonso Maria Petrosino ha pubblicato tre libri di poesia, Autostrada del sole in un giorno di eclisse, Parole incrociate (Tracce 2008) e Ostello della gioventù bruciata (Miraggi 2015). La sua poesia, che descrive luoghi e situazioni in relazione a un paesaggio urbano e all’umanità che lo abita, si avvale di una metrica precisa e raffinata. La redazione di Poesia del nostro tempo ha scelto Alfonso Maria Petrosino per impersonare la figura del maestro, capace di leggere attentamente e suggerire soluzioni, anche ai neofiti della poesia, proprio per la sua capacità sia di aderire al “canone”, alla tradizione, che di frequentare i nuovi palcoscenici della poesia, dagli happening e performances al poetry slam, essendo stato campione indiscusso di queste scene per molti anni.

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