Laboratorio di Poesia, a cura di Alfonso Maria Petrosino, esce l’ultimo venerdì del mese su ‘Poesia del nostro tempo’. Vengono commentati i versi degli aspiranti poeti del Laboratorio online e scelta la poesia del mese.

Due elementi presenti nelle poesie di Simone Scuotto sono una certa propensione alla sentenziosità e una cultura varia che va dalla pittura giapponese al mito greco. Forse è proprio quando i riferimenti culturali e il messaggio sfumano e un’equidistanza tra questo e quelli è mantenuta che i versi si rivelano più incisivi e solidi. Per esempio in Metro d’indifferenza quando descrive una sensazione: “Si addensa all’altezza della testa / una nebbia di coscienza / abisso di rumori e volti”. Nella poesia ispirata all’opera Kanbara, neve di sera di Utagawa Hiroshige l’equilibrio si basa sull’alternanza tra strofe ecfrastiche (3, 4, 5) e strofe di riflessione (1, 2, 6).

Neve di sera

Ho bisogno di distanze
per sentirmi parte
della lunga terra
che non abito.

Non è vero
non voglio colmare eliminare percorrere,
ma aspettare a gambe incrociate
qualcuno arrivare, sedersi e poi ascoltare.

Dentro questa tazza di tè
si specchiano volti d’artisti e pellegrini,
di viandanti o assassini.

Lungo questa via
che incolla l’Impero
con obblighi e cerimonie,
c’è la mia stazione di posta.

D’inverno cade la neve,
mai ho lasciato impronta
a rovinare il manto.

Non voglio colmare eliminare
percorrere le distanze ma
vivere con esse
per esse.

Le poesie di Riccardo Delfino parlano di amore, morte e vie di mezzo tra l’uno e l’altra con un lessico cattolico (“perdizione”, “pentimento”, “angeli”, “assolve”, “bestemmia”). Le rime frequenti contribuiscono a dare un ritmo, ma la struttura si basa più su un enunciato di dolore che su una qualsivoglia musicalità; dolore familiare (“La mia nascita fu opera di un male / orfano di padre”) o più genericamente esistenziale (“Lontano dalla tua veste. / È qui che devo morire.”). Quando evita il simbolismo già sentito – penso alla “passione”… “naufragata” cui seguono “mare aperto”, “scogliera”, “vela” e approfondisce un’immagine lasciando a questa il compito di significare quello che può, i risultati sono invece più interessanti. Un esempio: i nipoti e la vecchia di Quelli che vanno:

Di fianco alle poltrone ammuffite
i nipoti fanno vendemmia.
Tra un cero acceso al vespro
e un padre nostro farsi bestemmia.
Una vecchia siede in fondo
al corridoio, ha più mali
che anni, e sopra il polso tiene
stretto un rasoio.
È qui che la coscienza
si assolve al dissapore,
che il respiro si fa pentimento.

Sotto questi cieli si vive
implorando lo spegnimento.

Come poesia del mese scelgo questa cartolina veneziana di Marco Carretta, perché è un negativo dell’immagine oleografica che Venezia produce e subisce. Nessun canale e nessuna gondola, ma solo una premonizione di bellezza; i gradoni davanti a Santa Lucia e la luce che vibra sugli occhi lucidi che la vedranno. Il tono complessivo sembra quello di un reduce squilibrato e il penultimo verso è sibilante come una formula magica.

Su questo aereo
è tutto molto arancione, anche alcuni tedeschi comodi sui sessanta.
Offrono sorrisi ai ragazzi in divisa “ciao” e “buongiorno”.
Non capiscono che vedranno Venezia.
Li guardo e dico:
Venezia è nel mare e lo estende,
i suoi ponti vi faranno gli occhi lucidi
tenetevi stretti i ricordi al petto scendendo le scale della stazione.
Voglio dire: preparatevi.
Venezia è il mondo com’era,
si schiude solo per certi spiriti.
Serve vivere, per poter scendere quelle scale, capite?

 

Alfonso Maria Petrosino ha pubblicato quattro libri di poesia, Autostrada del sole in un giorno di eclisse (OMP 2008), Parole incrociate (Tracce 2008), Ostello della gioventù bruciata (Miraggi 2015) e Nature morte e vanità (Vydia 2020). La sua poesia, che descrive luoghi e situazioni in relazione a un paesaggio urbano e all’umanità che lo abita, si avvale di una metrica precisa e raffinata. La redazione di Poesia del nostro tempo ha scelto Alfonso Maria Petrosino per impersonare la figura del maestro, capace di leggere attentamente e suggerire soluzioni, anche ai neofiti della poesia, proprio per la sua capacità sia di aderire al “canone”, alla tradizione, che di frequentare i nuovi palcoscenici della poesia, dagli happening e performances al poetry slam, essendo stato campione indiscusso di queste scene per molti anni.

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