La rubrica Laboratorio di Poesia, a cura di Alfonso Maria Petrosino, esce di venerdì su ‘Poesia del nostro tempo’. Vengono commentati i versi degli aspiranti poeti del Laboratorio online e scelta la poesia della settimana.
Le poesie di Michele Toriaco ruotano tutte intorno alla cerchia familiare: genitori, moglie, figlio. Ciò nonostante la quotidianità è schivata e lascia spazio a un simbolismo quasi alchemico che trasmuta legami e affetti: cotone, pietra lavica, fosforo, miele sono alcuni elementi utilizzati. “Leggero”, nelle sue varie declinazioni, è una delle parole più frequenti. La vita è un “teorema” o “si compie in un destino“. Il tempo è racchiuso nel “cerchio di uno smisurato presente” o nella “selva di un istante“; persino quando è in atto un movimento, persistono tracce di eternità (“ma sempre resta un giorno sereno / lì nel calendario“).
Da una parte esseri umani sfocati e defilati nel paesaggio, dall’altra un paesaggio vivo e umanizzato sono presenti nelle poesie di Rosario Bocchino. Mentre la vita è “un riflesso debole” o “nebbia alla finestra“, il vento “sfida“, la notte “sceglie“, il mare è “sorpreso a cantare” e il traffico è “Una veloce cantilena di auto / che scivolando si consuma“. Il poeta ricorre a pochi ricorrenti cenni per disegnare sfondi e figure: vicoli, lampioni, ombre, passi. In due poesie su tre la chiusa è affidata all’epifania dimessa di un animale: un gabbiano che si nasconde, un cane malinconico.
La poesia della settimana è Maggio di Nicola Grato: gli endecasillabi discreti, gli ultimi due sabotati e scossi dagli accenti in quinta; le rime interne (voce: croce; salvezza: brezza); l’allitterazione (corpo – corroso – corvo) che riecheggia l’onomatopea; nel titolo e nell’incipit un pizzico di Pascoli.
 
MAGGIO
 
e mia madre pregava a bassa voce
si faceva la croce ripulendo
il tagliere di legno dalle bucce
di zucchine, melanzane, cipolle;
credo sperasse in qualcuno o qualcosa,
forse anche in una povera salvezza
in una brezza fina e senza corpo
nel canto corroso del corvo nero
nelle spine in fiore del maggio pieno.
 
Alfonso Maria Petrosino ha pubblicato tre libri di poesia, Autostrada del sole in un giorno di eclisse (Omp, 2008), Parole incrociate (Tracce, 2008) e Ostello della gioventù bruciata (Miraggi, 2015). La sua poesia, che descrive luoghi e situazioni in relazione a un paesaggio urbano e all’umanità che lo abita, si avvale di una metrica precisa e raffinata. La redazione di Poesia del nostro tempo ha scelto Alfonso Maria Petrosino per impersonare la figura del maestro, capace di leggere attentamente e suggerire soluzioni, anche ai neofiti della poesia, proprio per la sua capacità di aderire sia al “canone”, alla tradizione, che frequentare i nuovi palcoscenici della poesia, dagli happening e performance al poetry slam, essendo stato campione indiscusso di queste scene per molti anni.

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