La giuria del Premio Gianmario Lucini premia quest’anno la raccolta Le attese (Vydia editore 2021) di Giuseppe Nava per l’attualità del tema: l’attesa, declinata in quattro modalità: attesa di ciò che si desidera, attesa di ciò che deve accadere, attesa del cambiamento e, infine, attesa dell’ineluttabile: la morte. Un tema, dunque, urgente sempre: e proprio per questo classico, perché connaturato a ogni vicenda umana.
Ma il pregio del libro risiede anche all’efficacia del linguaggio, perfettamente inerente al tema: in grado di farsi epico e metaforico, scampando però sempre al rischio dell’astrazione, radicato com’è a un presente concretissimo.
Centrale nel tema dell’attesa campeggia la categoria del tempo che muta irrevocabilmente la vita e i destini, individuali e collettivi.
E se lo scenario è spesso punteggiato di occasioni mancate o di adùnaton, di impossibilità, (“notte che non svela, luna nuova che non porta i suoi doni”), un tono aurorale coraggiosamente resiste e si concreta in un nuovo possibile inizio. Tutto è già pronto per l’avvenimento che si prepara (“tutto è pronto nel nido dell’albero”).
La natura è tutt’uno con la storia. Esiste un ordine cosmico e uno individuale: una precisa collocazione astronomica e psicologica dell’io, immerso nel respiro del mondo. Sul presente gravano le ipoteche e le promesse; il qui e ora cade davanti a un futuro non decifrabile che preme. Ma una corporeità spessa si impone quale centro di interesse, seppure destinata a consumarsi, a dissolversi. L’auspicio – e l’implorazione – è che tutto non svanisca troppo presto. Di fronte all’inattesa inospitalità della casa e del mondo la parola offre una sponda, un riparo.
L’attesa è coltivata con pazienza leggendo i segni, come fa Rodrigo de Triana, membro dell’equipaggio di Cristoforo Colombo che desidera l’approdo. E la sua tensione verso il nuovo è accompagnata da dubbi legittimi (“Saremo pronti? Saremo giusti? / Capiremo la portata del gesto?”). Dubbi che sono anche nostri, quotidianamente.
Né manca nel libro l’aspetto gnomico (“inutile forzare l’attesa la goccia gonfia cade… sii sincero e fermo nella corrente”.
Misura della ragione e dismisura del desiderio sono i poli entro i quali si gioca la storia umana. Le possibilità non sono infinite, ma noi non smettiamo di desiderare la gioia. Questo è l’augurio, la sostanza del libro.

da Le attese (Vydia editore 2021, Premio Gianmario Lucini 2020)

tutto è pronto nel nido dell’albero
fiduciosi del favore delle lune o delle maree
e cresce geometrica la forma e il dettaglio
e si affina l’astronomia della tua posizione
svelata dalle impronte che svaniscono sulla pelle

crescono e pesano gli strati delle promesse
delle previsioni e delle rassicurazioni
comprimono la gabbia ed il respiro
spostano gli organi, i baricentri sballati
ma ogni volta che t’alzi si accende il mondo

non dicono che pure il corpo si dirada
asciugato nella ghiaia, appeso al cavo di metallo
quanto del mondo è davvero taciuto oppure sei tu
compresso gradualmente a un tendine unico
a una grande cartilagine

*

leggere ancora leggere non capire non credere
possibile rinunciarti col sorriso più spavaldo
sollevata sopra la piena che copre le cime degli alberi
misurata a contagocce a tappi a misurini
centoventi per cominciare poi di trenta in trenta
dicono manco te ne accorgi finché un giorno
leggi e lo vedi che la luce l’attraversa
che sta andando e non toccherà nemmeno terra
ma per capire dovrai leggere e ancora leggere
nelle pieghe della pelle gli occhi le pagine saltate
per disattenzione e leggerezza

*

tous les bruits désastreux filent leur courbe
questa dunque sarebbe la strada non l’abbandono
non il silenzio dei ritiri delle mani che sfiorano i libri
fatti trovare pronto quando il lago straripa dillo al mondo
non dare al male un avversario da colpire ma
scompari col corpo nelle parole leccale sono asciutte
levigale con le mani non armarti d’altre armi
ama come pioggia anche se l’argine non regge

 

Giuseppe Nava (Lecco, 1981), vive a Trieste. Ha pubblicato Esecuzioni (d’If 2013; premio Mazzacurati-Russo) e Nemontemi (Prufrock Spa 2018). Suoi testi e traduzioni sono presenti su varie riviste e siti, tra cui InPensiero e Nazione Indiana. È stato uno dei curatori dell’antologia L’Italia a pezzi (Gwynplaine 2014). Collabora come redattore alle riviste Bollettino ’900 e Charta Sporca. Per Vydia ha pubblicato nella collana di poesia Nereidi Le attese (prefazione di Paolo Giovannetti – Premio Gianmario Lucini 2020).

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