SPECIALE

SCAFFALE POESIA: EDITORI A CONFRONTO

GIULIANO LADOLFI EDITORE

 

Che cosa sta succedendo all’editoria poetica in questo frangente, ai tempi dell’emergenza sanitaria per Covid-19? Quali sono le difficoltà attuali, i possibili scenari futuri, i punti di fuga e le eventuali aperture che Lei intravvede?

La situazione dell’editoria è lo specchio della condizione in cui viviamo in questo momento di clausura domestica e presenta due aspetti contrastanti: da un lato mancano i rapporti sociali e dall’altro si sono creati spazi più ampi per la lettura e per la scrittura. Essendo vietati i raduni delle persone, sono stati cancellati tutti i programmi di convegni, incontri, letture pubbliche, festival, presentazioni, le librerie sono state chiuse, mentre si sono intensificati i contatti virtuali tramite internet e i vari social. Per esempio, ci stiamo abituando alle dirette online sia per parlare di libri sia per i consigli di redazione. Non è la stessa cosa: mancano i contatti umani, il rapporto diretto, il calore dell’amicizia e della condivisione, le cene in compagnia, l’ascolto diretto nei luoghi deputati. Assistiamo in rete inoltre a una esplosione di pubblicazioni di testi di qualsiasi genere. Effetto positivo o negativo? Dipende dalla qualità. Purtroppo la diffusione indiscriminata genera confusione soprattutto nelle persone meno dotate di spirito critico, ma io continuo a nutrire fiducia nell’essere umano. Contemporaneamente si sono presentati spazi maggiori per la lettura e per la scrittura. Pertanto ci aspettiamo un maggior numero di pubblicazioni in un prossimo futuro. La speranza ci offre orizzonti nuovi, come la riscoperta della bellezza di raccogliersi per leggere un libro, per meditare su una poesia o per scambiare telefonicamente una riflessione con un amico. Sono certo che questa buona pratica continuerà e rappresenterà per molte persone un indispensabile angolo per prendersi cura di se stessi.

Quali strategie di sopravvivenza ha individuato, se ci sono? Quali proposte per superare la condizione di crisi? E soprattutto, che cosa possono fare in concreto i lit-blog come Poesia del Nostro Tempo per supportarvi in questo momento? Di che cosa avete bisogno, ora?

La nostra casa editrice e la rivista «Atelier» in questo momento con maggiore vigore invitano le persone a riflettere sul valore della poesia, sulla specificità di quest’arte, sulla necessità di traghettarla da momento di sfogo sentimentale o di esercizio intellettualistico a scoperta dell’essere umano e del contesto culturale e sociale in cui si vive. Non basta infarcire di aggettivi frasi melliflue, non basta lambiccarsi il cervello alla ricerca della metafora più astrusa e strampalata per credersi grandi poeti; la poesia richiede tempo, esercizio, lettura, critica, condizioni che sotto alcuni aspetti contrastano con la frenesia del nostro tempo favorita anche dalla possibilità di una immediata visibilità. Abbiamo bisogno di pausa, di riflessione, di umiltà da parte dei due milioni e più di persone che credono che basti andare a capo ogni tanto per scrivere versi. Con questo non intendo disprezzare nessun testo, purché sia proposto con la dovuta consapevolezza. Il tempo del Coronavirus potrebbe veramente trasformare la poesia italiana, a condizione di una profonda revisione dell’atteggiamento di base.

Giuliano Ladolfi (1949), laureato in Lettere all’Università Cattolica di Milano con una tesi di pedagogia, ha diretto nove istituti di scuola secondaria superiore. Ha pubblicato quattro raccolte di poesia. Nel 1996 ha fondato la rivista di poesia, critica e letteratura «Atelier», sulla quale ha pubblicato più di cento saggi e che è diventata il punto di riferimento del dibattito nazionale. Si è occupato in modo particolare di poesia del Novecento con 30 monografie che hanno cambiato la critica letteraria italiana. Per le edizioni di Atelier ha curato L’opera comune, antologia di 17 poeti nati negli Anni Settanta (1999); per Interlinea di Novara ha pubblicato 15 studi, tra cui Per un’interpretazione del Decadentismo, Guido Gozzano Postmoderno e il saggio di estetica Per un nuovo umanesimo letterario, in cui ha espresso concezioni che stanno rivoluzionando il mondo della poesia e dell’arte contemporanea. Nel 2015 ha pubblicato il lavoro di saggistica La poesia del Novecento: dalla fuga alla ricerca della realtà (5 tomi). Suoi saggi sono apparsi su quasi tutte le più importanti riviste culturali italiane e straniere. È giornalista; collabora con la pagina della cultura del quotidiano Avvenire e ha diretto il mensile Noi. Per AltitaliaTV ha curato per dieci anni diverse rubriche televisive. Ha fondato e dirige a Borgomanero (No) nel 1988 il Centro Culturale “Don Pietro Bernini”e l’Università per la Terza Età. Nell’ottobre 2010 con Giulio Greco ha fondato la casa editrice “Giuliano Ladolfi editore s.r.l.”. È organizzatore e relatore di numerosi convegni letterari di rilevanza nazionale e internazionale. È stato docente in otto master per l’abilitazione degli insegnanti delle scuole superiori italiane. È stato docente a contratto alla Scuola Interateneo di Specializzazione per la Formazione degli Insegnanti della Scuola Secondaria SIS delle università statali di Vercelli e di Torino, dove ha insegnato Elementi di Sociolinguistica e Dialettologia. Attualmente è titolare di due cattedre a livello universitario di Pedagogia e Didattica di Storia dell’Arte e di Tecniche di scrittura all’Accademia delle Belle Arti di Novara. Vasta eco ha suscitato in Spagna la sua opera su Francisco Goya, profeta della crisi della cultura occidentale con uno studio sui Capricci (1997).

La rubrica “Scaffale poesia: editori a confronto” è a cura di  Silvia Rosa

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