A distanza di nemmeno due anni dalla morte dell’ultracentenario poeta cileno Nicanor Parra, esce in Italia L’ultimo spegne la luce, l’antologia curata da Matteo Lefèvre per la collana Capoversi di Bompiani. Si tratta di un rinnovato e importante tentativo di restituire alla lingua italiana la poesia di uno dei massimi poeti sudamericani del XIXº secolo. Fratello maggiore della cantautrice e pittrice Violeta, Nicanor è un autore fondamentale non solo per le lettere cilene o latinoamericane, ma per chiunque voglia confrontarsi con un linguaggio poetico profondamente originale. Dopo l’esordio avvenuto negli anni trenta, a partire dal 1954 elaborò il genere dell’“antipoesia” che impiegava un linguaggio innovativo, ironico, spesso irriverente e corrosivo, e nasceva da uno sguardo disincantato sulla realtà. Un linguaggio nel tono molto simile alla poesia inglese (di Whitman, Eliot e Pound) più che alla tradizione latinoamericana del modernismo, che ne rifiutava la lingua raffinata e barocca preferendo il mimetismo della parlata colloquiale atta a descrivere figure antiretoriche e situazioni sociali fino a quel momento non contemplate dal discorso lirico e che, nel caso di questo autore, sono parte integrante dell’impegno al contempo letterario e politico. In questo senso, sono sottoscrivibili le parole di Harold Bloom, riportate da Matteo Lefèvre, quando afferma che «irriverenza e umanità […] hanno sempre rappresentato le cifre caratterizzanti di questo straordinario autore cileno» (p. 5).

Il nuovo genere dell’antipoesia inaugurato da Nicanor Parra è –insieme alla poesia concreta brasiliana– un momento tipicamente latinoamericano che trascende i limiti geografici del luogo di origine per irradiare nello spazio letterario circostante un «nuovo modo di concepire la scrittura lirica» (p. 5). Un modo che scardinò dall’interno il sistema delle lettere sudamericane, come spiega lo stesso Lefèvre nella sua bellissima introduzione intitolata “Un antipoeta alla corte della poesia”. Oltre a spiegare in dettaglio in cosa consista l’antipoesia di Parra, nel suo scritto Lefèvre colloca con precisione e chiarezza la peculiare figura del poeta che traduce all’interno dell’orizzonte storico e letterario in cui è vissuto e ha operato artisticamente. Ne ripercorre la carriera, ne riconosce le influenze, ne descrive la personalità, ne racconta la lunga vita. L’intenzione è quella di rivolgersi a un pubblico il più ampio possibile senza mai diluire la densità del discorso critico che risulta completo e seguibile. Anche il lavoro di traduzione è sicuramente di alto livello. Nella sua “Nota del traduttore”, Lefèvre ricorda al lettore italiano che l’antipoesia di Parra «ha sempre fatto della violazione delle coordinate stilistiche e tematiche che delimitano la lirica tradizionale la propria bandiera» (p. 34) avvertendolo che nella sua scrittura trovano spazio però anche «misure di lungo corso» (p. 34) come, per esempio, l’endecasillabo o il settenario. Metri che, spesso usati dal poeta per trattare argomenti triviali, assumono il compito di parodiare anche una consuetudine ritmica che molto abilmente il traduttore rispetta nelle sue versioni in italiano.

Se, infatti, Lefèvre è aderente le scelte ritmiche dell’autore cileno, chiarisce che «dinanzi alle suggestioni provenienti da rime e assonanze […] abbiamo scelto di mantenere una pressoché totale indipendenza» (p. 35) previlegiando la corrispondenza semantica del testo originale. Ne viene fuori una traduzione bilanciata e dal punto di vista stilistico eccellente. D’altronde, Matteo Lefèvre insegna Lingua e Traduzione Spagnola presso l’Università di Roma “Tor Vergata” ed è critico e traduttore esperto, specialista del linguaggio poetico, con pubblicazioni di saggi e monografie sulla storia e la teoria della traduzione e, in particolare, sui rapporti tra la poesia spagnola e quella italiana nel Cinquecento. Lefèvre ha tradotto vari autori iberici e ispanoamericani contemporanei e ha curato le antologie italiane di autori quali José Agustín Goytisolo (Giulio Perrone Editore, 2006), Gabriela Mistral (Marcos y Marcos, 2010) e Olvido García Valdés (Raffaelli, 2012). Infine, va ricordato che questa di Nicanor Parra, pubblicata da Bompiani, è l’antologia più ampia mai apparsa in Italia e, con ragione, si prefigge di cambiare la storia della ricezione della poesia di questo autore, un poeta imprescindibile, più volte candidato al Premio Nobel e che ricevette i più importanti riconoscimenti letterari ispanici tra cui il Premio Cervantes nel 2011 e il Premio Neruda nel 2012. Chi scrive ha la certezza che questa antologia lo renderà finalmente familiare anche al pubblico italiano.

da Nicanor Parra, L’ultimo spegne la luce, a cura di Matteo Lefèvre, collana Capoversi, Milano, Bompiani, 2019.

 

ADVERTENCIA

Yo no permito que nadie me diga
Que no comprende los antipoemas
Todos deben reír a carcajadas.
Para eso me rompo la cabeza
Para llegar al alma del lector.
Déjense de preguntas.
En el lecho de muerte
Cada uno se rasca con sus uñas.
Además una cosa:
Yo no tengo ningún inconveniente
En meterme en camisa de once varas.

 

AVVERTENZA

Io non permetto a nessuno di dirmi
Che non capisce le mie antipoesie
Tutti devono ridere a strafottere.
Per questo io mi spremo le meningi
Per arrivare all’anima del pubblico.
Basta fare domande.
Fin sul letto di morte
Ognuno con le unghie sue si gratta.
E infi ne un’altra cosa:
Io veramente non ho alcun problema
A stare a un gioco più grande di me.

 

*

 

NOTA SOBRE LA LECCIÓN DE LA ANTIPOESÍA

1. En la antipoesía se busca la poesía, no la elocuencia.
2. Los antipoemas deben leerse en el mismo orden en que fueron escritos.
3. Hemos de leer con el mismo gusto los poemas que los antipoemas.
4. La poesía pasa – la antipoesía también.
5. El poeta nos habla a todos sin hacer diferencia de nada.
6. Nuestra curiosidad nos impide muchas veces gozar plenamente la antipoesía por tratar de entender y discutir aquello que no se debe.
7. Si quieres aprovechar, lee de buena fe y no te complazcas jamás en el nombre del literato.
8. Pregunta con buena voluntad y oye sin replicar la palabra de los poetas: no te disgusten las sentencias de los viejos pues no las profi eren al acaso.
9. Saludos a todos.

 

APPUNTI SULLA LEZIONE DELL’ANTIPOESIA

1. Nell’antipoesia si cerca la poesia, non l’eloquenza.
2. Le antipoesie devono leggersi nello stesso ordine con cui sono state scritte.
3. Dobbiamo leggere con lo stesso piacere sia le poesie che le antipoesie.
4. La poesia passa – l’antipoesia pure.
5. Il poeta parla a tutti noi senza fare alcuna differenza.
6. La nostra curiosità ci impedisce molte volte di godere pienamente dell’antipoesia per cercare di capire e discutere quello che non si deve.
7. Se vuoi trarre profi tto, leggi in buona fede e non sentirti mai appagato dal nome del letterato.
8. Domanda con buona volontà e ascolta senza replicare la parola dei poeti: non disprezzare le massime dei vecchi poiché non le proferiscono a caso.
9. Saluti a tutti.

 

*

 

AUTOBIOGRAFÍA

Nací el 12 de marzo de 1905
o tal vez
el 17 de febrero de 1899
está por averiguarse
estudié Pornografía en Italia
donde me gradué de maestro gásfi ter
o quizá de sacerdote católico
no sé
está × averiguarse
en la actualidad estoy preocupadísimo
porque sé que me tengo que morir
continuará

 

AUTOBIOGRAFIA

Sono nato il 12 marzo del 1905
o forse
il 17 febbraio del 1899
è in attesa di verifi ca
ho studiato Pornografi a in Italia
dove mi sono diplomato mastro idraulico
o forse sacerdote cattolico
non so
è in attesa di verifi ca
attualmente sono preoccupatissimo
perché so che devo morire
continua

 

Nicanor Parra (1914-2018), dopo l’esordio negli anni trenta, si laureò negli Stati Uniti in meccanica razionale e insegnò all’università di Santiago del Cile. A partire dal 1954 elaborò un’antipoesia venata di umorismo, concisa, che si rifà a metri e linguaggi colloquiali, grazie alla quale divenne in breve tempo una delle maggiori voci della poesia in lingua spagnola. Candidato più volte al Premio Nobel, ricevette i più importanti riconoscimenti letterari ispanici, tra cui il Premio Cervantes nel 2011 e il Neruda nel 2012.

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