Chi non sa cosa siano le pene d’amore non perda tempo a leggere queste poesie, perché Oscar Hahn è poeta dell’amore interrotto. Dell’amore ferito a morte, e desiderato. Sotto questo cielo, secondo il poeta, nasce il Mal d’amore: per sua stessa natura privo di simposio, e costretto alla cecità della carne.

«Rimasi tutto il giorno tra i tuoi vestiti da lavare/ travestito da camicia sporca/ (…) ti vidi in ginocchio davanti alla madia strofinando i capi uno a uno/ e adesso sento le tue mani attonite e i tuoi occhi fissati su di me sott’acqua/ perché benché strofini e spazzoli e ristrofini non riesci a cavare sangue dal mio costato. »

I corpi degli amanti sono minimamente tratteggiati per lasciare campo alla forte componente erotica. In questo modo comunicano da un’invisibile materia di silenzio, e diventano per metamorfosi: «occhi di cicloni, ombre alle finestre, fili bianchi che si allentano», scomponendo il reale nell’irreale.

«Ogni ombra alla mia finestra/ ogni rumore alla mia porta/ mi fa sobbalzare il cuore/ Adesso tocca a te amore mio/ Che questa ombra sia la tua ombra/ che questi rumori siano i tuoi passi che si avvicinano alla mia porta»

Non ci sono per Oscar Hahn superstiti in amore. L’amore è una corona di viole del pensiero; un uccello che vola con furia, lanciando il suo grido di guerra, spargendo sangue contro versi e baci mistificati. Viene subito in mente una poesia di Cernuda: «Ti voglio, te l’ho detto con il vento», prima della caduta finale. Quando la danza degli amanti finisce, ci parrà  di sentire in sottofondo solo la voce di un De Andrè “perduto” che canta di fiori appassiti e d’amori nuovi. Altre bocche, mani, braccia ci appariranno come improvvisi baluardi da raggiungere. Ma quello, l’amore vero – dice fra le righe il poeta –  s’incontra una volta nella vita. A noi la scelta di coglierlo o avvelenarlo, fino a farlo diventare un fantasma.

 

da Mal d’amore (Raffaelli 2017)

 

Tanto vanno i fantasma all’acqua

che alla fine si bagnano

 

tanto va l’acqua ai fantasmi

che alla fine evapora

io il fantasma tu l’acqua

 

Mi inonda la tua umidità

fino a tramutarmi in acqua

 

Ma solo tu evapori.

***

Se i tuoi sguardi

escono a vagare di notte

Le farfalle nere fuggiranno spaventate

 

Così sono i terrori

che la tua bellezza dissemina nelle sue ali.

***

La velocità dell’amore infrange la barriera del reale

e il mondo esplode in mille schegge di sogno

senza la minima considerazione per chi è sveglio.

 

Óscar Hahn (Iquique, Cile, 1938) è poeta, saggista e critico letterario. È dottore in filosofia presso l’Università del Maryland. Tra il 1971 e il 1972 è stato membro del Laboratorio di Scrittori dell’Università dell’Iowa. In seguito è stato docente presso la stessa università per trentacinque anni. Attualmente è Professore Emerito. Tra i suoi libri vale la pena citare: Esta rosa negraArte de morirMal de amorVersos robadosApariciones profanasEn un abrir y cerrar de ojosPena de vidaLa primera oscuridad Los espejos comunicantes. Tra i numerosi riconoscimenti per la sua opera, segnaliamo: il Premio Casa de América, Spagna (2006), il Premio José Lezama Lima (2008), il Premio Iberoamericano di Poesia Pablo Neruda (2011.

 

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1 Comment

  1. Renzo Bianchi 13/12/2019 at 12:47 pm

    Bellissime parole, devo dirtertelo un linguaggio così penetrante é 10 anni in anticipo al comprendere comune, salvo che ci si soffermi a comprendere lo spazio in bianco fra le parole, non brava, evoluta una vera trasmettrice di emizioni