da Mem (Arcipelago itaca 2021)

 

L’uomo personificato V

Appena uscito dal negozio di scarpe
raccoglie le sue buste e si rimette in viaggio.

Procede verso il centro della Zona
industriale, dal punto di arrivo. Prosegue

guardando le stelle che cadono e
«tremano in modo inquietante»

desidera solo di avverarsi
e così si esprime

*

(per non sembrare illusioni)

Fuori, in giardino, c’è un mondo di cose
che non ci sono. Io, ad esempio, non ci sono
e non c’è nemmeno il giardino che vedi tu
fuori da quella che immagini sia una stanza
o una casa, che invece è solo qualcosa
da cui si può uscire. E non è la vita.

Vorrei sapere cosa vedi quando dico
«fuori, in giardino».

Lo vedi forse illuminato a giorno, perché
è più facile, su due piedi, che
immaginarlo verde ma all’oscuro di sé.
E io, sapendolo, non lo avrei scritto.
Nessuno lo vedrebbe, d’istinto;
d’altronde, nessuno sano di mente
vedrebbe mai, qui, qualcosa
che non c’è.

*

Similitudine

«Questa mano recisa
significa la vita e vaghi pure quanto le piaccia»
(John Ashbery, La situazione s’aggrava)

Alla fiera c’era una strega in rovina,
di giorno faceva la segretaria quasi fosse
la versione profana di una sua vocazione.

Quando tirai fuori il moncherino
lei prese gli occhiali, se li mise come
se la sua vista avesse quel difetto.

Quindi mi chiese di alzarlo a mo’
di controluce verso le colline
che adesso stavano al loro posto
come se non avessero dovuto

o come qualcosa che si rimargina
ma non guarisce, da cui ora
si può vedere ancora oltre,
fino a qui, dove non c’è altro

[conseguito stato di]

 

Davide Lucantoni è nato a Sant’Omero (TE) il 28 maggio del 1992. Si è laureato in Economia e management all’Università Politecnica delle Marche. Al momento lavora come ricercatore presso l’IRCCS INRCA di Ancona. Nel 2018 ha pubblicato Eccesso di Forma (Arcipelago itaca, prefazione di Alessio Alessandrini). Mem (Arcipelago itaca 2021) è il suo secondo libro.

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