Nati negli anni Ottanta è un progetto a lungo termine che ha l’intento di riassumere e catalogare le esperienze poetiche individuali o collettive portate avanti da autori nati in Italia tra il 1980 e il 1989. Si tratta di poeti cresciuti letterariamente in ambiti e contesti diversi e dunque legati spesso a modi di intendere il discorso in versi del tutto differenti. Per segnalare i libri dei poeti nati negli Ottanta scrivete sul form di contatto.

Giuseppe Nava, nato a Lecco nel 1981, vive a Trieste. Nel 2008 pubblica Un passo indietro (Lietocolle). Nel 2012 la sua raccolta Esecuzioni vince il premio Mazzacurati-Russo e viene pubblicata dall’editore d’If nel 2013. Nel 2015 la raccolta inedita Nemontemi è tra i finalisti del premio Lorenzo Montano. Suoi testi sono stati inoltre pubblicati sulla rivista «Inpensiero» e, in rete, su Absoluteville, Poetarum Silva e Nazione Indiana. Ha curato (con M. Cohen, V. Cuccaroni, R. Renzi e C. Sinicco) l’antologia L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto e altre lingue minoritarie tra Novecento e Duemila (Gwynplaine, 2014). Fa parte delle redazioni di «Bollettino ‘900», «Charta Sporca» e «Argo», per cui cura la sezione dialettale dell’Annuario di poesia. Collabora inoltre all’organizzazione del Trieste International Poetry Slam.

 

Tratto da Esecuzioni (editore d’If, 2013).

 

prove di ardimento di abnegazione
di saldo sentimento del dovere
gli altri suoi compagni d’arme in azione
gli avevano pure offerto
ma non posson altro che confermare
l’accennata denuncia del comando
rimasti impressionati con dolore
dai suoi sentimenti di cittadino
e di soldato
e la sua figura
da questo sfavorevole rapporto
emerge in rilievo preciso e tristo
come vile che in data quattro agosto
procuravasi alla mano destra
una ferita che senza dubbiezza
fu perpetrata con dolo e malizia
e chi arruolato alla milizia
si renda incapace al servizio
commette reato di codardia
così egli colpevole di detto
reato come da codice penale
citato è condannato a morte
e parimenti alla rifusione
di ogni spesa processuale

 

 

***

 

 

[lettera intercettata dalla censura]
lina la mia ultima ora è già suonata
quando sarai in possesso di questa mia lettera
il mio corpo sarà già freddo e cadavere
tu già sai il mio debole senso
già tu sai che fui accaduto
due volte sotto le granate
del barbaro nemicho
io fanciullo troppo debole
non conoscendo il grande pericolo
mi venne il pensiero
di scavalcare la frontiera
e farmi prigioniero
ma echo mentre scavalcai
io fui perseguitato
da persone vile i quali
dopo daver praticato tutto
mi fu dato la tremenda sentenza
della fucilazione alla schiena
dunque questa gente incosciente
in chuesto mondo esiste
mi anno dato venti minuti
di scrivere per ammunicando
ai miei cari la tremenda sciagura
sopra di me piantata
mia cara
si maledisca il nostro destino
che sensa fondo e sensa confino
nero esterno e nesurabile
a voluto essere oroso
preparandomi a un abisso spaventoso
in mezzo ha chuesto trovo forza di dire
non imprecare o cara se dio con lui
mi vuole è perché lui mi vuole bene
e che mi ama e che non vuole che le mie
sofferenze siano delugate
rasegnati alla mia brutta sorte
consola i miei cari genitori
se un altro ideale per te è preparato
vogliale bene al pare del mio ma
ricordami sempre nelle tue preghiere
ora mia cara non posso derempermi
e guardo la didietro la sentenza
mi aspetta con gelido sudore
che sono circondato
ricordami sempre nelle tue preghiere

 

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