Da Navigo nelle parole (Libreria Editrice Urso 2018)

Un colpo di vento improvviso ferma la lettura.
È un avviso: è l’inizio del viaggio,
inviti a cogliere i frammenti, gli sprazzi di luce;
sono le 18,30 di un pomeriggio di agosto.
Il capitano è indaffarato e nervoso,
passa incarichi agli ufficiali mentre il cuoco di bordo
mette in caldo il pane per noi;
le sue mani sono dure come la corteccia di un albero.
Siamo qui
estranei a quanto sta accadendo
fuori
quasi e soprattutto il vento.

*

Come nella più antica delle rappresentazioni
il re e la regina siederanno in trono
accanto i ministri saccenti, gli osservanti
dell’ordine discreto
del minuto di silenzio
per le vittime delle stragi
per quelle della malavita
per i comandanti in armi.
Con tenacia
ci allontaneremo
restando noi gli altri.
La distanza da loro ci separerà.

*

LEGGENDO ZARATHUSTRA

Nell’ora in cui l’uomo cominciò a parlare
delle sue virtù, Eloisa sapeva quanto a lungo
avrebbe atteso ancora. Il giorno non fugge via
è appena rientrato dalle porte, dietro alle finestre
aspetta che le imposte siano spalancate.

Di tutto questo Eloisa era a conoscenza, ma
di sé nulla sapeva. Come avrebbe aperto il pensiero,
con quale chiave? Ma poi, serviva una chiave
per conoscere sé stessi e rivelare alla propria mente
il peso del sentire?

Ecco, sì, era il sentire che l’atterriva, meglio un pensiero
sconosciuto, di quelli che spingono sempre più oltre
e dei quali mai si vorrebbe conoscere il fondo.

Ma il fondo del sentiero visto da qui era un sipario nero
le cime degli alberi uomini in armi desiderosi
di provare la propria lama nel giovane corpo.

Eloisa vedeva la chiave e vedeva il sentiero.
Mise la chiave sotto una pietra accanto al mirto
ne raccolse un fiore da tenere in tasca e
voltò le spalle al sole.

Quattro più due, sei per quattro, sedici diviso quattro,
il meno era appena mancato.
Avanzava così, per gioco.

Per gioco si sommano e si moltiplicano
per poi dividersi e sottrarsi
le vicissitudini della vita.

Quattro. Come i punti cardinali, quattro come gli elementi.
Ai quattro venti, è un gioco beffardo.

 

Giuseppina Di Leo è nata e vive a Bisceglie (BT). Laureata in Lettere Moderne, frutto della tesi di laurea è la pubblicazione bio-bibliografica Pompeo Sarnelli (1649-1730): tra edificazione religiosa e letteratura (2007).
Ha pubblicato i seguenti libri di poesie: Dialogo a più voci (LibroitalianoWorld 2009); Slowfeet. Percorsi dell’anima (Gelsorosso 2010); Con l’inchiostro rosso (Sentieri Meridiani Edizioni 2012); la plaquette Il muro invisibile (LucaniArt 2012); Navigo nelle parole (Libreria Editrice Urso 2018).

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