dalla raccolta inedita Nel nome del porfido
è una pace malinconica questa sera,
la luna nuova si allunga sul colonnato
con un passo d’uomo e rami
nudi, pensi alle dita nodose
di un Dio padre posto al centro
del portico e a figure grottesche
guardando l’ombra dei palmizi, è
un edificio religioso questo corpo.
*
non credete alla bellezza, tirate via
le volte a crociera, ad uno ad uno smontate
tutti gli incastri e la lunetta nell’abside,
strappate via ogni pigmento minerale
con le unghie, che si spezzino sotto la pressione,
che il sangue irrori la lingua e la carne
con un sapore di ferro, il cuore non è
che un muscolo, un apparato propulsore!
*
che silenzio fitto fa tutto intorno il porfido,
la pace della pietra ricorda alla lingua
il simulacro di Eris, sottrarre le gemme
all’inverno non serve, la rosa è una rosa
e sboccia per trovare la morte
come il passo scova nell’inciampo
la sua ultima ora, togliamo al disastro
una rovina seguendo traiettorie di nuvole
inconcludenti e poi a falangi scoperte
aduniamo piccoli schianti di terra,
zolle deformi di verità, vedi, il cuore crepa,
è un bene sempre più deperibile.
*
così il dedalo d’oro della foglia
è stato dimenticato e la vecchia
canzone francese messa a soffocare
sul giradischi, caduta la complicità,
la traduzione di Paul Fort tra le rose,
i versi blu scritti sulla pelle, l’ora
del mattino dove facevi del corpo
una moglie, quel calice di vino, via
i vestiti increspati ai piedi come
onde! Si entra nella casa obliqua
fantasma delle due di notte,
si torna a passo di vetro – aperta
in un fianco,  alla tv del vicino –
da te che assiepi la paglia e inchiodi
sulla carta un nome come scrivessi
INRI e su tutto disponi un rogo.
Amore, strappami le unghie, conficcami
aghi alle estremità delle falangi,
dondolami nella culla della strega
perché confessi ogni accusa.

Emilia Barbato è nata a Napoli nel 1971 e attualmente risiede a Milano. Laureata in Economia, ha pubblicato le raccolte di poesia Geografie di un Orlo (CSA Editrice, 2011), Memoriali Bianchi (Edizioni Smasher, 2014), Capogatto (Puntoacapo, 2016). I suoi testi sono apparsi in diverse antologie e sullAperiodico ad Apparizione Aleatoria delle Edizioni del Foglio Clandestino.

 

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