da New Jersey (Interno Poesia 2020)

Fermati in un punto e guardati attorno verso le sei,
sei e mezza: le narici bruciano di ossigeno
e la notte sta sparendo veloce. Dove va a finire?
Si ritira nelle ombre e lì prosegue nel primo minuto

del giorno che inizia a sparire: ti si incolla addosso.
Ora sull’asfalto come fuori dalla tenda di Abramo.
C’è freschezza, quasi, e nitore, quando lo scarico del tir
è una prima sigaretta che punge al fondo della gola.

Un esordio eterno a quest’ora il cielo extraurbano emiliano.
Rimani fermo e guardalo mentre supera in azzurro
la comprensione: poi dovresti guardare la luce franare
sui calanchi, è così bella da fermare il cuore.

*

Sull’interruttore non possono essere che mie
e sui mobili, in cucina sull’acciaio,
sono io la mia stessa lepre da inseguire
risalendone le impronte nel silenzio
e proprio quando è a tiro invece sono solo io
che mi sbriciolo per niente
e togliendomi mi lascio fluttuare sul pavimento,

scrivo grosse i maiuscole ritrovando intonso
un sotto che promette contentezza –
felicità sarebbe troppo e spaccherebbe tutto
– tracce di me stesso tracciante,
orme di mani a Lascaux che dicono io, e nient’altro.

*

È un’alleanza fatta di pozzanghere
il fondale del fiume dove ghiaia
e pesci mancano e pare scompaia
la pendenza che l’acqua fa rifrangere

sui sassi in mille toni trasparenti
come quello che sfuma tra impressione,
pensiero e questa lingua in dismissione
che si maciulla docile tra i denti,

abrasa dall’interno nel frantoio
della frase, una lingua enucleata
dall’equivoco e scarsa di portata,
discarica indifesa e pisciatoio

senza risciacquo, magra e digitale
lingua ridotta a un gesto attoriale.

 

Marco Bini è nato nel 1984 e vive a Vignola (MO). Suoi testi sono apparsi nelle antologie La generazione entrante (Ladolfi 2011) e Post ‘900 (Ladolfi 2015) e in diverse riviste cartacee e online. Nel 2011 è uscito il suo primo volume di poesie Conoscenza del vento (Ladolfi), Il cane di Tokyo (Giulio Perrone 2015) e New Jersey (Interno Poesia 2015). È redattore della rivista «Atelier», e collaboratore anche della versione online per la quale traduce poeti di lingua inglese.

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