Esco, per cercarti
nelle cose. Il cielo sugli ombrelli
dice di gesti nervosi, di fretta.
Pensarti, provare un pensiero
è solo vento. Disgusto di forme.
Eppure continuano i passi sui viali,
i fanali svegliano l’occhio, le insegne
lo frugano.
Ci si infila nei giorni così,
ognuno, come un saluto distratto.
***
(Attendere, nell’attesa, il limite.
Senza rabbia. Le mani uno strappo
da riempire, lo sguardo
necessario.)
E devo ascoltarti nel tempo delle cose,
nelle storie dentro i dettagli. Prendere
e portare, da te
a me.
Raccogliere il senso di essere stati,
semplicemente, qui.
***
È di nuovo un noi questo buio
sui vetri appannati. Ancora la tovaglia
macchiata, le foto di famiglia con il cane.
Ci si vorrebbe giurare felici, invece si sta
solo nell’affondare dei propri dettagli.
Con il vino buono nei bicchieri, l’odore
della cena sui maglioni. A cercare un pretesto.
Enrico Giacomini è nato a San Daniele del Friuli il 17 maggio 1995. Vive a Buja (UD) e attualmente frequenta il corso di Discipline storiche e filosofiche presso l’Università degli studi di Trieste. Sue poesie sono apparse sul sito di Charta Sporca, nel nono numero della rivista Digressioni e nell’antologia Soglie di transito (Digressioni Editore 2019).