• RITRATTI DI POESIA 2018
    Tempio di Adriano
    Piazza di Pietra
    Roma
    PROGRAMMA DI VENERDI’ 9 FEBBRAIO
    15:10 – 15:30 Poesia sconfinata (terza parte)
    Gwyneth Lewis (Galles, UK)
    Traduzione e incontro a cura di Paola Del Zoppo
    15:30 – 15:50 Di penna in penna (quinta parte)
    Franca Mancinelli, Gilda Policastro
    15:50 – 16:10 I “landays”, poesie dall’Afghanistan
    Eliza Griswold parla con Moira Egan del suo libro
    I am the beggar of the world, Farrar, Straus and Giroux, USA
    GWYNETH LEWIS
    VIRUS MARINO
    Sapevo che non sarei mai dovuta andare giù
    Ma l’ho fatto, e l’aria viziata di sentina e legno
    Mi ha riportato indietro. I teli del mio cuore
    Tesi allo spasmo, quando una burrasca
    Più forte del desiderio riempie la vela
    Dentro di me. Essere sparata via dalla terra
    E dal suo fumo di legno! Sentire la chiglia
    Fredda nella corrente! Vedere l’albero
    Graffiare l’acqua come una penna instancabile
    Scrive una scia che sfuma! È vero,
    Sono rovinata. Neppure la bonaccia potrà
    Tenermi più a terra. Nemmeno tu.
    (da L’albero dei passeri, Elliot 2016, traduzione di Paola Del Zoppo)
    FRANCA MANCINELLI
    Le frasi non compiute restano ruderi. C’è un intero paese in pericolo di crollo che stai sostenendo in te. Sai il dolore di ogni tegola, di ogni mattone.
    Un tonfo sordo nella radura del petto. Ci vorrebbe l’amore costante di qualcuno, un lavorare quieto che risuona nelle profondità del bosco. Tu che disfi la valigia, ti scordi di partire.
    (inedita)
    GILDA POLICASTRO
    PUZZLE
    Quando vai a trovare qualcuno malato
    di solito passi davanti a un altro
    malato nella stanza solo
    nel letto sbagliato
    Quando esci dalla stanza lo vedi
    addormentato sul fianco uguale
    al tuo malato soltanto
    nel letto sbagliato
    Te ne ricordi l’indomani
    che sei passato dritto
    non hai salutato
    e nemmeno guardato
    quell’altro
    malato
    uguale
    solo
    nel letto
    sbagliato
    (da Esercizi di vita pratica, Edizioni Prufrock SPA 2017)
    ELIZA GRISWOLD
    ROVINE
    Un giorno primaverile trasuda da Trastevere.
    Una suora in scarpe da ginnastica turchesi
    contempla la scalinata.
    Ogni bulbo si sommuove.
    L’uovo nel mio petto si spacca,
    si apre contro la mia volontà.
    Il morto sulla strada in Congo
    era senza un orecchio,
    che avevano mangiato
    o che forse qualcuno portava
    come ciondolo appeso al collo.
    Il morto aveva questo aspetto. No, quello.
    Ecco un branco di turisti,
    tutti con i cappelli di tela uguali.
    Sto guarendo per sbaglio.
    Anche Roma è costruita su rovine.
    (traduzione di Damiano Abeni)

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