• RITRATTI DI POESIA 2018
    Tempio di Adriano
    Piazza di Pietra
    Roma
    PROGRAMMA DI VENERDI’ 9 FEBBRAIO
     
    18:20 – 18:30 Di penna in penna (nona parte)
    Stefano Carrai
    18:30 – 18:50 Poesia sconfinata (settima parte)
    Agi Mishol (Israele)
    Traduzione e incontro a cura di Anna Linda Callow
    18:50 – 19:00 Di penna in penna (decima parte)
    Renzo Paris
    STEFANO CARRAI
    BIOGRAFIE
    Quante vite studiate
    anno dopo anno
    in forma di cappelli
    medaglioni
    schede
    cronologie
    o di note
    di notizie biografiche
    quante vite imparate
    classificate
    archiviate in memoria
    per l’interrogazione o per l’esame
    nomi
    titoli
    date
    quante vite inglobate
    dentro la nostra vita
    senza che ci sfiorasse
    neanche il pensiero che non era inchiostro
    quello
    era sangue secco
    sangue nero.
    (da La traversata del Gobi, Aragno 2017)
    AGI MISHOL
    SCRIVERE
    La scrittura è la più tortuosa delle vie
    per ricevere amore.
    Vivere per lei è
    salire e scendere per le scale minori
    dell’infanzia
    con l’interno di fuori
    e un microfono attaccato alla tempia
    è chinarsi sulle parole
    finché non si trasformano in porta
    e allora farvi irruzione
    come frattali
    di broccoli
    è sbarrare sempre gli occhi
    dalla seconda alla terza dimensione
    sino a una danza di lettere
    che si inchinano l’una di fronte all’altra con l’umiltà del tempo
    di fronte all’eternità
    vivere per lei è
    cadere dai cieli
    con una lucente coda di cometa
    come un desiderio
    di nessuno.
    (da Ricami su ferro, Giuntina 2017, a cura di Anna Linda Callow e Cosimo Nicolini Coen)
    RENZO PARIS
    DARK LADY
    Ti ho atteso due ore in piedi
    nei corridoi ventosi della stazione,
    tra muti eritrei e regali senegalesi,
    vestite con gli scarti delle signore
    romane. Sei ancora tu la mia dark
    lady, mi son detto, mentre mi
    venivi incontro con quel vestito nero,
    da islamica del sud. Mi hai subito
    preso sottobraccio, raccontandomi
    a modo tuo di incroci di metropolitane,
    di un confuso tragitto della mente,
    di quello che ti ha spinto, madre, a riabbracciarmi
    (da Il fumo bianco, Elliot 2013)

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