RITRATTI DI POESIA 2018
Tempio di Adriano
Piazza di Pietra
Roma
PROGRAMMA DI VENERDI’ 9 FEBBRAIO
11:00 – 11:15 Parlando di Dylan
Robert Polito e Damiano Abeni parlano
di Bob Dylan tra canzone e letteratura
11:15 – 11:35 Poesia sconfinata (prima parte)
Hala Mohammad (Siria)
Traduzione e incontro a cura di Elena Chiti
11:35 – 11:55 Di penna in penna (prima parte)
Alessandro Canzian, Christian Sinicco

ROBERT POLITO
SHOOTING STAR
“I seen a shooting star tonight
and I thought of you…”

In un seminterrato a San Francisco
c’è una donna di cui mi continua a giungere voce,
che sostiene di aver vissuto per gli ultimi vent’anni
con Bob Dylan, e che ne vuole scrivere un libro.
Il che per lui potrebbe essere una gran sorpresa – ehi senti,
mi stai prendendo per il culo. Ma lei vende foulard
nel negozio di North Beach, e a sentir lei
Dylan è cambiato – un sacco –
pesante adesso, ma gentile, anche se un po’
matto, dentro e fuori dagli ospedali, non sembra
più lui. Ciò nonostante, dovunque vada
le spedisce poesie d’amore nel solito
stile anni ’60, e per lei è un onore mostrarle a chi capita.
Una cucina sonnolenta all’alba, la donna si avvicina
al bollitore, pigiama sbottonato fino in vita,
un uomo-gufo, sbronzo, indolente, le si trascina dietro.
Il glamour dei rovinati, ma quanto più
gratificante per lei non essersi inventata tutta
quella farraggine fumosa per solitudine, follia, o
per soldi, e stamattina svegliarsi accanto a uno
che ti persuade di aver inciso “Shooting Star” solo per te.
(traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan)

HALA MOHAMMAD
LE FARFALLE EMIGRATE CON LE FAMIGLIE
Le farfalle
emigrate con le famiglie
sui fagotti dei vestiti
sugli abiti a fiori delle figlie
nelle tasche delle nonne
nella supplica delle mamme
al confine
svestono i colori
entrano in esilio:
foto ricordo
in bianco e nero.
(traduzione dall’arabo di Elena Chiti)

ALESSANDRO CANZIAN
La ragazza di nome Olga
è una ragazza che non conosco
né me ne sono mai innamorato.
Ma se me la immagino la penso
con la pelle bianca come i capelli
di mio padre, e il seno grosso
– ma la memoria non fa vedere e
con l’utero profondo
come il buio dentro un uomo.
La ragazza Olga è una ragazza
che veste sempre ben curata,
raffinata, fin nelle fessure.
Parla correntemente quattro lingue
o cinque, non l’ho mai sentita.
Viaggia spesso per lavoro.
È dalle intercapedini del muro
che conosco la sua fede, notturna,
quando prega Dio con le ginocchia.
(da Il colore dell’acqua, Samuele Editore 2016)

CHRISTIAN SINICCO
IL RAMO BIANCO
Oh che tranquillo mar, che placide onde
Vittoria Colonna, poeta
non so per quanto tempo la luce mi inchioderà alla gioia,
è una deriva che guarda l’acqua, un sogno che dispone lo splendore:
forse hai paura di entrare, e l’inquietudine può rovesciare
l’ostinazione e la tua permanenza – come avrai capito io non sono
e non so quando cadrà la pioggia, qualcosa che sia assente
che cambi l’inerzia abituale, lavando anche solo un pezzo di mare,
il ramo bianco, coperto di salsedine, su qualche pietra e le alghe
restate all’asciutto; è la marea e questo rende il tentativo
ancora più fragile, l’equilibrio precario: dovrei lasciarti dove sei,
dovrei lasciarti lì, mentre il sole sulle onde ti porta a me
(inedita, da Ballate di Lagosta)

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