“Il titolo del libro di poesie di Davide Zizza è una parola ebraica: ruah. Più che una parola, un termine-chiave dai plurimi significati nel pensiero su Dio, l’uomo e il mondo, sviluppato dall’ebraismo. Presente anche nello Zòhar a indicare una delle tre anime dell’uomo, è difficile da tradurre in maniera univoca: è, approssimativamente, ‘soffio’, ‘vento’, ‘respiro’ e pure ‘spirito’ nell’atto della sua emanazione. Quale sentiero semantico essa prenda qui, tra i tanti possibili, viene indicato dall’autore stesso con l’epigrafe che apre la prima sezione, In principio: «Anche Dio nel respirare/ inspirò perché potesse/ diminuire e far posto al mondo./ Nel liberarlo, il soffio/ si assorbì a tutta la terra». Dio che inspira, diminuisce e fa posto al mondo, quindi. […] Il libro di Zizza sembra riprendere, con esiti di non trascurabile qualità, un’impostazione del dire poetico che tenta di cogliere (e tenta va sottolineato più volte a scansare ogni equivoco di sublime) un dialogo tra trascendente e immanente, scovando proprio nel secondo i piccoli segni (anche negativi, se è il caso) del primo. E, nel fare ciò, evita tanto il minimalismo più sciapo quanto i toni della retorica e mette a frutto il principio espresso dal pittore Strauch, protagonista del Gelo di Thomas Bernhard: essere compito dell’arte – e quindi anche della poesia – quello di ‘pensare in grande e in piccolo, pensare simultaneamente in tutti i rapporti’…”. (Dalla prefazione di Enrico Testa)

 

Da Ruah (Edizioni Ensemble, 2016)

dalla sezione La chute
CADUTA
Similmente alla caduta di un petalo di fiore,
sento cadere qualcosa, dal fondo: nel suo silenzio
l’aria disegna coi rami degli alberi
sensazioni ed echi.
Non è tempo di odi – la nuova e antica poesia
è l’esperienza di una visione
vista dall’interno, un salto d’inchiostro sulla pagina;
riconoscerne la verità
è vivere ad una quota, sentire una neve
che non gela.
Cade l’esperienza metafisica nelle parole,
ricade sempre e nel tempo, non come un’ode,
ma come un petalo del fiore.

NON ANDARE, CUORE
Non lasciarmi, cuore,
non volare, resta calmo
e segui il ritmo del giorno,
il colore del sole,
il profumo del mare,
il tramonto. Non andare.
Non piangere, cuore,
evoca la forza della memoria,
del sangue che si trasforma
in voce, scala di dolore
e di consolazione.
Non andartene. Pulsa
lentamente, aggiungi
la vela al soffio
che mitiga.
Segui la rosa e la bussola,
appartieniti, rimani

dalla sezione Calda stagione
FOTOGRAMMA
Lo sguardo si incanta,
il pensiero si muove
finissima molecola
per posarsi di là tra gli alberi – invisibile
si rapprende l’odore essenziale
dell’estate sui muri giallo-ocra degli abitati:
lo stato di coscienza
in cerca di un simbolo dove
far sopravvivere, resistendo al tempo,
la parola che tutto riveli
e tutto metta a tacere.

INATTESO 
L’aria frizzante è un invito. Abbraccio l’iperborea luce
nell’aurora, mentresento da un balcone più in là un inatteso
Bach, suite n.1.
Il momento sembra rilasciare
sentori che arrotondano le spine dei giorni.
Cambio mentead ogni passaggio di ora, restando uguale.
Chiuso neltempo della parola, per ora non so desiderare
altro che fondere il pensiero
con le note di questa suite che albeggia di là
due vicoli, più oltre

dalla sezione Metapoetica
FASCINAZIONE
Definisci – e hai già spezzato le ali.
Lascia che sia il velo, la patina
che giunge dal non-luogo:
l’occhio intuisce proprio quando non vede.
Non indagare la mente, il cuore,
il tempo, i giorni; lascia gli oracoli,
non sta a noi dirli – la poesia
non è scuola di scienziati.
Non svelare l’umano, accennalo.
Non tradire l’umano, accarezzalo.
Affascinalo. Amalo.

Davide Zizza (1976) è nato a Crotone, dove attualmente vive e opera. Dopo la plaquette Mediterraneo (2000), ha pubblicato la raccolta di poesie Dipinti & Introspettive (Rupe Mutevole, 2012). Un suo breve saggio, La lettura e la scrittura come etiche dell’ascolto, è presente nel volume collettaneo Ascolto per scrivere (Fara Editore, 2014). Ha pubblicato in Grecia alcuni articoli dedicati a Salvatore Quasimodo, Jules Laforgue e Robert Lowell. La sua seconda raccolta di versi, Ruah (Edizioni Ensemble) è del 2016. Sempre nel 2016 la sua poesia Pop Art Marilyn, dedicata a Marilyn Monroe, viene pubblicata nell’antologia Umana, troppo umana curata da Fabrizio Cavallaro e Alessandro Fo (Nino Aragno Editore). Le poesie inedite Cartolina di Mallarmé, L’ironia di Ulisse, La musa dell’uomo solo, Pesca notturna, Quasi, Nello stupore che precede, Ferita, vengono inserite nell’Almanacco di poesia “Quasi a filo di luna” (LietoColle, 2017). Lacinion (dedicata al Promontorio di Capo Colonna, a Crotone) viene inclusa nell’antologia Come sei bella. Viaggio poetico in Italia, curata da Camillo Langone (Aliberti Compagnia editoriale).
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