Laboratorio di Poesia, a cura di Alfonso Maria Petrosino, esce l’ultimo venerdì del mese su ‘Poesia del nostro tempo’. Vengono commentati i versi dei partecipanti del Laboratorio online e scelta la poesia del mese.

Davide Quercia ha inviato una poesia per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. Il verso intero occupato dall’allitterante nome del celebrato dà al testo di questa poesia l’aura di un’ideale epigrafe; l’identità tra primo e ultimo verso sembrano accennare alla ricorsività tra vita e morte che gli anniversari servono per l’appunto a commemorare. Le espressioni come “cuore vivente” suonano ingenue e paradossalmente false per eccesso di sincerità; molto migliore l’allitterazione “nude nuvole” che sembra contenere e far presagire molto di più. Ecco il testo in questione:

PER ARRIVARTI VICINO

Passi e battiti in cammino
Seguendo anime volanti
Arriverò io per primo
Un bacio al cielo
E sono lì da te
Per rimanerti vicino
Tra nude nuvole dorate
E preziose compagnie
Pier Paolo Pasolini
Cuore vivente
Per noi tu sei
Dagli anni di petrolio
Al tuo centenario
Da sempre aria nel vento
E respirerai in eterno
Per arrivarti vicino
Passi e battiti in cammino

Ester Carrara ama l’ellissi e la giustapposizione, il verso che si presenta come un eterno emistichio slittato e l’atmosfera da haiku. L’effetto è quello di un Cummings moderato. Che descriva la primavera o la quarantena, la scena è composta sempre da poche proposizioni, spesso averbali. La sintassi essenziale e l’impaginazione scomposta sono due elementi ricorrenti. Ecco un esempio:

Primavera

I ciliegi
sfrontati
margherite
nei prati assediate
tulipani
sul balcone
senza nessuna intenzione
sto
nel mezzo
del galà di primavera.

Come poesia del mese scelgo Altre domeniche d’Ilena Antici, un testo che pare toccato dalla grazia. Altrove Ilena Antici si concede reminiscenze montaliane, come il Corno inglese in questa chiusa:

basta solo un orecchio in ascolto
scordato strumento ripara
– il cuore tuo di bambino –
che nel mio corpo di figlia
lasciasti cadere,
incrinato.

O incipit esitanti e bruschi (“Che poi forse la vita / tocca viverla come dici tu”); mostra una certa predilizione per la parola “assurdo”, un aggettivo che oscilla tra il colloquiale e il filosofico – ed entrambi i registri sembrano qui appropriati. Altre domeniche è mirabile per come qualcosa di ampio e generico come la vita venga definito in una serie di opposizioni: il sole, la città in cui si vive, una constatazione. Un discorso che non entra nel merito, perché non ne ha bisogno, e che si sofferma su “cuore” e “anima” attraverso l’illustrazione della “luce” e la presentazione delle (termine generico) “cose”.

Altre domeniche

Qualcosa mi esclude dalla vita
passo accanto alle cose e non le vedo
c’è il sole stamattina nella città che ho scelto
ma qualcosa mi esclude dalla vita
in quest’ora esule del lunedì
– passano, comprano, ridono –
io passo intorno al sole e non mi scaldo.

Ho protetto il cuore con della lana cotta
l’ho fatta con le mie mani
quando la mia vita era così,
un laboratorio di cose.
Ritornai bambina quella domenica
o forse lo ero ancora, non ricordo,
c’era solo la luce tattile
tutta dentro a quel colore
sfilacciato poi pressato,
il miracolo di una cosa compatta.

Vorrei fare lo stesso di me, stamattina.
Pressare pulire e aspettare
che prenda consistenza l’anima,
rassegnarsi a farla di cose.

Eppure mi esclude dalla vita
questo assurdo pensiero di bellezza,
l’ossessione di cui non c’è bisogno
quando la vita ti accetta
e non puoi distinguere le cose dal senso
perché tu sai fare le cose, e le cose
ti rispondono.

Alfonso Maria Petrosino ha pubblicato quattro libri di poesia, Autostrada del sole in un giorno di eclisse (OMP 2008), Parole incrociate (Tracce 2008), Ostello della gioventù bruciata (Miraggi 2015) e Nature morte e vanità (Vydia 2020). La sua poesia, che descrive luoghi e situazioni in relazione a un paesaggio urbano e all’umanità che lo abita, si avvale di una metrica precisa e raffinata. La redazione di Poesia del nostro tempo ha scelto Alfonso Maria Petrosino per impersonare la figura del maestro, capace di leggere attentamente e suggerire soluzioni, anche ai neofiti della poesia, proprio per la sua capacità sia di aderire al “canone”, alla tradizione, che di frequentare i nuovi palcoscenici della poesia, dagli happening e performances al poetry slam, essendo stato campione indiscusso di queste scene per molti anni.

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