Fotografia di Emiliano Medardo Barbieri

 

Dalla prefazione di Francesco Tomada
[…] In Not Bad, proseguendo l’evoluzione delle raccolte precedenti, il viaggio di Claudia Zironi si fa più consapevole ma anche più pericoloso, piegandosi in forme a volte prosastiche, a volte sperimentali, ma sempre e comunque tese a cercare una coincidenza che possa trasformare le parole in significati. […] Not Bad è un mosaico: vi si alternano stati d’animo differenti e spesso opposti, entusiasmo e delusione, amore e rabbia, acredine e perdono, tenacia e rasse- gnazione. Aggiungo anche che è una fortuna che sia così, come del resto accade – ne abbiamo tutti esperienza – nella nostra quotidianità. Se per “coerenza” invece intendiamo quanto la poesia aderisca al suo autore, Not Bad è una raccolta talmente coerente da risultare commovente: qui non c’è nulla di finto, nulla di costruito, nemmeno quando ci piacerebbe pensare che possa esistere una minima via di fuga, uno spiraglio attraverso il quale l’esistenza non sia poi così spietata come a volte appare. Queste parole sono una rete a maglie strette, non lasciano margini o dubbi, si nutrono così intimamente della vita dell’autrice da ricavarne un indiscutibile valore di verità. Perché, in fondo, alla fine è proprio questo quello che conta, che la poesia sia vera: se lo è, allora diventerà bella. La verità è il frutto di una ricerca che non si trasforma mai in conquista, è un processo di costruzione della scrittura che si accompagna a un viaggio di esplorazione personale e umana. […] Ecco, in  Not Bad quello che non può non stupire è la totale mancanza di ogni parvenza di esibizione, e il modo in cui ciò si traduca in un faticoso ma risoluto gesto di coraggio. Ogni impeto di ira, ogni slancio di desiderio, ogni strappo di dolore, ogni impulso di sensualità è talmente nitido e risoluto da investirci con tutta la tensione di cui è costituito, così da trasformarsi in una sorta di confessione che non cerca il perdono, ma reclama partecipazione e condivisione. Addentrarsi in Not Bad significa, di conseguenza, rinunciare alla protezione, entrare in un umanesimo di laica sacralità in cui non è possibile comportarsi da semplici spettatori: se uno dei mali peggiori di questo tempo sbandato è l’indifferenza, queste poesie sono sicuramente un cammino necessario da cui si esce migliori.

 

da Not Bad (2019 – 2020) (Arcipelago Itaca  Edizioni 2020)

mangeremo allegramente i crisantemi delle nostre tombe
come fossero pop-corn, assistendo al grande spettacolo
delle lotte sterilizzate, delle impiccagioni senza volto, dei pesci
stretti e muti perché non sanno cosa chiedere agli squali, poi beati
ci decomporremo contribuendo all’innalzamento ulteriore
della temperatura globale. i pochi ghiacci rimasti si scioglieranno
gli incendi divamperanno e il colore del pianeta visto dallo spazio
sarà bellissimo. tu forse sarai ancora apatico quel giorno
e neppure il solletico dei vermi ti farà sorridere. io invece, pure da morta
mentre un vento umido batterà la terra desolata, penserò all’amore e
scenderà una lacrima. non ci sarà giudizio né rinascita, le pietre
non ricorderanno una parola di albanese né un solo verso di Dante
di Montale, di De Angelis o di Arminio Franco, chi ha abitato
la laguna e l’Amazzonia, chi ha comprato l’ultimo esemplare di Ferrari.
poi anche i vermi si estingueranno e tutto tornerà alla perfezione.

*

maledetto sia novembre con i suoi lutti
con l’acqua offesa del cielo e la punizione
dei crolli, la vendetta delle nebbie, questo sentore
d’impotenza. maledetta la rabbia degli uccelli e
i loro nidi vuoti, maledetta la sera che cala troppo in fretta
inattesa, sulle nostre vite inutili. i fiori al cimitero maledico
e le magnolie senza fiori, e le guerre e i tribunali.
maledico il tuo silenzio, pure,  di terrestre
tristo, impassibile, amatissimo, mio dio minore.

*

# nobody

il poco freddo giusto sferzava i muri
il pelo sintetico – social correct – delle giacche e i pensieri
ancora rivolti là
dove non c’era nessuno.
sembrava che tutto sprofondasse nella storia
insieme al socialismo reale e alla Olivetti
lettera 32. romantici poeti
si sbattevano le donne senza tanti complimenti
l’arroganza della specie
cantava il proprio coinvolgimento
nella fine del pianeta illudendosi
che non mangiare carne o spegnere le sigarette
potesse fare la differenza
la plastica si era vestita a festa con nomi
di consumo sostenibile
il potere assumeva dosi virali
quel tanto che bastava alla paura
le tombe restavano aperte per mancanza di fondi.
lungo i muri i pensieri
sferzati dal poco freddo giusto dell’inverno
andavano ancora là
dove non c’era nessuno.

*
a tarda notte nel silenzio sembra
che giustizia sia stata resa
per ogni umano tempo
di spreco, per le piccole singolari
guerre di sopravvivenza
per gli onori feriti che reclamavano
vendetta, per gli amori irrazionali
e per quelli di convenienza.
a tarda notte nel 2020 pare
che la fine sia così prossima
da meritare un commiato pirotecnico
tra musiche e fiori, brindisi e
applausi, proclami di bene, polveri
colorate dallo zafferano, da meritare
ancora un bacio di giovani eroi
nel silenzio definitivo imposto al cuore.
a tarda notte oltre l’oceano dicono
che sia in arrivo una bambina
sarà figlia di umani, aprirà gli occhi
su un mondo spopolato, sorriderà
e si chiamerà Eva.

*
a E.

gli uccelli neri sono tornati, lucidi
come il passato. dalla cima più alta
hanno cantato ricordando i caduti
lungo il viaggio, ricordando le carni giovani
le correnti del cuore. hanno portato notizie
da paesi inesistenti, inutili dettagli di rovine.
gli uccelli hanno detto che non c’è luce
oltre i confini della nostra esistenza
che è inevitabile il gioco del fuoco
bruciarsi, soffrire, perdere piume
che in questa vita solo una volta si nasce
solo una volta si muore e solo una volta
si può amare. tutto il resto è dolo.

 

Claudia Zironi, bolognese, opera dal 2012 nel mondo della diffusione culturale con l’associazione “Versante Ripido”, della quale è una dei fondatori e la Presidente. Collabora anche con altre realtà rivolte alla promozione della cultura e dell’arte e all’attenzione sociale. Fa parte della redazione de “Le Voci della Luna”. Ha fatto e fa parte di giurie di premi nazionali di poesia. Ha pubblicato: Il tempo dell’esistenza (Marco Saya Edizioni 2012); Eros e polis (Terra d’ulivi Edizioni 2014), uscita nel 2016 anche in USA per Xenos Books / Chelsea Edizioni, nella traduzione di Emanuel Di Pasquale; Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni (Marco Saya Edizioni 2016). Nel 2018 ha corealizzato e coprodotto in KDP, con la poetessa Silvia Secco e con la pittrice Martina Dalla Stella, il libro d’arte e poesia Ursprüngliches Leben – Poesia e pittura in dialogo (Edizionifolli di Silvia Secco). Sempre del 2018 è la pubblicazione indipendente su KDP di Variazioni sul tema del tempo (collana di poesia Versante ripido). Del 2019 è la pubblicazione artigianale, in tiratura limitata di 40 esemplari, di Quando si spegne il cielo (Edizionifolli). Per i tipi di Marco Saya Edizioni è uscita, nel 2019, l’antologia a cura di Sonia Caporossi Claudia Zironi – Diradare l’ombra – Antologia di critica e testi – 2012/2019.

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1 Comment

  1. Claudia 21/12/2020 at 10:53 am

    Ringrazio di cuore Silvia Rosa e tutta la redazione di Poesia del nostro tempo per l’interesse verso la mia scrittura e per questo spazio dedicato. Tanti auguri di Buone Feste a redattori e lettori!
    Claudia Zironi