Fotografia di Henning Witzel

Dalla prefazione di Anna Lombardo

[…] È risaputo di come la Storia venga riscritta dai vincitori che spesso ignorano o tengono fuori le storie ‘altre’. In molte delle poesie qui tradotte, tratte dalle due raccolte di Matt Sedillo, Falciando Foglie d’Erba (FlowerSong Press, 2019) e Città al Secondo Piano (FlowerSong Press, 2022), l’autore rilegge e rintreccia proprio quelle storie ‘altre’. Lo fa alla luce di dati e riferimenti precisi, che rendono ancora più ricco e prezioso il suo lavoro di scavo. Senza troppi preamboli, cita nomi, luoghi, date di massacri, gentrificazione selvaggia, ingiustizie ed ineguaglianze consumate quasi sempre all’ombra di dichiarate politiche di inclusione compiute attraverso vari strumenti legislativi o atteggiamenti di stampo razzista e omofobico del sistema politico, economico e sociale americano verso le cosiddette minoranze. Il fallimento del mito dell’America del Nord o del self made-man, o quello, tanto antico quanto attuale, del the first the best, vengono qui anche attraversati e soppesati sotto la luce severa e onesta del suo originale verseggiare. Sedillo ci offre una smagliante lettura non soltanto attraverso agganci storici, ma anche cinematografici, musicali e letterari, spesso passati inosservati al pubblico italiano. Una rilettura/riapertura, la sua, che non può fare a meno di interrogare, oltre la nostra addormentata coscienza, la poesia stessa, in particolare quella la cui vitalità e funzione si è andata persa nel sistema ‘usa e getta’ che tanto contraddistingue il nostro, ma ormai globale, vivere quotidiano. Il richiamo ad una costruttiva riflessione – che sovverte l’abitudine a girarsi dall’altra parte perché tanto ‘non è nel nostro cortile’ – o a domandarsi del prezzo delle attuali conquiste del nostro cosiddetto progresso, poi, è uno dei leitmotiv rintracciabile nei testi qui scelti e che più mi hanno affascinato. L’occhio di Sedillo s’aggira, un po’ come un Whitman dei nostri tempi, lungo le vaste periferie americane, entra nei sobborghi, nelle scuole dove l’apartheid pesa ancora sulle spalle delle minoranze di ogni tipo e natura, zooma in mezzo agli incontri-scontri con quelle forze dell’ordine che dovrebbero ‘servire e proteggere’ ogni persona indagando anche il suo stesso procedere in questa babele umana. I versi, giocati su un uso della parola essenziale dal ritmo incalzante, in cui l’abbondanza di enjambement e di una punteggiatura estraniante tiene desta l’attenzione, sono indubbiamente anche versi politici, nel loro significato migliore, carichi di quella poesia che sa sollevarsi e posarsi assieme come piuma e macigno. Il suo non è certo un semplice e facile recriminare. Direi, invece, una ricerca ansiosa ma puntuale, che sa essere intima e anche collettiva, di comprendere cosa sia successo, per esempio, tra noi e il sogno, o di quella speranza/illusione di una felicità per tutti e tutte; o cosa, di quel paese di ‘latte e miele’ sia rimasto o ci sia mai stato. Sedillo ci porge un motivo in più per riprenderci quell’attimo necessario e riguardare l’attorno
senza occhiali; uscire, insomma, dal dormiveglia o, per dirla con Mahmoud Darwish, chiederci se ‘veramente abbiamo fatto del male al nostro sogno’ di ‘ricordare (allora) l’ultima danza del cigno’. […]

Da Vite derubate, terra derubata (Ensemble Edizioni 2023), traduzione dall’inglese di  Anna Lombardo

Una volta

C’era una volta un sogno
O almeno così ho sentito
Molto tempo prima
In una terra ormai lontana
Noi radunati
Trovammo riparo dall’inverno
I nostri occhi di bimbi
Tutt’uno con le stelle
Raccoglieva raggi di luna
Le nostre vene, fiumi e torrenti
Il nostro cuore era un battito
E ogni generazione
Una vicina all’altra
Noi costruimmo nidi più robusti
E leggende
Furono tramandate
Più corpose delle rinvenute
O almeno così ho sentito
Del tempo
Prima
Che io nascessi su una distesa di terra
Nota per il suo clima
Dove
Il sole risplendeva luce
Su giusti e malvagi
Miseri e privilegiati
Innocenti e colpevoli allo stesso modo
Mentre i loro passi dorati
Caddero sulle nostre teste
Poiché chi possiede la terra possiede la legge
E a chi non la possiede
Solo ciò che ne consegue
Una volta ho fatto questo sogno
Un uomo portava a spasso un bimbo
Sul bordo di una collina
Su cui stava un palazzo
Indicava verso l’alto e diceva figlio
Lì vivono i ricchi
E anche se tu ed io
Mai vivremo abbastanza per vederlo
Un giorno questa collina di rosso si tingerà del loro sangue
A volte ho tutta l’energia
E a volte non ne ho affatto
Ho questa esistenza che si ripete
Dove ogni momento è mezzanotte
E ogni passo è nebbia
Risvegliarsi
Risvegliarsi
Risvegliarsi in autobus che va in centro
A fianco
Un mio amico
Raccontami i tuoi guai
Ti racconterò i miei
Oppure possiamo semplicemente chiacchierare
Passare il tempo
Qualcosa sul lavoro
Qualcosa sulla macchina
Qualche incontro con la polizia
Come per poco non restai fregato dalla legge
Come tutti rimasero intorno
A guardare
Come me la sbrigai a modo mio
Come faccio di solito
Mi dice i bambini delle scuole
Stanno salmodiando in faccia ai suoi figli Trump
Trump
E Costruiscono il muro
Eravamo bambini durante la proposta 18737
Questo è peggio
Immagino
Taccio
Ricomincio
Questo è peggio lo so
Fluisce e rifluisce
Sempre davvero in arrivo
E mai davvero giunge
Come i nostri figli non sono mai solo figli
In questo paese
Parliamo di storia
Mendez e Lemon Grove38
Rodriguez contro San Antonio39
Saul Castro e le rivolte
McGraw Hill40 e il Texas
Come Tucson si unì contro di noi
Come i nostri antenati camminano con noi
Come le nostre leggende scuotono le nostre ossa
Come la lucha ci rende forti
Ma la luna ci rende quello che siamo
Mi dice che non le piace prendere l’autobus da sola
Per lo meno non di notte
Mi parla dei pericoli
A cui io non devo mai pensare
Di come il mondo sia pieno di minacce
Perché il mondo è pieno di uomini
Nessuna eccezione
Io seduto
Io ascolto
Le ruote continuano a girare
Arriviamo a destinazione
Andiamo per le nostre strade separate
Non trovo pace in questi giorni
Mi dirigo a est
Verso le cliniche della crudeltà
L’intera umanità spogliata da un sistema
Il sadismo rappresentato come lavoro sociale
Nella città di El Monte
La scritta sul muro
Ti insulterà in due lingue
All’angolo
Di Paramount e Whittier
Al confine
Di Montebello e Pico Rivera
Cartelli riecheggiano per criminalizzare il nostro movimento
Sei mesi in gabbia per la traversata
Mio padre diceva sempre
Odiano vederci risplendere
L’auto una volta era sua
Ha i giorni contati
I miei piedi sono stanchi
Dormo nei parcheggi
Cammino dormendo
Verso il lato ovest
Una specie di festival di luci
Al limite della conquista
All’inizio o alla fine
Dell’autostrada Cristoforo Colombo mi faccio strada
Fianchi in profondità verso il pacifico
Saluto le onde
Distanzio la terra
Distanzio il suo cantico
Giungo fin qui per dimenticare
Sentire il chiaro di luna incresparmi la pelle
Nuovamente sveglio
Cammino lungo il molo
Li vedo in lontananza
I giovani sbirri
La squadra assassina
Banda da linciaggio autorizzata
Squadra della morte
L’America sottoscritta con un proiettile
Cinque sbirri contro un adolescente
Le mani ammanettate dietro la schiena
Confraternita di ragazzi rumorosi e orgogliosi passano accanto
Bevendo da bottiglie
La gioventù nera è criminalizzata
Criminalità bianca
È sanzionata dallo stato
Le pistole
Le loro cause scatenanti
Le loro risate
Chiamano rinforzi
Nessuna folla si raduna
Gli occhi della città
Le luci della città
Marciano oltre
Questo è prevedibile
Questo non è da vedere
Questo è ciò che siamo arrivati ad immaginare
Mai una volta
In tutta la loro autorità omicida
Smettono mai di ridere
Dopo un’ora
Lo rilasciano
Nessuna spiegazione
Semplicemente
Gli dicono di stare lontano dai guai
Questa è la legge del paese
Ho questo sogno
Ogni tanto così spesso
Di persone
Oltre i confini e le prigioni
Radunati in lontananza
Che raccontano storie d’un tempo
Quando le donne temevano la sera
Quando le comunità erano punite per il colore
E uomini adulti davano la caccia ai bambini
Incapace di credere che
Le persone un tempo vivevano in questo modo

Once

Once upon a dream
Or at least so I heard
From the time long before
In a land now distant
We gathered
Took shelter from the winter
Our child eyes
One with the stars
Collected moonbeams
Our veins, rivers and streams
Our heart was a beat
And each generation
One to the next
We built stronger nests
And legends
Were left
Fuller than found
Or at least so I heard
From the time
Before
I was born on a stretch of land
Known for its weather
Where
The sun shone its light
Upon the righteous and the wicked
The wretched and the privileged
The innocent and truly guilty alike
As their gilded steps
Fell upon our heads
For those who own the land own the law
And those who do not
Only its consequence
I had this dream once
A man walked a child
To the edge of a hill
Upon which sat a mansion
He pointed up and said son
There live the rich
And though you and I
May never live to see it
One day this hill will run red with their blood
Sometimes I have all the strength
And sometimes I have none at all
I have this recurring life
Where every moment is midnight
And every step is fog
Wake up
Wake up
Wake up on downtown bus ride
Alongside
A friend of mine
Tell me your troubles
I’ll tell you mine
Or we can just shoot the breeze
Pass the time
Something about a job
Something about the car
Some run in with the cops
How I almost got fucked up by the law
How everyone just stood around
And watched
How I talked my way out
Like I usually do
Tells me school kids
Are chanting in her children’s face Trump
Trump
And Build the wall
We were children during prop 187
This is worse
I imagine
I pause
I restart
This is worse I know
It ebbs and it flows
Always really coming
And it never really goes
How our kids are never just kids
In this country
We talk history
Mendez and Lemon Grove
Rodriguez vs San Antonio
Saul Castro and the blowouts
McGraw Hill and Texas
How Tucson unified against us
How our ancestors walk with us
How our legends rattle our bones
How la lucha makes us strong
But la luna makes us who we are
She tells me she doesnt like to ride the bus alone
At least not at night
Tells me of dangers
I never have to consider
How the world is full of threat
Because the world is full of men
No exceptions
I sit
I listen
The wheels keep turning
We reach our destination
Walk our separate ways
I find no peace these days
I head east
Towards clinics of cruelty
All humanity stripped from a system
Sadism posed as social work
In El Monte
The writing on the wall
Will insult you in two languages
On the corner
Of Paramount and Whittier
On the border
Of Montebello and Pico Rivera
Signs ring out to criminalize our movement
Six months in a cage for cruising
My father always said
They hate to see us shining
The car was once his
Its days are few
My feet are weary
I sleep in parking lots
Sleepwalk my way
To the westside
Some kind of festival of lights
At the edge of conquest
At the beginning or end
Of the Christopher Columbus highway I make my way
Waist deep to the pacific
I welcome the waves
Make distant the land
Make distant its chant
Come this far to forget
Feel the moonlight ripple my skin
Awake again
I walk the pier
See them in the distance
The boys in blue
The killing crew
Authorized lynch mob
Death squad
America signed with a bullet
Five pigs to one teenager
Hands cuffed behind his back
Loud proud frat boys walk by
Drinking from flasks
Black youth is criminalized
White crime
Is state sanctioned
The guns
Their triggers
Their laughter
They call for back up
No crowd gathers
The city’s eyes
The city’s lights
March forward
This is expected
This is nothing to see
This what we have come to imagine
Never once
In all their murderous authority
Do they ever stop laughing
After an hour
They release him
No explanation
They simply
Tell him to stay out of trouble
This is the law of the land
I have this dream
Every so often
Of people
Beyond borders and prisons
Gathered in the distance
Telling tales of a time
When women feared the evening
When communities were punished by color
And grown men hunted children
Hardly able to believe
People once lived this way

 

Messaggio

Sai sembra proprio ieri
Le municipalità tiravano su città
Costruivano nuclei famigliari
Associazioni dalle tasche solide
Un garage per due auto, pollo in ogni pentola
Un’espansione militare
Un uomo sulla luna e un dito sul bottone
Il domani non si rivela tutto subito
Ma quando fa
Liquidare la pensione
Automatizzare la fabbrica
Mettere all’asta le opzioni
Non preoccuparti per me
Non mi preoccupo io
Imprevisto da libero professionista
Sorridente verso il tuo servizio alla gig economy
Trambusto secondario, millenniale, standard post-industriale
Assumimi come un aggiunto
Licenziami come subbordinato
In una città in cui non posso permettermi di vivere
Dimmi della mia affidabilità creditizia
Meglio ancora, dimmi la tua
Promettimi il mondo, poi mostrami la porta
Io non ero
Nato
Arrabbiato
Sono stato abbandonato
Sono il tuo coniglio di velluto
La vernice secca di Saturno che mangia i suoi figli
Il neoliberismo che si nutre del midollo
Del passato e del presente, i lavori di domani, andati oggi
Nato qualche tempo dopo l’esclusione
Dimmi altro per l’incendio
Parlami di quello
In cui ho ucciso l’economia

Post

You know it seems like just yesterday
Municipalities raised cities
Built nuclear families
Associations of sturdy pockets
A two-car garage, chicken in every pot
A military expansion
A man on the moon and a finger on the button
Tomorrow doesn’t show up all at once
But when it does
Liquidate the pension
Automate the factory
Auction off the options
Don’t worry bout me
I worry free
Free-lance contingency
Smiling at your service to gig economy
Side hustle, millennial, post industrial standard
Hire me as an adjunct
Fire me as contingent
Into a city I cannot afford to live in
Tell me my credit score
Better yet, tell me yours
Promise me the world, then show me the door
I was not
Born
Angry
I was abandoned
I am your velveteen rabbit
The drying paint of Saturn eating his children
Neoliberalism feasting on the marrow
Of the past and the present, the jobs of tomorrow, gone today
Born sometime after the foreclosure
Tell me another for the fire
Tell me the one
Where I killed the economy

 

Città al Secondo Piano

C’è una città al secondo piano
Una meta internazionale
Il cui ingresso è vietato
A tutti quelli che appaiono
Troppo poveri per viaggiare
Dove il commercio incrocia
Ponti di filo metallico e cemento
Appena sopra il lampione
Sorge un’economia di scala
Dove edifici e uffici
Si connettono per disconnettersi dal mondo sottostante
Qui
Nello spazio tra
Lavoratore e destinazione
La conversazione fa girare l’utile
E nessuno si muove senza motivo
E nessuno parla senza scopo
Qui
La parola è nata morta
Una merce
E il mondo muore di nuovo
Mentre si lavora sodo per spendere i salari
In imitazioni a buon mercato
Del loro sfruttamento
Arroganti
Deliranti
Morti che camminano
Sognano ridacchiando
Di un superattico
Che mai raggiungeranno
Mentre guardano giù dalle terrazze
Verso la strada sottostante

City on the Second Floor

There is a city on the second floor
An international destination
Whose entrance is prohibited
To all those appearing
Too poor for travel
Where commerce crosses
Bridges of wire and concrete
Just above the street light
Rises an economy of scale
Where buildings and offices
Connect to disconnect from the world below
Here
In the space between
Worker and destination
Conversation spins profit
And no one moves without reason
And no one speaks without purpose
Here
The word is stillborn
A commodity
And the world dies anew
While working stiff spend wages
In cheap imitation
Of their exploitation
Arrogant
Delusional
Walking dead
Laughingly dreaming
Of a penthouse suite
They will never reach
While staring down from terraces
Towards the street below

 

Matt Sedillo (El Sereno, Los Angeles, 1981) è stato definito “Il miglior poeta politico d’America” e “Poeta laureato della lotta”. È vincitore del Joe Hill Labor Poetry Award 2017 e del Dante Laurel 2022. Le sue due raccolte Falciando Foglie d’Erba e Città al Secondo Piano sono qui pubblicate per la prima volta in Italia. È direttore letterario del Mexican Cultural Institute di Los Angeles.

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