Fotografia di Emiliano Cribari

Dalla descrizione della casa editrice

Con questa sua quarta raccolta poetica, Emiliano Cribari esplora ancora più attentamente i temi cari al suo errare, appenninico e spirituale: la materia del bosco e quella dell’anima, l’anima del bosco e quella delle rovine; lo spopolamento dei paesi; il legame, ormai quasi invisibile, fra presente e tradizione. E, ancora una volta, lo fa sovrapponendo, istintivamente, generi (in questo caso poesia, prosa lirica e diario epistolare) trasformandoli in parti indivisibili di un unico discorso, barbaro e selvatico, introverso e dilatato, che cerca luce sottovoce.

Da Cronache dalle rovine (peQuod 2023, collana Portosepolto)

ha piovuto il sentiero è sparito
spariti gli uomini il bosco
è tornato più prossimo a Dio
se muoio qui di introspezione
verranno a prendermi i cinghiali
eccoli in branco ingrugnire
sotto cieli rovinati dai caccia americani
sotto cieli disumani
sono a un passo
oltre le eriche ritorte
affamate
li ho chiamati
se muoio qui di silenzio o di senso
verranno a prendermi gli uccelli a brevi voli
un canto funebre per echi e lontananze
omelia di foglie accese dai venti
c’è più pace fra i selvaggi
più speranza di pietà
in mezzo ai monti

*

aria di sgelo fumo mesto dal fiume
il sole sbreccia la montagna
e fa suo tutto l’itinerario del cielo:
è una promessa mantenuta fino a sera
cammino inciampando tra ghiande reiette
piccolo minuscolo quasi inesistente
se anche mi ammalo cosa cambia
di così rilevante?
salirò ancora per ore
rifuggito da ogni bestia selvatica
perché nei boschi sfiorisco invece che fiorire?
vastità sfiorata del lasciarsi andare

*

ieri, mentre voi gridavate
c’era un vecchio silenzio in montagna
nei paesi tremanti
fra i boschi
negli eremi scampati ai dirupi
c’era un ronzio di macchinari una disperazione
negli occhi e nelle corsie degli ospedali
c’era una donna in preghiera in una stanza buia
una foglia fra miliardi di foglie e un papavero
fra i sassi
(all’orizzonte un passaggio a livello)
ieri, mentre vi osservavo
ero seduto in un vicolo a Palizzi
davanti a una chiesa sgomenta a Pietrapennata
alla stazione di Marradi due colombi affondavano
nel piatto misericordioso di una fontana

*

e in un attimo è tutto presente:
non morde mi accarezza
si rivela e svanisce
ha molti nomi
alcuni luoghi
ha tutte le mie età (tranne una)
mi vuole immobile
inerme
non ammette intrusioni
càpita ora finché morte non ci separi
(gli alberi parlano voci che sembrano umane)
io crepo di sete
di calma
d’amore
ho però tutto il resto
è così estate
che l’inverno sfiora i frutti del bosco

 

Emiliano Cribari è poeta, fotografo, camminatore. Dal 1999 ha iniziato a sperimentare nel contesto di svariati ambiti artistici: dalla poesia al teatro, dalla fotografia all’audiovisivo. Parallelamente, ha maturato esperienze professionali anche nel campo dell’editoria e del giornalismo. Dal 2015 ha iniziato a sviluppare progetti fotografici di carattere personale, soprattutto su tematiche sociali. Nel 2019, come guida ambientale escursionistica, ha dato vita alle “camminate letterarie”, escursioni in ambienti naturali caratterizzate da letture poetiche. Ha pubblicato La cura degli istanti (Transeuropa 2019), La vita minima (AnimaMundi 2020), Errante (AnimaMundi/emuse 2022), Mar d’Appennino (Edizioni dei Cammini 2022), Il valore dell’aria (EC 2022) e I diari del libraio errante (EC 2023). Ha inoltre curato il riadattamento in lingua italiana della raccolta di poesie La saggezza del condannato a morte e altre poesie di Mahmud Darwish (emuse 2022).

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