Fotografia di Laura Makabresku

Dalla Presentazione di Leonardo Barbera

Come si dice “ospedale” in tedesco? Questa era la domanda del quiz, in un pub vicino all’ospedale in cui era ricoverato mio padre. L’effetto della parola che si cercava era di frizione tra il dolore che provavo e il gioco, e fu quasi sorprendente, come la risposta: Krankenhaus. Il suono portava all’osso spezzato di mio padre. Questi testi raccontano un evento, sono una cronaca di come si costruisce un’assenza, quando l’oggetto di questa assenza non è ancora sparito, ma si immagina la sparizione. Così l’immaginazione inizia la sua battaglia con gli oggetti reali: vincendo e perdendo senza sosta. Direi che è una cronaca fantastica, in presa diretta, degli spostamenti continui della psiche per arrendersi al vuoto o riempirlo con ciò che rimane: la memoria.

da Krankenhaus (Gattomerlino/Superstripes 2020)

5
L’ospedale è elastico,
a prova d’immaginazione,
supporta insanie,
applica suture,
satura i colori, il tempo.

9
Lo sportello lo apro a forza stamane.
La radio canta una messa atea di fame e miserie.
Mi sembra allora che sia vero, mentre accendo il climatizzatore
e s’inceppa, che si può anche morire
se perfino gli elettrodomestici
a volte si guastano.

17
Ogni giorno siamo sempre più creativi
nell’inventarci miracoli, nel trovare scuse
per tirare avanti, nel fingerci interi.

20
La notte è davanti
e alle spalle
sempre
in agguato.
Non puoi grattarla via,
a ottant’anni dovresti saperlo.

28
I ricordi non hanno sangue,
muscoli, odore. Non puoi stringerli,
succhiarli, sono coperte
fatte di niente.

Luigi Carotenuto è nato a Giarre (CT) nel 1981, e vive a Castell’Arquato (PC). Ha pubblicato i libri di versi L’amico di famiglia e Vi porto via (Prova d’Autore 2008 e 2011), Taccuino olandese, Gradiva n° 48, rubrica Sguardi a cura di Mario Fresa (Olschki editore 2015), Krankenhaus (gattomerlino 2020). Collabora con la rivista lEstroVerso (www.lestroverso.it) diretta da Grazia Calanna, trattando prevalentemente di poesia contemporanea, arte e psicologia. Presente in alcune riviste e antologie, una selezione di testi, tradotta in francese a cura di Irène Dubœuf, è stata pubblicata sulla rivista Terre à ciel.

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