Dalla Prefazione di Umberto Piersanti

Di rado, molto di rado, soprattutto in questi anni, capita di incontrare una raccolta così compatta e strutturata (spesso ci troviamo di fronte a un insieme di poesie il cui unico legame è costituito da un dato cronologico) come è questa Isola scura. C’è un tema dominante, l’isola, che non è quella della fuga baudelairiana, ma quasi una modalità dell’esistere: la concretezza reale di un paesaggio greco e mitologico, anche attuale e presente, s’interseca perfettamente con la valenza metaforica che l’isola assume. Finalmente una poesia diretta, che sa raccontare e riflettere e non si trincera dietro i più svariati, riusciti o meno, artifici linguistici.

Da L’isola scura (Vydia Editore 2023)

Er

Nel decimo libro della Repubblica
si narra la storia di Er il soldato,
di cosa vide e di cosa pensò
coricato sul rogo umido prima dell’alba.
Er ci racconta
che dopo la morte c’è attesa
ma non condanna,
che ogni solitudine prima o poi
ha un termine e soprattutto
chi abbiamo amato non si perde mai.
Er descrive questo incontro come un festival
o una sagra; otto giorni e sette notti
accampati su un prato rischiarato da un’altra luna
o forse dalla stessa. Gli animali
dividono il nostro destino e
la notte è solo
stare all’ombra.

La marcia che segue è come una gita di classe,
o un corteo
ma senza freddo o rabbia; poi ciascuno sceglie
il proprio demone
col cuore in pace perché ci viene detto:
la virtù non ha padrone
e un uomo può rinascere donna o volpe
o nuvola e un cigno
destarsi poeta. Quello che conta
è non avere fretta:
a questo siamo abituati.

Danae

A dicembre le olive sono finite
e il tempo da occupare
è sempre troppo.
Si spera di bere
e ci si stanca in fretta.
Iniziano i giorni del mare agitato, la tregua
da tutte le guerre
ma qualche miracolo attende.
La Vigilia di Natale, a mezzogiorno
si è fatto il bagno
e di notte la luna era così bianca;
ha zittito tutti.
Tu vivi in armonia con tutto questo
ma io non so piegarmi, come dovrei.
Se terribile fosse anche per te
il terrore che mi stringe e il mare
prevedibile e sgombro;
c’è un cuore che non vedo
e che non sento
e in cielo all’imbrunire
un piccolo Saturno
per salvarci.
Ma Danae sono anche io
e sto dentro una cassa
e senza ormai farci più caso
nel silenzio, prego.

Idea

La luna è bassa sulla
baia, e rossa.
Il vento sa di origano
e di menta, svuota la valle
e spazza gli angoli.
C’è qualcosa
dietro la montagna bianca:
un terremoto, ma non si sente nulla, solo
l’urlo lontano
di un asino solo.
Una fata vestita di giallo
con la faccia da libellula
visiterà domani l’orto,
come ogni mattino;
la sua benedizione
accompagna i pomodori.

Il coltello sulla tavola
brilla con luce di pugnale,
poi l’ombra lo nasconde.
Chissà poi se è vero
che il tempo finirà.

 

Franco Costantini è nato a Genova nel 1990. Ha studiato lettere, classiche e moderne, e attualmente insegna italiano e si occupa di poesia medievale a Parigi, dove vive dal 2015. Alcuni suoi testi sono apparsi su riviste, cartacee e online, francesi e italiane. È stato autore invitato alla semaine italienne della Normale di Parigi e a un seminario di traduzione di poeti contemporanei all’Università di Aix-Marseille. Ha pubblicato la sua prima raccolta poetica, Scorporare, con la casa editrice Transeuropa nel 2021. L’isola scura (Vydia 2023) è la sua seconda silloge.

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