Nella fisica quantistica, secondo il principio di indeterminazione, per misurare la velocità o la posizione di una particella elementare è necessaria la presenza di un osservatore: un sistema non può essere studiato a prescindere da chi lo osserva. In Frammenti da zone soggette a videosorveglianza (Zona 2022; Premio Pagliarani 2020, sezione inediti) Mauro Barbetti sostituisce l’osservatore umano con riprese di videocamere del sistema di videosorveglianza della città di Pisa (per approfondire la genesi dell’opera si confronti la presentazione dell’autore apparsa su Argonline il 27 dicembre 2020), riproducendo l’interazione tra una serie di strumenti ottici e la percezione di eventi e fenomeni potenzialmente ingannevoli in quanto sottratti, nella loro essenza puramente logica, a una visione olistica.

La sezione eponima della raccolta è costituita da 55 sequenze, mentre nella seconda e ultima sezione, intitolata Serie di fermo-immagini, vengono presentati 10 fotogrammi: in entrambi i casi i vari punti di vista rappresentano altrettanti tasselli che compongono uno straniante mosaico urbano. Essendo tuttavia privo di coscienza e consapevolezza, l’obiettivo fotografico non può interagire con la realtà; di conseguenza Barbetti adatta il linguaggio del soggetto poetante a un possibile linguaggio verbale dell’intelligenza artificiale, per tradurre in parole ciò che i circuiti si limitano a registrare. Nella postfazione, infatti, Lidia Riviello evidenzia che la lingua di Barbetti «apre a possibilità e intuizioni non consuete». Probabilmente gli elementi più familiari della scrittura di Barbetti incontrano qui uno dei loro temi d’elezione: la scomposizione in morfemi, le paronomasie, le allitterazioni, le assonanze e le rime permettono di tessere una rete di suoni in cui il ritmo, seppur franto, sembra rimodularsi e riconfigurarsi in propaggini alternative, così come un’immagine, seguendo un automatismo, si forma su un monitor dopo che i dati sono stati processati. Lo stesso paradossale rapporto di continuità e discontinuità è presente anche nella percezione umana che, influenzata dalla tecnologia, confonde la complessità del reale con la sua immagine parcellizzata, proiettando l’esistenza entro i parametri di un meccanismo combinatorio e probabilistico basato su sistemi di pure coordinate spazio-temporali che privano l’esperienza di spessore emotivo. Il testo Mattino che apre il libro pone in questo senso una premessa imprescindibile: la macchina non solo riduce l’uomo a spettatore passivo, ma sembra aver ormai acquisito una sua autonomia che influenza una quotidianità in cui risulta sempre più difficile conservare minimi dettagli di vita irriducibili a icone o a funzioni oggettive.

 

da Frammenti da zone soggette a videosorveglianza (Zona 2022)

dalla sezione Frammenti da zone soggette a videosorveglianza

(telecamera 30 Piazza Don Minzoni)

Per errore sincronizzato
all’ora di Greenwich
– 9.30 a.m. –
La passeggiata d’un uomo
con il suo cane
appena terminata
non è (in realtà)
ancora cominciata
il rivolo d’urina
sotto a quel vetro
è inesistente secco
o scorre all’indietro

 

(telecamera 35 Via Rismondo)

Ad aspetti e angoli
il solido disporsi
dei palazzi
ore e giorni e mesi
a registrare
ogni vari-
azione di luce
nelle facce
l’accensione dei lampioni
il curvarsi della notte
lo spegnersi poi
e il riprendere
del transito apparente

 

dalla sezione Serie di fermo-immagini

3.

Passo oltre una vetrina:
del rumore interno
mi giunge un braccio teso
le luci ai quadri elettrici
il bicchiere fermo
e un lungo tempo sospeso
come lo stare ai tavoli
di clienti e cameriere.
Nel mio al-di-qua
le auto sono auto
i passanti passanti
il pomeriggio inclina
verso una nuova data.
s’accendono le insegne
ovunque nella strada.

 

6.

Ci sono cose
in questa casa
che non ne vogliono sapere
di funzionare ancora
come l’orologio a muro
da mesi fermo all’una
ormai dato imperituro
o quell’anta che s’arrende
e non chiude oltre
al volume dei miei fogli
o quel lume là nel bagno
che non s’accende più
pur cambiando lampadina.
Con sorriso bonario
concedo loro ogni mattina
il libero arbitrio materiale
tanto questo vario opporsi
a me
non cambierà la vita.

 

Mauro Barbetti, nato nel 1960 tra le colline marchigiane, insegna inglese nella scuola primaria ed è redattore di Arcipelago Itaca Edizioni. Ha all’attivo le raccolte in versi Primizie ed altro (La scuola di Pitagora 2011), Inventorio per liberandi sensi (Limina Mentis 2013), Versi laici (Arcipelago Itaca 2017), Retro schermo (Tempra 2020) e Frammenti da zone soggette a videosorveglianza (Zona 2022 – Premio Pagliarani 2020, sezione inediti). Alcuni suoi testi sono comparsi su «Poetarum Silva», «la Recherche» e «Versante Ripido». Ha tradotto dall’inglese John Berryman e Keith Douglas.

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