Dalla prefazione di Paolo Ruffilli

Meccanica dei solidi. Mai titolo poteva essere più indovinato per questo libro, nel dettaglio del particolare e nell’estensione simbolica della definizione. Non solo perché di meccanica dei solidi si sta parlando mentre avviene l’accadimento della prima poesia, ma anche perché gli avvenimenti di tutti i testi della raccolta hanno a che fare con lo stesso processo.  La meccanica dei solidi, in fisica, è la parte della meccanica che riguarda lo studio delle stato di tensione e di deformazione dei corpi solidi al fine soprattutto di evidenziarne i limiti di resistenza al variare delle condizioni di carico: forze esterne che vengono a produrre cambiamenti più o meno consistenti. E, in queste pagine, l’azione violenta di qualcuno e di qualcosa viene a forzare appunto i limiti di resistenza di corpi, corpi umani, fino a produrre quel cambiamento di stato estremo che è il passaggio dalla vita alla morte […]

Dalla postfazione di Giancarlo Pontiggia

[…] Ciascuno dei protagonisti è sollecitato dagli eventi a una scelta decisiva, in cui è in gioco l’idea stessa di umanità. E certo non è un caso che tutte le figure che popolano la galleria poetica di Raffaela rispondano in un solo modo, senza esitazione: sotto questo aspetto, La meccanica dei solidi è anche un libro di exempla, tanto più intensi quanto più provengono da uomini qualsiasi, alieni da ogni forma di eroismo plateale o di deteriore protagonismo. Ma è proprio questa scelta, come leggiamo negli ultimi versi della poesia conclusiva (Due forze), a spostare «di tre quarti d’oncia / l’ago della bilancia». Ciò che resta, nel venir meno della vita, è la nudità dell’anima che si specchia in se stessa. C’è molta Storia, in questi racconti: c’è la seconda guerra mondiale (In acque calme), ricordata anche nei suoi episodi più efferati, dall’esperienza dei campi di concentramento (Aula 204) alla pratica della decimazione (Lo scambio); e c’è il terrorismo ideologico (The man in the red bandana; L’ostaggio). Ma c’è anche la potenza minacciosa della natura (Montgomery Lake; And may be so me time; Cantiere d’acqua; Raggio d’azione). E c’è la violenza individuale (Una casa), l’incidente fatale che s’impone con furia improvvisa (Gravità; Il carico; Due forze). Quel che però più colpisce il lettore è la finezza con cui il poeta affronta ogni singola vicenda: ed ecco Oates, un «corpo così grande», che «si affida alla tormenta / perché lo renda / piccolo / tanto da non sentire» (And may be so me time); o Welles Crowther, che sembra affidarsi al suo fazzoletto rosso («regalo di suo padre / di quando era bambino») come a un talismano (The man in the red bandana); o «la calma / di una benedizione» che vince miracolosamente, come in una tavoletta di ex voto, le turbolenze marine nell’ora della grande prova (In acque calme); o il patetico dettaglio di chi, offrendosi come «scudo umano», all’improvviso vede casa sua, una moglie che lo aspetta, una cena apparecchiata dove «fino a ieri / facevano progetti» (L’ostaggio). Raffaela Fazio non si limita a raccontare, ma interroga ogni vicenda alla ricerca di un senso, che infine non è altro che il potere del bene contro il male della storia o la fatalità degli eventi naturali: non c’è retorica, in questi versi, che si offrono nella nudità, quasi disarmata, del vero, di ciò che è realmente accaduto, e si sottrae perciò alle forme corrosive dell’ironia o dell’incredulità. Raffaela Fazio crede nell’uomo, e per questo può scegliere una parola che vada dritta alle cose, e che sappia far sentire, nel visibile di ciò che accade, l’invisibile del cuore.

da Meccanica dei solidi/ Solid Mechanics (puntoacapo 2021) traduzione inglese di Patrick Williamson

All’età di 76 anni, Liviu Librescu fu tra le 32 persone uccise durante la sparatoria del Virginia Polytechnic Institut, il 16 aprile 2007. Seung-Hui Cho entrò nel Norris Hall Engineering Building e aprì il fuoco nelle aule. Librescu, che teneva una lezione sulla meccanica dei solidi nell’aula 204, chiuse la porta della classe e si frappose col suo corpo, impedendo all’omicida di entrare. Permise così alla maggior parte dei suoi studenti di uscire dalla finestra. Lui fu colpito da cinque proiettili attraverso la porta; quello alla testa risultò fatale. Liviu Librescu, ebreo di origine rumena, era sopravvissuto alla Shoah.

Aula 204, Meccanica dei solidi

La porta è attraversata dagli spari
e il corpo non si stacca
è viva barricata
massa cosciente
premuta contro il nulla.
In cima a quello
la carne adesso esplora
un altro spazio: la forza
che al buio sopravvisse
ricava dall’interno una risposta
che ha la forma
di una finestra aperta
nel muro della classe.

(A questo
è infine destinata
la luce
covata in lunghi anni?)

Da lì si caleranno
in ventidue. Non lui.
Per lui, un quinto colpo.
Si schianta nella testa
l’ultimo tratto di filo spinato.
E il carico scompare.

Non si è sottratto
né si è piegato
all’attimo spurio.
Cosa offre alla storia?
Il perdono?
Piuttosto
ciò che al corpo è rimasto:
(estrema, generosa)
la sua sola
tensione di rottura.

*

Durante la seconda guerra mondiale, George L. Fox, pastore metodista, Alexander D. Goode, rabbino, Clark V. Poling, ministro riformato, e John P. Washington, sacerdote cattolico, erano i quattro cappellani a bordo della Dorchester, nave per il trasporto delle truppe partita dal Canada e diretta in Inghilterra. Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 1943, favoriti dalla buona visibilità dovuta alla calma delle acque dopo una tempesta, alcuni siluri lanciati dal sommergibile tedesco U-223 centrarono la Dorchester, che di lì a poco colò a picco. Su 921 persone, 227 si salvarono. I cappellani sono ricordati per la calma e per il coraggio con cui cercarono di assistere e di confortare i soldati; nessuno di loro esitò a cedere il proprio giubbotto di salvataggio.

In acque calme

Quanto conta
la squama dentro un ventre
di balena?
Fin dove si risale
se il buio non ha uscita
ma solo una pendenza?
A quale dio mostrare
da vicino
lo squarcio di tribordo?
Le corde
sui fianchi della nave
le tubature rotte
i corpi soffocati
dai fumi di ammoniaca
e quelli già annegati?
Cos’è che tiene a galla
se il nulla avvolge tutto?
Se il mare è sopra e sotto
qual è il peso
(rispetto alla sua massa)
che ha il giubbotto
di un uomo che lo passa
togliendolo di dosso?
Da quali abissi viene
nell’ora della fine
la calma
di una benedizione?

VIDEO

*

Una donna, rimasta anonima nei mass media, ha perso la vita il 3 agosto 2018, soffocata dai fumi di un incendio divampato nell’appartamento in cui viveva, al quarto piano di una palazzina di Xuchang, in Cina. La donna aveva gettato due lenzuola dalla finestra e, dopo essersi assicurata che i vicini per strada le avessero afferrate, ha lanciato prima il figlio di nove anni e poi la figlia di tre. Subito dopo, la donna ha perso le forze. I vigili del fuoco l’hanno trovata svenuta, accanto alla finestra. All’ospedale, non è stato possibile rianimarla. Entrambi i figli si sono invece salvati.

Gravità

Dopo il parto
ogni madre allatta coi figli
una piccola morte:
li prepara a scordarla quel tanto
che basta alla vita.
Li cresce, li vuole leggeri più forti.

Leggeri
lo saranno abbastanza?
Ora il fumo ha riempito la stanza.
Il suo istinto
le grida: sono i tuoi sono tutto
non darli.
Ma lei getta due lenzuoli di sotto
e nel vuoto assoluto
dopo il primo, il secondo
dei corpi.

Intervallo infinito.

Poi il suo fiato si spezza.
Resta sola là in alto
per assenza di peso.
L’ha sfinita quel salto
che salva, il cordone reciso
dall’ultima spinta
con la quale l’amore
inventa, diventa il suo estremo:
violenza.

*

Arland Dean Williams Jr. era uno dei passeggeri a bordo del volo Air Florida 90, che si schiantò nel fiume Potomac poco dopo il decollo da Washington, DC, il 13 gennaio 1982. Arland che, insieme ad altri cinque sopravvissuti, attese i soccorsi aggrappato ai rottami della coda dell’aereo passò di volta in volta a chi gli stava accanto il salvagente lanciato dall’elicottero. I cinque vennero tratti in salvo. Quando l’elicottero tornò per Arland, lui era ormai affogato. Aveva 47 anni.

Due forze

Due forze in gioco:
il gelo compatto del fiume
e l’incerta presa dei pochi
rimasti
aggrappati ai resti della coda.

Tra loro, uno più vigile di tutti.
Calato dall’alto, il salvagente.
Lui lo passa
a chi gli è più accanto
una volta, due, tre, quattro.

He’s the last man in the water.

L’ultima cima
non trova più la stretta delle mani.
È scomparso
sott’acqua, sotto i rottami.

Due forze in gioco:
la natura imparziale
e la scelta
dell’uomo che sposta
di tre quarti d’oncia*
l’ago della bilancia.

 

*Corrispondenti a 21 grammi, considerati il peso dell’anima

Raffaela Fazio (Arezzo 1971) ha trascorso dieci anni in vari paesi europei prima di stabilirsi a Roma, dove lavora come traduttrice. Laureata in lingue e politiche europee all’Università di Grenoble, si è poi specializzata presso la Scuola di Interpreti e Traduttori di Ginevra. In seguito, ha conseguito un Diploma in Scienze Religiose e un Master in Beni Culturali alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nel campo dell’iconografia, ha pubblicato Face of Faith. A Short Guide to Early Christian Images (2011) e La corona che non appassisce. L’escatologia nella scultura funeraria dei primi cristiani (Contatti, 2020). È autrice di vari libri di poesia, tra cui: L’arte di cadere (Biblioteca dei Leoni 2015) con prefazione di Paolo Ruffilli; Ti slegherai le trecce (Coazinzola Press 2017) con postfazione di Francesco Dalessandro; L’ultimo quarto del giorno (La Vita Felice 2018) con prefazione di Francesco Dalessandro; Midbar (Raffaelli Editore 2019) con prefazione di Massimo Morasso; Tropaion (puntoacapo Editrice 2020) con prefazione di Gianfranco Lauretano e postfazione di Sonia Caporossi; A grandezza naturale 2008-2018 (Arcipelago Itaca 2020) con prefazione di Daniele Barbieri; Meccanica dei solidi. Solid Mechanics (puntoacapo Editrice 2021) con prefazione di Paolo Ruffilli, postfazione di Giancarlo Pontiggia, e traduzione in inglese di Patrick Williamson. Di prossima pubblicazione Un’ossatura per il volo (Raffaelli Editore 2021), raccolta dedicata dall’autrice interamente ai propri figli, con prefazione di Giovanna Rosadini. Nel 2021 è uscito anche il suo primo libro di racconti come vincitore del primo premio Narrapoetando 2021, Next Stop. Racconti tra due fermate (Fara Editore 2021). Raffaela Fazio si è occupata della traduzione dal tedesco di Rainer Maria Rilke, le cui poesie d’amore sono state raccolte in Silenzio e Tempesta (Marco Saya Edizioni 2020). Nel 2021 è prevista la pubblicazione di una raccolta di poesie di Edgar Allan Poe, tradotte dall’inglese: Nevermore. Poesie di un Altrove.

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