Fotografia di Dino Ignani

da Prisma (Zacinto Edizioni 2022). Le immagini contenute nel libro sono le riproduzioni delle prime sette tavole illustrative al trattato di Chladni (1787).

(E. F. F. Chladni è stato un fisico del XVIII secolo che ha studiato gli effetti del suono. Osservò che una membrana o una lastra, cosparse di sabbia o polvere di licopodio, potevano avere modi di vibrazione diversi in base alla sollecitazione acustica, che corrispondevano a disegni geometrici. Alle figure di Chladni fa riferimento la cimatica di Hans Jenny. Questo poema immagina figure di suono in poesia attraverso gli effetti sonori del linguaggio.)

1. L’orecchio sulla mano

Sto per parlare:
la corrente che ci tiene in vita è identica
alla cosa più semplice –
senza pensare riconosci sempre
la luce che buca il ciliegio? –
anche se non lo hai mai visto, non serve.

Stai per parlare:
per, la parola più facile, può trasformarsi
in molto divertimento –
vorresti essere giovane o indefinibile? Digita
LOL al posto di TVB
Lots of Love per Ti voglio bene quando
il mondo era più piccolo
e ora in sovradimensione… ma LOL vuol dire sempre
luce che rompe le cose?

Non vedi? Innamorarsi per la prima volta: non sai
che il piacere all’inizio non sempre ha futuro?
Ma TVB, almeno, si scriveva con la penna
premuta dentro al palmo della mano
e l’inchiostro ondulava come le figure di Chladni sull’eidofono.

Ecco, il suono sta per parlare. Cosa?
Sì: un prisma di voce, e tu sei sempre giovane,
mentre il tratto della penna scioglie il sudore lentamente
in fiori liquidi – che cosa perfora la luce?

Stiamo per parlare:
forse, un’emozione da niente –
i nervi si contraggono, il calore li dilata,
la mattina si espande e LOL fluorescente
vibra sonoro per milioni di figure –
in altri esperimenti il messaggio certamente è universale?

Allora, una ragazza appoggiava l’orecchio sulla mano –
non l’hai vista? Non serve…
Guarda, indietro, la luce naturale –
dove hai imparato le previsioni?

6. Perdono non dimentico

Il ciliegio non dimenticherà:
è ingenuo attribuirgli un potere?
Prova ancora a star su, ma l’età non fa crescere
il colore nei fiori: bianchi si confondono
dentro la luce e potrebbe essere quasi estate, una corsa
di qualsiasi ragazza.

Il ciliegio, è vero, non ha dato mai latte,
ma nella sua ombra copriva i gattini
e i fiori si perdevano chissà dove come gli occhi stretti
ancora chiusi oscillavano sul muso.

La sua innocenza: per essere onesti
una cosa che vale – perché perdonare?
È un sismografo appoggiato al ciliegio la donna che canta forme di
fiori
– nessuno l’ha mai vista, non serve –
pensa alla vita integra, autentica, nella quarta dimensione
– nessuno l’ha mai provata, non serve…

Qui poche cose contano: TVB, in fondo, tanta violenza bianca –
stringerla e vibrare, ripetersi: perdono, non dimentico

perché il legno, sai, non è un buon conduttore
ma una persona sì, Chladni, porta le tue figure…

 

NOTE:

Le epigrafi sono frammenti da E.F.F. Chladni, Entdeckungen über Theorie des Klanges, Lipsia, 1787 (tr. inglese: Treatise on Acoustics, traduzione di R.T. Beyer, ASA Press/Springer, 2015) e da E.M. Grant Duffe, Notes from a Diary, Londra, 1889–1891, a proposito degli esperimenti acustici con l’eidofono di M. Watts Hughes. La traduzione italiana è di Maria Borio.

Maria Borio (Perugia, 1985) è poeta e saggista. Ha pubblicato Vite unite (sul XII Quaderno di poesia italiana contemporanea, Marcos y Marcos 2015), L’altro-limite (Pordenonelegge-Lietocolle 2017), Trasparenza («Lyra giovani», a cura di Franco Buffoni, Interlinea 2019) e la plaquette Dal deserto rosso, con disegni di Linda Carrara («I quaderni della Collana», a cura di Maurizio Cucchi, Stampa2009 2020). L’ultimo suo lavoro di saggistica è Poetiche e individui (Marsilio 2018). Cura la sezione poesia di Nuovi argomenti.

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