Particolare della copertina di Maria Teresa Quercia

Dalla prefazione di Michela Zanarella

È un canto di devozione ed amicizia quello di Lorenzo Mele in “Settembre è una preghiera”, dieci poesie inedite dedicate a Gabriele Galloni, giovane poeta di talento prematuramente scomparso. L’autore sceglie versi brevi, ma di grande intensità e ci consegna delle liriche commoventi. Il lettore si sente avvolto da un alone di luce che gravita intorno alle parole. Sono versi delicati e malinconici, che esprimono lo sconcerto per un’assenza che lascia un vuoto incolmabile. Settembre si può considerare l’ultimo mese dell’estate e per coincidenza Gabriele Galloni ha pubblicato il libro di poesie “L’estate del mondo”, una raccolta ricca di simboli e significati. È un mese legato al ciclo annuale della vite, secondo una antica leggenda celtica, in cui l’equinozio d’autunno prende il nome di Mabon, avviene il passaggio dalla vita alla morte, con l’attesa di una rinascita o meglio di una trasformazione interiore. Settembre è il mese in cui Gabriele ha lasciato la vita terrena per entrare in un’altra dimensione e Lorenzo lo fa diventare una preghiera per un amico con cui ha condiviso lo stesso amore per la poesia: “Settembre esausto che piangi/non mi dici come stanno le cose/preghiera semisommersa, ultimo bacio estivo”. Si avverte il dolore, ma anche un bene intoccabile che resta. Gabriele c’è con la sua poesia. Lorenzo Mele ha bisogno di affidare i suoi pensieri, le emozioni del momento, cerca di lasciare all’esterno, sui balconi, quel suo stato di ansia, ma le tensioni entrano prepotentemente nel quotidiano.[…] Mele cerca una risposta, prega per quello che viene e si affida alla sacralità della poesia, consapevole della forza della parola. È un colloquio con l’invisibile. Nelle sue suppliche in versi troviamo la sincerità di un grande affetto che resterà indelebile nel tempo. Gabriele vive nella voce dei poeti che lo amano e che lo ameranno in futuro. La sua poesia è la sua anima fatta luce, un dono immenso per tutti.

Dalla postfazione di Mattia Cattaneo

Settembre è il mese che può rappresentare l’inizio ma che qui, esausto e incompreso, tende a diventare preghiera, rimastica quel buono che si spera possa tornare per poi restare. Lorenzo si muove tra le vertigini delle parole, le discese e le salite emotive, la natura che dipinge lo stato d’animo e affida ad essa i vuoti, i graffi dietro le porte, le ansie e le lacrime spente al suolo. Stendere il dolore e guardarlo in faccia, dritto negli occhi, affrontarlo a muso duro, col quale fare i conti da dietro una finestra o con la testa contro un muro. Sfogliare la mancanza che ci tocca da vicino e darle casa, prometterle di coltivarla nell’invisibile e nell’anima. Il tono intimista non deve ricondurci ad una mera confessione, anzi assume significati che scavalcano l’indicibile e lo rendono unico. Nella brevità di queste poesie c’è l’essenzialità, la potenza della brevitas e il non detto dei silenzi. I silenzi che qui stravolgono la parola, la fanno diventare umana e vivente, respira e ricorda assieme a noi. […]

da Settembre è una preghiera (Esclusiva Amazon, edizione aggiornata 2022)

Settembre è una preghiera,
e io ti penso ancora in piedi
a volere tutta l’aria in un
attimo solo – un colpo di respiro
a permetterti la grazia –
la stessa grazia sdolcinata
che indossano i morti.

*

Settembre esausto che piangi,
non mi dici come stanno le cose,
preghiera semisommersa,
ultimo bacio estivo.
Il tuo lontano sole, sai,
mi commuove ancora.

Settembre buono che torni,
è tuo tutto il buono che resta.

*

Questa notte mi preparo un the,
due o tre gocce di passiflora
nel dubbio a decantare nell’infuso.
Le ansie le lascio sui balconi,
ma loro subito a scodinzolare,
a graffiare dietro la porta.

Accendermi una sigaretta
è un segno di resa, un gesto
di grazia in onore dei morti

 

Lorenzo Mele (Lecce, 1997) è nato in Germania e cresciuto in Italia. Ha esordito nel 2018 con la raccolta poetica Tu mi abbandoni (Entropia – Edizioni La Gru), successivamente ha pubblicato Dove non splendi (Controluna 2019) e Casa mia non ha le ringhiere (Ensemble 2020), finalista al premio Pordenonelegge “I poeti di vent’anni” nel 2021. Sue poesie sono state tradotte in diverse lingue e apparse su testate giornalistiche, Riviste, Radio e blog letterari come “Atelier”, “Inverso”, “ClanDestino”, “Poesia del nostro tempo” e molte altre. Ha fondato e diretto la rivista di poesia “Il Visionario” nel 2019, chiusa poi nel 2021, pubblicando un’antologia poetica sull’infanzia con oltre trenta poeti dal titolo Le biglie fanno rumore. Al momento studia Discipline Olistiche Bioenergetiche.

 

 

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