Immagine in copertina di William Warby

 

Elizabeth Bishop ha scritto che il segreto della poesia è costituito da “Spontaneità, mistero, accuratezza” e ha aggiunto “in quest’ordine”. Daniela Attanasio sembra conoscere molto bene la formula di questo segreto, Vivi al mondo giunge ad una sintesi dei tre elementi, una lingua tangibile e leggerissima, dolorosa eppure lucente. Nel dettato del verso lungo la tensione procede senza cedere, capace di aprirsi, coagularsi in profondità, sciogliersi nella levità quasi ironica del gioco.
Attanasio trova un ritmo ampio, confinante con la prosa, precisamente musicale; proprio da un’autrice appartata ed estranea alle mode arriva un’opera pienamente contemporanea, esito di grande eleganza e naturalezza, per una ricerca portata avanti dalle generazioni più giovani. Accade talvolta in letteratura che i maestri in ombra siano radar puntati verso il futuro, capaci di cogliere la cifra stilistica della propria epoca innestandola in una materia a lungo attorta e amata (…)
(Dalla nota introduttiva)

Da Vivi al mondo (Vallecchi 2023)

ha una sua solitudine lo spazio una solitudine il tempo –
sono due idee che si curvano ma non si toccano
come le tende che scendono sui vetri della finestra
i libri schierati nelle loro rastrelliere
come le braccia quando si chiudono in un abbraccio
senza stringere nulla

solitudini inerti che non sanno niente delle mie paure –
non è la solitudine dell’aquila in montagna
né la solitudine di chi entra in clausura a spaventarmi
ma quella dell’acqua che nella cella del freezer
si cristallizza in un cubetto di ghiaccio

*
se noi scordassimo il sole d’estate che ci
scortava su una strada di sabbia
verso la tela azzurrissima del mare
se avessimo già scordato il riflesso viola dell’acqua
gettata sugli scogli dai tagli del vento
se volontariamente ci scordassimo
di sperimentare la bellezza della terra o avessimo già scordato
tutti i pensieri d’amore che risucchiando il respiro
ci hanno fatto tremare
una volta almeno dovremmo girarci per guardare indietro

*
nel suo ultimo letto mia madre diventa miniatura
scaccia le tenebre spostando il buio coi nodi delle dita
a volte perde fiato e dice ho paura
seduta accanto a lei accarezzo una testa di setole dure
simili all’erba di un prato ghiacciato
le parlo di me per farla rientrare ma dalla gola esce solo un grido
l’invocazione a Santa Rita prediletta dalla sua voce cieca –
un racconto di linee già tracciate un cerchio di abitudini da registrare
portolano del suo mare – smalto rosso alle unghie
odori di cucina messa domenicale
le sigarette sono poggiate sul comodino
la sua voce nel balbettio implora un’ombra svanita nel suo allora
l’ultima sigaretta si consuma piano come fosse cenere della sua vita

*
oggi vorrei che tu rintracciassi le mie orme
per custodire la parte giusta del cuore
dove il sangue è rosso e la morte dorme

*
avrei voluto spostare lo sguardo dalla tua
schiena al tronco malato del platano ai pappagalli
che sono germogliati sui rami della magnolia
fermarmi davanti alla fontana di pietra ma le
ortiche si moltiplicavano sotto i piedi la siepe di
alloro sfumava giallo nella sua gabbia geometrica
la ghiaia si macchiava di muffe e cortecce
sotto il sole le foglie bruciavano accartocciate dalla
sete – l’impazienza di te non è più tortura
tra vita e morte c’è uno spazio esiguo ormai una
lingua di silenzio tra le facce del mondo e la bellezza

come accadeva nell’infanzia un secolo fa tra la
paura del buio e la grazia del sole d’inverno
quando entrava dalla finestra con la volta a ogiva

 

 

Daniela Attanasio, nata a Roma, ha pubblicato per l’editrice Empiria i libri di poesia La cura delle cose (1994), Sotto il sole (1999, Premio Dario Bellezza, Premio Unione Lettori Italiani), Del mio e dell’altrui amore (2005, Premio Camaiore). Il breve poema sull’amore contenuto nel libro è stato musicato nel 2004 e rappresentato in alcune manifestazioni teatrali. Le tre successive raccolte sono state pubblicate con l’editrice Nino Aragno: Il ritorno all’isola (2019, Premio Sandro Penna), Di questo mondo (2013, Premio della Giuria Viareggio – Repaci), Vicino e visibile (2017). Ha tradotto Love Poems di Anne Sexton per il volume antologico La doppia immagine (Editore Sciascia) e per la rivista Galleria ha curato un numero antologico su Amelia Rosselli. Come critica ha collaborato per alcuni anni con la rivista letteraria Leggere (Editrice Archinto, Milano) e con il quotidiano Il Manifesto. Sue poesie sono presenti in numerose antologie, fra cui Poesia italiana 1970/2000, Garzanti, Nuovi poeti italiani 6, Einaudi.

 

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