Fin dalla sua nascita, lo spazio letterario Poesia del nostro tempo si è proposto come luogo di dialogo tra poeti e autori contemporanei, in un continuo tentativo di confronto e ricerca. Mediante questa rubrica, a cura di Enrico Giacomini, Valentina Murrocu  e Adriano Cataldo, l’obiettivo è proprio quello di portare avanti questa esplorazione, anche attraverso i nuovi modi e mezzi di comunicazione del contemporaneo.

Nell’ottavo episodio della rubrica Adriano Cataldo ha intervistato Francesco Terzago. Il dialogo è stato introdotto da un ragionamento sulla biografia dell’autore, in particolare sulla sua capacità di muoversi in diversi ambiti artistici: non solo la poesia, ma anche la fotografia, l’illustrazione. L’espressione utilizzata da Terzago per definire questa multi-medialità è la felice metafora del «territorio anfibio». Si è poi passati a parlare della raccolta Caratteri (Vydia 2018), un’opera che esiste attraverso una presenza quadripartita. È infatti libro edito, plaquette autoprodotta, video-lettura e post di blog. Nel libro è forte l’idea duplice del soggetto scrivente. Da un lato infatti esso è inteso come aggettivo, oppresso in qualche modo dal mondo della tecnica e da quello degli oggetti; dall’altro, si fa sostantivo, in quanto presenza attiva nel mondo che reagisce e interpreta attraverso lo scrivere.

Da Caratteri (Vydia 2018)

               La tapparella abbassata sta vibrando e il chiarore
che la attraversa fila un abaco sul grande tappeto
che ha portato dal magazzino di sua madre. Lei ora non c’è,
così posso fare i conti con i miei novemila giorni di vita.
Mi sembra una cosa ridicola. Un numero tanto grande
per qualcosa di tanto piccolo.
La plafoniera sospesa sul nostro letto
è un mondo di freddo sporco, una molle sfera di polvere
inchiodata nel soffitto. Su quella calotta una bufera silenziosa
si flette su un gruppo di nomadi vestiti d’azzurro,
li vedo lì tutti i giorni, che non avanzano di un passo.

***

               Oggi me ne sono rimasto ad ascoltare il rumore
del mio respiro e il dolore dei miei occhi.
Il contrappeso della gru era un diadema
incastonato nella fronte del cielo, un vetro
silenzioso e immobile. Mi pareva di leggere,
nella sua presenza, un senso di rimprovero.
Si trovava a una ventina di metri proprio
sopra alla mia testa. Attendeva. Ci siamo fissati
per un bel po’, lui e io. Fino a quando non ho sentito
gravare su di me le cifre, le misure ineluttabili.
Abito una pietra imbalsamata nell’acqua.
Tutto ciò che la circonda àltera, in ogni momento,
le sembianze; si rinnova ma, ai miei occhi, rimane
sempre uguale. Ciò che so di me stesso è poco,
ancora meno io conosco voi. Sto parlando
di un rapporto, il rapporto che unisce il poco
che si assomma e che, allo stesso tempo, se ne va via.
Che, in ogni momento può esserci tolto e non tornare.

***

                Un amico fumando al mio fianco si lascia alle spalle
dei cilindri azzurri. Vorrei aggrapparmi
a questo orizzonte di ferro ma l’orizzonte
non è una tenda e io non sono più il bambino
che giocava nella casa di montagna, sotto
alle fronde del ciliegio selvatico e vicino
alla casa giocattolo, di plastica bianca. Non
parliamo più, avremmo voluto bere ancora un po’.
Non abbiamo niente e non sappiamo
dove questa strada si riavvolga.
Forse le cose vanno bene così, c’è ancora
una gioia elettrica quando si è sulla soglia
dei vent’anni. Lui fa il barista dai cinesi,
io lavoro in un parco divertimenti, sono cowboy.

 

Francesco Terzago è nato a Verbania nel 1986, ha studiato Linguaggi e tecniche di scrittura a Padova. Collabora, o ha collaborato, con collettivi, siti internet e riviste quali: AbsolutePoetry, Poesia2.0, Scrittori Precari, Mitilanti. Fa parte della redazione di “In Pensiero” e di “Argo”, con cui ha curato L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (1950-2013). Il suo racconto Buffalo Bill è uscito con «The eyes can see what the mouth can not say». È membro del Comitato di Ricerca Inopinatum sulla creatività urbana della Sapienza – Università di Roma. Sue poesie sono presenti in: Italian Poetry Review, ClanDestino, Le Voci della Luna, Nuovi Argomenti, Smerilliana e ALI; e nelle antologie La generazione entrante (Ladolfi Editore 2011) e Poeti della lontananza (Marco Saya Edizioni 2014).

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