CONFINE DONNA – XXII PUNTATA

Qual è stato il confine che ti ha segnata di più, cambiandoti, quello dal quale hai sentito di non poter più fare ritorno?

La scoperta di un mondo che si rivela quando si riesce a entrare nella scrittura di un autore o di un’autrice attraverso la lettura dei suoi testi, ancor meglio se letti, ascoltati in lingua originale. Ecco, questa consapevolezza – la possibilità di accedere senza mediazioni all’universo pensato e visto dall’altro – è stata una piccola rivoluzione dentro di me. Di quelle che ti fanno prendere importanti decisioni, come lo è stata l’assunzione di una scrittura plurilingue che respira con ritmi e passi diversi ma che funziona appunto nella convivenza tra le sue tre sponde.

da Poesie scelte. 2000-2012 (Giuliano Ladolfi Editore 2013)

Attraversiamo paesaggi
come si ritorna
a un ricordo
che non si vuol più ricordare.

Allo sbocco della galleria
ci è data
la stessa motagna
e l’altra faccia di noi stessi:
stranieri
e già così lontani
dall’istinto della lingua.

Prisca Agustoni è nata nella Svizzera italiana, dove è cresciuta. Si è poi trasferita a Ginevra, dove ha svolto gli studi universitari in lettere ispaniche e filosofia, e dove ha fatto del teatro e ha iniziato a scrivere. Dal 2003 vive tra la Svizzera e il Brasile, dove lavora come docente di letteratura italiana. Scrive e si autotraduce in italiano, francese e portoghese. Lavora anche come traduttrice letteraria. Ha realizzato letture in diversi festival internazionali di poesia, e integra il comité scientifico del festival Chiasso Letteraria, in Svizzera. Dal 2009 fa parte della Compagnia delle poete, diretta da Mia Lecomte. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano l’antologia Poesie scelte. 2000-2012 (Giuliano Ladolfi Editore, 2013); Cosa resta del bianco (Capelli Editore, 2014); Un ciel provisoire (Samzidat, 2015); Casa dos ossos (Macondo, 2017).

 

La rubrica “Confine donna: poesie e storie d’emigrazione” è ideata e curata da Silvia Rosa

 

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