da La vita impressa (Book Editore 2022) di Ranieri Teti

I luoghi

esistono luoghi che sono destinazioni opache, cimiteri di vie sotto falso nome, fondamenta stra tificate in muri, epiloghi al vieto che appartengo no a varchi, disfacimenti, movimenti di mappe e costruzioni di paesaggi, percorsi e scie di strade, moti ancorati di ruote e scafi, e più in là nuvole nei fondali, legni che galleggiano nelle cose dopo, cercando di trattenere qualcosa che fugge, in una continua impressione di poca luce, un odore buio a lungo inalato, l’inedito incontrato in una tenebra illuminata per contrasto, naturale cammino nella fugacità, nel terreno fragile del continuo esordio, nella zona separata dove ha luogo la vastità entrata nell’angolo, il suo scavo, il naufragato, il fiume che continua ad abbattersi sulla foce

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Sogni

dove abbiano origine, se da un nostro accanto, da un’ora che inclina il capo, da un fronte reclinato in resa, dal ritmo degli inseguitori, da una cava e i suoi recessi, da un’istantanea controluce e quel profilo scuro, nell’improvviso del momento, nell’urna tra ruggine e tramonto, dall’epidermide tra le fibre di una corda, dall’ultima orma di un salto dimenticato a mezz’aria, dall’insegna di un secolo, da un nubifragio visto dall’oblò, da un calco di canto o da un’impronta di voce, dal vapore millesimato in stille, da uno scartamento aumentato, da strade prese d’assalto, dal sonoro di macchine calcate al massimo, dagli appunti per un distacco, da un sommario depredato, dagli assoli di orchestrali nel corale, da un lento dell’aria, da un acuto dell’imo, da un racconto dall’interno del buio, con l’anfratto farsi nel suo scuro, a frasi e crittografie del sentire, scorrendo veloce con la piena degli invasi fin dove l’acqua non è piú fiume, con la pietra dentro la sua venatura, la forma di una trasparenza, la rifrazione di uno scavo, notturno d’insonnia e vocativo, tra la creazione di un senso e la sua rimozione, cosí tutto vedendo lo smarrimento, se questo tempo intorno, tra finzione e refurtiva, è l’inciso sul retro di un foglio, è quello che resta

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Suite postuma

quando tutto ritorna nel pensiero, nel silenzio in cui ci destinano le ore quando si attardano a dismisura intorno a qualcosa che è solo marmo, cenotafio attorno a pietre che sono solo una neutralità di oggetti, solo una tonalità di grigio, solo un freddo odore chino sugli sfiorire, solo un armistizio tra le cose, solo un sottobraccio che diventa un malcelato vorrei, l’idea di un cammino invernale, un kursaal di cose scomparse, un senso che si chiami placamento, con la grazia impensata dei gesti nell’attimo del loro supremo mentire, solo con lo sguardo in sottofondo dell’avvertire lontano, avvertire vicino il tempo dell’averti avuta a portata di occhi e pelle, a durata di ossa, a portata di braccia, cercando di vivere ancora la penombra scoscesa dei bordi, a portata di udire quando è terra la prova voce per del volo dire e per udire quando è terra la prova del volo

 

Ranieri Teti (Merano, 1958), cofondatore e responsabile del Premio “Lorenzo Montano”, ne promuove il periodico Carte nel vento. Dal 1985 al 2020 è stato redattore di Anterem; dal 2021 ne cura le edizioni. Collabora a riviste, cartacee e on-line, italiane e straniere, Ha contribuito, con testi poetici, alla realizzazione di libri d’arte prodotti con pittori e scultori. Un suo radiodramma, Ombre sotterranee, è stato oggetto di tesi di laurea presso il Conservatorio di Trento e Riva del Garda. Ha partecipato a vari festival, letture e incontri di poesia. Sue poesie sono state tradotte in russo, spagnolo, inglese, greco, tedesco e francese. Tra le sue pubblicazioni: La dimensione del freddo, prefazione di Alberto Cappi (1987); Figurazione d’erranza, prefazione di Ida Travi, (1993); Il senso scritto, prefazione di Tiziano Salari (2005); Controcanto (dalla città infondata), con immagini di Pino Pinelli, nel volume collettivo Pura eco di niente, prefazione di Massimo Donà (2008); Entrata nel nero, prefazione di Chiara De Luca (2011). È presente nelle antologie: Istmi. Tracce di vita letteraria, a cura di Eugenio De Signoribus; Ante Rem. Scritture di fine Novecento, a cura di Flavio Ermini; Akusma. Forme della poesia contemporanea, a cura di Giuliano Mesa; Verso l’inizio. Percorsi della ricerca poetica oltre il Novecento, a cura di Andrea Cortellessa; La radice dell’inchiostro, a cura di Giorgiomaria Cornelio; BAU 2020, a cura di autori vari; Dizionario critico della poesia italiana 1945-2020, a cura di Mario Fresa.

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