Particolare da La nascita di Venere di Sandro Botticelli (1484-1485 circa). Firenze, Galleria degli Uffizi

Oggi desidero porre l’attenzione sulle opere di poesia che imitano la realtà, mediate dalla comunicazione e dalla community sui social e utili al mercato editoriale, apparentemente applicate a degli standard, anche di consumo.
Era il 2018 e preconizzavo, in una lettera a Rosaria Lo Russo, che la poesia si stava subordinando in modo conformista alla comunicazione. Tutti se la prendevano con gli slammer per la scrittura di poesie descrittive di ambienti e di eventi. Poi fu il turno di youtuber, instagrammer e paesologi. Il problema era (e continua ad essere) la mancanza di una poetica articolata da diversi orientamenti, dalla riflessione sul linguaggio e sul processo di formazione, da posizioni politiche, etiche ed estetiche, da determinati argomenti di dibattito culturale, storico e sociale.
La tendenza in atto è invece la costruzione di pacchetti di versi sulle più svariate e ombelicali attività umane, connesse ad oggetti (ma si potrebbe dire “prodotti”) e ad eventi del quotidiano, dimenticando che la Storia sta bussando alla porta della poesia, con crisi finanziarie, migrazioni e guerre, e come se la materialità nel contesto capitalista non necessiti di un intervento morale.

Non c’è che dire, molti di questi libri sono ottimi parolari: gli ambienti sono quelli in cui tutti si possono riconoscere, circoscritti, e le situazioni pure, ma perché affrontare le attività umane e le relazioni attraverso gli stessi conformismi, imitando o riproducendo la realtà quotidiana senza una visione prospettica, senza un filtro, senza un intervento sui rapporti tra uomo e società, senza un approfondimento della poetica?
Anche se sono di una fattura migliore rispetto ai versi d’occasione o legati ai format, sono dello stesso tipo. Questi libri di poesia che imitano la realtà e basta, assieme alla riproduzione delle attività che hanno a che fare con il mediale, in relazione ai mezzi di comunicazione, che parlano di camion, di negozi o di sale d’attesa visitate da entità spersonalizzate, di cappellini in voga, di ombrelloni, di lavandini e di microonde, sono ascrivibili allo stesso dominio conformista, assimilabili al dialogo dell’industria culturale e al suo merchandising culturale.
Descrizioni di attività, di rapporti tra uomini, donne, capi, colleghi, tra livelli umani e materiali quindi, dove il testo è collegato al contesto da un espediente, da un modello di relazione usuale, senza alcun messaggio particolare.
Ma indicare la realtà non è criticarla, non più, come teoricamente qualcuno ha predetto senza comprendere l’omologazione culturale della società della comunicazione.
Libri di poesia che riproducono descrizioni, senza un sistema parallelo di critica, fanno pensare al consumo di contenuti, al riciclo di rimandi delle informazioni di diversi media… Danno l’impressione di essere collegati alla realtà, ma tutto ruota nella pura imitazione.
Tutta questa produzione e riproduzione mimetica (che a seconda dei contesti qualcuno definisce sperimentale o tradizione) è un fast food poetico che con furbizia cerca il rapporto con una porzione di pubblico, traducendo una quotidianità in cui tutti si possono riconoscere, un leggibile non disturbante, minaccioso ma non troppo, un discutere della barba che cresce, dei pensieri mentre si guarda una parete, di un drone che volteggia, di un tablet e di uno screenshot, etc!

Una delle domande che mi sono posto è se i lettori sentano la mancanza di una poetica articolata, un’idea dell’opera che si muova in ampiezza, in cui a concorrere alla produzione del messaggio ci siano varie teoresi, ma pure fondamenti etici.
Un’altra domanda che mi sono posto è perché i poeti si accontentino di scrivere in fin dei conti dei parolari.
Certo, c’è la richiesta delle case editrici di trovare nei libri frasi da sottolineare su tematiche precise, e vedo che c’è una ricerca nell’ambito delle relazioni umane. Bene, ma queste sembrano indagate senza memoria, e molti stanno diventando abili confezionatori di opere composte mediante tag, con una narratività sciatta, con qualche frase ad effetto, spesso ritagli da un circuito di proposizioni già usate, su eventi del presente, quotidiani, intimi ma senza eros, alle volte pure per un target di persone precise.
Rispetto a tutta questa materialità contenuta nella scrittura mimetica, qual è la poetica come risultato della sensibilità, delle teoresi del poeta, ma pure della sua politica culturale? Che stanno a fare i poeti?
Insomma, dove vedo descrizione piatte, una community di poeti e di blogger evidentemente vede conchiglie d’Afrodite.
I contenuti del conformismo della comunicazione saranno riciclati più e più volte nelle opere contemporanee di poesia ed è lecito aspettarsi che nel prossimo decennio un’ampia letteratura si produca grazie a questi testi mimetici, in un rincorrersi tra oblio e anteprime definite sensazionali, senza apparati che argomentino le qualità ai lettori.

Poesia del nostro tempo continuerà anche a pubblicare estratti da queste opere, nonché a seguire generi e format, ma la redazione cerca di indagare le poetiche, se c’è una visione del mondo e della vita. Perché è evidente che la scrittura che schiaccia i testi sulla descrizione di qualcosa di immediato, mediale, fornisce una vuota, quasi anaffettiva, rappresentazione della vita o della società.
Siamo in presenza di opere impossibilitate a riflettere in modo sensibile su argomenti di rilevanza sociale, ancorate a un presente indefinito e svuotate della diacronia necessaria alla poesia per trasmettersi nel futuro.
Sull’aspetto criticamente rilevante, si inseriscono le modalità di parte della community della poesia italiana, con  la cesura tra questi poeti la cui produzione è mimetica con quelli la cui produzione è antimimetica, che producono testi astratti, anche stranianti, al punto che la discussione dell’argomento è uno specchietto per le allodole, libri che sembrano prendere spunto da dettagli di altre opere attraverso blande teoresi, procedimenti ricorsivi, che di sovente appaiono come rifacimenti di opere del Novecento.
Tutti i tecnicismi, sia in senso mimetico che antimimetico, anche mescolati, sono ben accetti, e sebbene ci siano dei nodi che si potrebbero riscontrare nella neoavanguardia e che collegano al Novecento, il problema rimane il contrasto al conformismo.
Nella neoavanguardia ci pensava la centralità del concetto di opera e l’impianto diacronico dei processi di formazione a contrastare l’omologazione dell’ambiente sociale (penso alle stesure de La ballata di Rudi di Elio Pagliarani o al metodo di lavorare a diverse raccolte in parallelo di Antonio Porta), nonché erano di utilità gli argomenti utilizzati e le posizioni etiche e ideologiche dei testi, per cui i rapporti con la realtà (anche politica) venivano risistemati.

Paradossalmente i testi mimetici e antimimetici di oggi molto spesso convergono nel sottrarre l’etica di un messaggio alla poesia.
Cosa resta al lettore? Non lo so, ma una riduzione delle poetiche di riferimento è utile sul piano degli stessi processi comunicativi omologanti, perché permette in tempi brevi un più facile riconoscimento nelle community (c’è sempre gente che si nicchia ne l’altra bolgia, vien da pensare) che afferiscono, ad esempio, ad alcuni blog di settore. In pratica si tratta di una semplificazione, utile a una porzione dell’ambiente della poesia.
Tutti questi testi, appiattiti, sono infatti di lettura immediata, compatibilissimi con la produzione di marchi su generi e sottogeneri dello stesso “prodotto”. In questo scenario polarizzato il nome del poeta diventa il marchio di fabbrica del parolario, e ciò che c’è nelle raccolte è di secondaria importanza.
Descrivere le modalità della società contemporanea, senza interferenze ideologiche, va per la maggiore in questi testi di poesia, proprio in relazione al concetto di produzione di contenuti: il mediale diventa una tattica vincente soprattutto in senso mimetico, mentre i contesti astratti sembrano utili alle testualità antimimetiche. Il testo mimetico si lega ai contesti sociali per il linguaggio utilizzato e le ambientazioni realistiche; l’altro, l’antimimetico, è legato a una tematizzazione che crea leggibilità, non sempre significato.
Antimimetici sono anche i testi che funzionano come straniamento del linguaggio, ma le opere che ricercano in questa direzione saranno presto relegate in una posizione gerarchica inferiore, perché il sistema di comunicazione conformista predilige la leggibilità.
Che articolazioni poetiche ci siano in un’opera di poesia mimetica è di nessuna importanza dato che il prodotto editoriale scade per via degli effetti di oblio generati dal sistema di comunicazione, perché le stesse informazioni, i contesti e i linguaggi contenuti nel testo saranno sostituiti velocemente da altri rimandi più interessanti su cui il poeta dovrà attestarsi successivamente, confezionando un’altra plaquette dopo un anno o due. Più “persistente” sembra l’opera antimimetica, perché crea un contesto atemporale dove il tema, un immaginario (anche una riproduzione variata dell’immaginario di altre opere) o un particolare intervento sul linguaggio, può svilupparsi.
La visione così “industrializzata”, ma pure sintetizzata o astratta, della poesia non ha più bisogno di articolare e approfondire poetiche, non c’è bisogno di un’etica nel messaggio, di una variazione per contrastare l’omologazione, ma solo di porzioni di contenuti e di descrizioni unite a tag e target, e di community di sostenitori.
Non so dirlo in modo più semplice, ma temo sia quello che sta accadendo.

Il piccolo mercato sostenuto dai follower (invero, una porzione della community dei poeti) non si cura del messaggio che la poesia dovrà fornire tra cinquanta, cento anni, se non più, ai lettori, e queste opere lo evidenziano, eppure oggi più letti sono i libri di autori che hanno sviluppato una poetica articolata, se prendiamo per buone le vendite di classici antichi e moderni, dei poeti del Novecento italiani e stranieri.
Inoltre i blog concentrati a selezionare le opere mimetiche (soprattutto) e le poche leggibili antimimetiche, alla fine stanno posizionando la poesia di chi?
I pochi nomi che girano dovrebbero fungere da spia in un mercato che produce più di mille libri di poesia all’anno e che presenta poetiche dissimili e talvolta uniche; ma pure le pubblicazioni che suggeriscono mappe della community in cui riconoscersi o no, fanno capire che comunità qui significa comunità che si auto-elegge, mentre il problema rimane quello di recuperare il rapporto con i lettori, fornire una prospettiva sensibile, un’idea percorribile di opera che funzionerà anche nelle mutate condizioni storiche e sociali.
Chi vuole ancora far parte di questa Divina Community?

ps: come creare un dibattito non standardizzato o “binario” della poesia?
ps2: come far emergere tutte le poetiche?

Classifica

La recensione di Luca Mozzacchiodi all’Odissea (Crocetti 2020) di Nikos Kazantzakis stabile al primo posto e, dello stesso autore, a seguire, il saggio su Adam Zagajewski a partire da Guarire dal silenzio (Mondadori 2020). Terza Alessandra Carnaroli con la recensione di Andrea Conti a Poesie con Katana (Miraggi edizioni 2019). L’articolo più letto nel mese di giugno è la recensione di Isabella Bignozzi alle poesie di  Stefano Guglielmin da Dispositivi (Marco Saya 2022)

Tutta la classifica*

1. Nikos Kazantzakis – Recensione di Luca Mozzachiodi a Odissea (Crocetti 2020)
2. Adam Zagajewski – Saggio di Luca Mozzachiodi e poesie da Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
3. Alessandra Carnaroli – Recensione di Andrea Conti su Poesie con katana (Miraggi edizioni 2019)
4. Giulia Niccolai – Recensione di Andrea Conti a partire da Poemi & Oggetti (Le Lettere 2012)
5. Fabio Maria Serpilli – Recensione di Manuel Cohen a Mal’Anconìa (puntoacapo Editrice 2021)
6. Francisco Soriano – Poesie da La Via Lattea (Eretica Edizioni 2021)
7. Giusi QuarenghiRecensione di due studenti della classe seconda dell’Istituto Tecnico Professionale di Lugo al volume Si può (Franco Cosimo Panini 2019)
8. Laura Pugno – Poesie da Noi (Amos Edizioni 2020)
9. Alberto Bertoni – Recensione di Rossella Renzi a L’isola dei topi (Einaudi 2021)
10. Alfonso Guida – Poesie da Conversari (’round midnight edizioni 2021)

Superclassifica Show. I libri di poesia più venduti dagli editori piccoli e medi

2017

2018

2019

2020

2021

Poeti più letti nell’anno
Laura Marino 2017 – Inediti
Patrizia Vicinelli
2018 – Saggio di Davide Galipò
Simone Savogin 2019 – Poesie da Come farfalla (Mille gru 2018)
Gabriele Galloni 2020 – Estratti da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Salvatore Toma 2021 – Anteprima editoriale da Poesie (1970 – 1983) (Musicaos 2020)

Poeti più letti del mese
Carlo Bordini maggio 2017. Poesie tratte da I costruttori di vulcani (Luca Sossella 2010)
Angela Bonanno
giugno 2017. Saggio su tutte le opere, a cura di Silvia Rosa
Domenico Brancale
luglio 2017. Inediti, poi pubblicati in Per diverse ragioni (Passigli 2017)
Giancarlo Sissa
agosto 2017. Poesie tratte da Persona minore (Qudulibri 2015)
Franco Arminio
settembre 2017. Poesie tratte da Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere 2017)
Hilà Lahav
ottobre 2017. Intervista e selezioni di inediti a cura di Biagio Guerrera
Marilina Ciaco
novembre 2017. Inediti
Laura Marino
dicembre 2017. Inediti
Elena Zuccaccia gennaio 2018. Poesie tratte da ordine e mutilazione (Pietre Vive 2016)
Gian Mario Villalta febbraio 2018. Poesie tratte da Telepatia (Lietocolle 2016), recensione di Carolina Rossi
Alberto Bertoni marzo 2018. Inediti
Francesca Martinelli aprile 2018. Poesie tratte da Ex voto di briganti, fate, santi, contadini (FrancoPuzzo 2017)
Pierluigi Cappello
maggio 2018. Poesie tratte da Le nebbie (Campanotto 1994/2003), saggio di Carlo Selan
Christian Tito giugno 2018. Inediti
Jonida Prifti luglio 2018. Inediti e intervista di Silvia Rosa
Noemi de Lisi agosto 2018. Poesie tratte da La stanza vuota (Ladolfi 2017)
Gabriele Galloni settembre 2018. Poesie tratte da Creatura breve (Ensemble 2018)
Vittoriano Masciullo ottobre 2018. Poesie tratte da Dicembre dall’alto (L’Arcolaio 2018)
Gaia Ginevra Giorgi novembre 2018. Poesie tratte da Manovre segrete (Interno Poesia 2017)
Adriano Spatola dicembre 2018. Saggio di Giovanni Fontana
Irene Paganucci gennaio 2019. Inediti
Simone Savogin febbraio 2019. Poesie tratte da Come farfalla (Mille gru 2018)
Francesca Mazzotta marzo 2019. Inediti
Enrico Marià aprile 2019. Poesie tratte da I figli dei cani (Puntoacapo 2019)
Federica Fiorella Imperato maggio 2019. Poesie tratte da Geografie interiori (Aletheia 2018)
Marijana Sutic giugno 2019. Intervista di Silvia Rosa, poesie inedite
Emilio Rentocchini luglio 2019. Poesie tratte da 44 ottave (Book editore 2019)
Tommaso Grandi agosto 2019. Inediti da Alla furia, con una nota di Rossella Renzi
Giovanni di Altavilla settembre 2019. Intervista a Lorenzo Carlucci e Laura Marino sulla riscoperta del poema Architrenius (Carocci 2019)
John Giorno ottobre 2019. Intervista di Domenico Brancale
Eleonora Nitti Capone novembre 2019. Inediti, poi contenuti in Primo fuoco (Musicaos 2019)
Emily Dickinson dicembre 2019. Poesie da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019)
Raffaela Fazio gennaio 2020. Poesie da Tropaion (Puntoacapo 2020)
Luca Gilioli febbraio 2020. Inediti
Ivan Fassio marzo 2020. Poesie da Il culto dei corpi (Raineri Vivaldelli Editori 2020)
Francesco Benozzo aprile 2020. Selezione da Poema dal limite del mondo (Kolibris 2019)
Rosaria Lo Russo maggio 2020. Saggio di Beatrice Achille a partire da Crolli (Battello Stampatore 2006)
Faruk Šehić giugno 2020. Intervista di Christian Sinicco a partire da Ritorno alla natura (LietoColle 2019)
Giorgia La Placa luglio 2020. Poesie inedite
Giorgiomaria Cornelio agosto 2020. Intervista di Carlo Selan e poesie da La promessa focaia (Anterem 2019)
Gabriele Galloni settembre 2020. Poesie da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Marcello Marciani ottobre 2020. Poesie da Revucegne / Rovistamenti (puntoacapo 2019), recensione di Christian Sinicco
Giacomo Leronni novembre 2020. Poesie da Scrittura come ciglio (puntoacapo 2019), recensione di Claudia Mirrione
Francesca Serragnoli dicembre 2020. Selezione da La quasi notte (MC Editrice 2020)
Franco Loi gennaio 2021. Una poesia da Voci d’un vecchio cantare (Il Ponte del Sale 2017) e ricordo di Davide Romagnoli
Marina Cvetaeva febbraio 2021. Selezione da La principessa guerriera (Sandro Teti Editore 2020), recensione di Giulia Bolzan
Nina Nasilli marzo 2021. Estratto da Prossimità (Book Editore 2019)
Adam Zagajewski aprile 2021. Saggio di Luca Mozzachiodi a partire dall’antologia Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
Nadia Agustoni maggio 2021. Poesie da [la casa è nera] (Vydia editore 2021)
Filippo Davoli giugno 2021. Recensione di Jacopo Curi a Dentro il meraviglioso istante (CartaCanta/Capire 2021)
Giulia Niccolai luglio 2021. Saggio di Andrea Conti a partire da Poemi & Oggetti. Poesie complete (Le lettere 2012)
Nikos Kazantzakis agosto 2021. Saggio di Luca Mozzachiodi su Odissea (Crocetti Editore 2020)
Francisco Soriano settembre 2021. Poesie da La Via Lattea (Eretica Edizioni 2021)
Eunice Odio ottobre 2021. Poesie da Questo è il bosco e altre poesie (Via del Vento 2009) e da Come le rose disordinando l’aria (Passigli 2015)
Gabriel Del Sarto novembre 2021. Poesie da Tenere insieme (Samuele Editore Pordenonelegge 2021)
Mattia Tarantino dicembre 2021. Poesie da L’età dell’uva (Giulio Perrone Editore 2021)
Silvia Righi gennaio 2022. Recensione di Alessio Paiano su Demi-monde (Nem 2020)
Stefano Vitale febbraio 2022. Poesie da Si resta sempre altrove (puntoacapo Editrice 2022)
Fernanda Romagnoli marzo 2022. Poesia da La folle tentazione dell’eterno (Interno Poesia 2022)
Alessio Paiano aprile 2022. Recensione di Francesca Innocenzi a Punti di fuga (Arcipelago itaca 2021)
Carola Allemandi maggio 2022. Recensione di Francesco Innocenzi a Sembrava il sole (Edizioni Progetto Cultura 2022)
Stefano Guglielmin giugno 2022. Recensione di Isabella Bignozzi a Dispositivi (Marco Saya 2022)

* Per la classifica vengono presi in considerazione i post pubblicati negli ultimi due anni e più letti nell’ultimo anno su Poesia del nostro tempo, nonché quelli pubblicati negli ultimi due mesi e più letti nell’ultimo mese. I dati di lettura si riferiscono alla visita diretta all’articolo di un utente singolo (eventuali altre letture dello stesso utente non vengono prese in considerazione).

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