Fin dalla sua nascita, lo spazio letterario Poesia del nostro tempo si è proposto come luogo di dialogo tra poeti e autori contemporanei, in un continuo tentativo di confronto e ricerca. Questa rubrica, a cura di Adriano Cataldo e nata in collaborazione con la radio universitaria trentina Sanbaradio, ha l’obiettivo di portare avanti questa esplorazione, utilizzando i mezzi di comunicazione del contemporaneo.

Nel terzo episodio Adriano Cataldo ha intervistato Francesca Mazzotta, partendo da tre testi pubblicati su Gli eroi sono partiti (Passigli 2021). Sono state affrontate soprattutto questioni legate all’immaginario simbolico e poetico, che nel libro spazia dal mito alla contemporaneità. Inoltre, è stato dato risalto al tema della multidimensionalità dell’Io.

Dalla prefazione di Stefano Colangelo

Già nelle prime pagine di questo libro di poesie di Francesca Mazzotta si sentono risuonare i rumori della notte. (…) Notte paradigmatica, arena di combattimento di due forze vive, di due vettori concorrenti del tempo. E anche qui il tempo, nelle tante metafore che lo compongono, è una forma che tende a cadere in verticale, come le «serrande tonfate ai pavimenti»: è il precipizio che spalanca una «feroce notte, notte invoracita». Dentro questa particolare notte, la regione cognitiva di questa poesia, la sua pianura mitica, l’aria che intercetta le traiettorie degli occhi e ne scompone la direzione, è quella del sonno: figlio della notte, certo, ma anche salvezza dalla totalità, dall’inevitabilità della notte. Quante volte troveremo i personaggi di questo racconto mitologico sorpresi nel sonno, interrogati, accarezzati sulla soglia dei loro sogni, con le immagini che li riportano a quando erano bambini, inermi, in cerca di amore, desiderio, empatia e maturità. Eppure, è strano che in queste epifanie, tra questi nomi antichi e così sonori, non ci si senta mai offuscati, ingannati dal fumo del mito: è come se, con spudorato coraggio, Francesca Mazzotta avesse portato gli eroi nel territorio della sua lingua poetica, per non dire della sua storia, personale e generazionale.

da Gli eroi sono partiti (Passigli 2021)

Come il corpo di Ettore tra i cani
solenne compirai l’ultimo giro
sarà caro il congedo delle mura
gli occhi tuoi gelidi innalzati a stento
si arpioneranno a un tetto, un filo d’erba
a fronde inesistenti di castagni
a un ragno avviluppato alla sua bava
al regno vasto che ti circondava
e farà notte presto, notte fonda
feroce notte, notte invoracita
confonderà la nostra e l’altrui vita.

*

La sciarpa non si porta per la mostra
che celebra la storia di Isadora
mi dice un tizio per la galleria
mi sento a un tratto inadeguata, sporca
sensibile al decoro oltremisura
ma a sera con la solita cultura
tra calici traslucidi di vino
mi delucidi sulla sua sciagura
È morta strangolata da una sciarpa
impigliata a una ruota di vettura.

*

Del Bangladesh gli resta un lancio al cielo
di nastro lampeggiante che ricade
lo raccoglie

di mamma le rimane una ragazza
con l’orecchino di perla, di gesso
sull’asfalto

più oltre freme un fiume tra le logge
– la mano biancoalbume sul timone
dirige la soprano
cosa siamo
lungo il ponte tra i lampioni
sulla città che annega e non vorrebbe
che ormeggiare

armeggio al cellulare ma non viene
mai bene, non sa dire lo strumento
questa luce corsara, quei filari
di nuche esterrefatte a guardare
la strada calpestata da un cane
con gli occhi pieni, buoni, di mio nonno

e il cielo cipria in fondo, laggiù in fondo.

Francesca Mazzotta è nata a Firenze nel 1992. Si è laureata in Italianistica (2017) all’Università di Bologna, con una tesi comparativa sul poemetto novecentesco, ed è attualmente dottoranda presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si occupa della linea poetica lombarda nel secondo Novecento. Ha pubblicato il libro di poesia Reduci o redenti (CartaCanta editore 2016) e, nel 2018, il prosimetro Umbratile (Origini Edizioni). Suoi testi poetici, critici e recensioni sono comparsi su blog come Perigeion, MediumPoesia, formavera e riviste come «Poesia», «Atelier», «Poesia del Nostro Tempo», «Nazione Indiana», «Nuovi Argomenti», «L’Ulisse», «Paragone Letteratura», «Nuova Secondaria». Sue traduzioni dal libro Vita Nova (1999) del Premio Nobel 2020 Louise Glück sono uscite su «Le parole e le cose». Gli eroi sono partiti, ultimo libro di poesia, è uscito nel marzo 2021 per l’editore Passigli ed è risultato finalista all’ultima edizione del Premio Dessì (settembre 2021).

(Visited 511 times, 1 visits today)